Truffa su eolico. Enna: Interrogatorio a Vincenzo Dongarrà

Enna. E’ previsto per oggi, alle 12, nella casa circondariale di Enna, l’interrogatorio al geometra Vincenzo Dongarrà, 46 anni, arrestato nel corso dell’operazione della Guardia di Finanza “Via col Vento”, su coordinamento della Procura di Avellino in quanto ritenuto tra i responsabili della truffa ai danni dello Stato per la realizzazione di sette impianti eolici in diversi comuni della Sicilia e della Sardegna. Vincenzo Dongarrà viene ritenuto il consulente amministrativo di diverse società siciliane e campane, che avrebbero truffato il Ministero dello Sviluppo economico, ottenendo circa 153 milioni di euro. L’obiettivo delle 12 società interessate ai parchi eolici era quello di ottenere indebitamente dei fondi pubblici per la realizzazione di impianti eolici, fornendo false garanzie economiche e false attestazioni di proprietà dei terreni dove sarebbero state installate poi le cosiddette pale di eoliche. Vincenzo Dongarrà, nell’interrogatorio di questa mattina, sarà assistito dall’avvocato Francesco Paolo De Simone Policarpo del foro di Palermo, ed a condurre l’interrogatorio, per rogatoria, sarà il gip David Salvucci, su richiesta del suo omologo del tribunale di Avellino, che ha emesso le quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, implicate in questa operazione, tra cui un altro siciliano, Vito Nicastri di 53 anni di Alcamo. Pare che le indagini siano partite due anni fa da parte della Procura nazionale Antimafia, indagini finalizzate all’individuazione di potenziali infiltrazioni da parte della crimalità organizzata, nel settore dell’energia pulita, e che l’ordinanza di custodia sarebbe stata chiesta dalla Procura della Repubblica di Avellino circa un anno fa, nonostante la decisione del Gip sarebbe arrivata solo ora. Intanto la magistratura di Avellino ha chiuso le sue indagini, avvisando gli indagati della fine dell’attività preliminare, già ad aprile di quest’anno. Il difensore di Vincenzo Dongarrà , intanto, ha fatto sapere che domani l’indagato non si avvarrà della facoltà di non rispondere e che cercherà di fornire ogni chiarimento utile a chiarire la sua posizione. Pare che tra i capi di accusa esiste un fax , ricevuto dall’indagato, nel quale il responsabile di una società straniera gli comunicava di essere al lavoro per le referenze bancarie di una delle imprese dell’eolico. Questo, secondo il difensore potrebbe essere una prova a discolpa, perché proverebbe l’estraneità ai fatti di Dongarrà, che era solo un consulente delle società interessate alla realizzazione dei parchi eolici. La difesa sostiene che i riscontri nei confronti del suo assistito sono molto deboli e alcuni proprietari di terreni, che prima non avevano riconosciuto la loro firma nei contratti preliminari di vendita, pare che abbiano fatto marcia indietro ed hanno riconosciuto la loro firma. Si dice che tra qualche settimana Vincenzo Dongarrà avrebbe dovuto essere nominato direttore dell’Apea, l’agenzia provinciale per la ricerca di energia alternativa.