Veronafiere, nel 2019 fatturato sale a 105,5 milioni
Italpress - 26/06/2020

A livello di bilancio consolidato i ricavi del Gruppo Veronafiere hanno raggiunto i 105,5 milioni di euro, con una crescita pari a 12,7 milioni (+13,7%) sul 2018, un Ebitda di 13,7 milioni di euro (13% su fatturato) e un utile netto di gruppo di 550 mila euro.
Nel 2019, inoltre, si è allargato il perimetro delle controllate, partecipate e collegate del Gruppo Veronafiere grazie all’acquisizione di Eurotend spa e Int.Ex Spa, società attive nella commercializzazione, progettazione e produzione di allestimenti, e alla creazione della newco Veronafiere Asia Ltd, a presidio dei mercati del far east.
Nel 2019 le rassegne di Veronafiere hanno totalizzato 1.176.111 visitatori, dei quali 173.409 esteri (14,7% del totale); 13.338 espositori, di cui 2.473 stranieri (18,5% del totale); oltre 760mila i metri quadrati venduti. L’attività congressuale nel corso dell’anno ha registrato 262 eventi, con oltre 94mila partecipanti.
Le manifestazioni a carattere internazionale organizzate in Italia hanno fatto segnare una media di oltre il 30% di buyer e operatori professionali esteri, con punte del 62% nel caso di Marmomac e del 39% con Vinitaly.
In tutto 35,4 milioni di euro gli investimenti realizzati nel 2019 da Veronafiere Spa, indirizzati principalmente sulla riqualificazione delle infrastrutture, sul potenziamento dei servizi e dei propri brand di successo, sullo sviluppo digitale e di nuovi progetti fieristici.
“I risultati raggiunti nell’esercizio 2019 sono stati possibili grazie alla capacità del Gruppo Veronafiere di ottimizzare ulteriormente la gestione diretta e il coordinamento di 71 manifestazioni di cui 47 in Italia e 24 all’estero, in 14 nazioni: Olanda, Stati Uniti d’America, Brasile, Canada, Cina, Polonia, Germania, Marocco, Messico, Thailandia, Perù, Russia, Inghilterra e Hong Kong”, si legge in una nota.
“I risultati del 2019 sono molto positivi ed in linea con il piano industriale 2019-2022. Anche la prima parte dell’anno in corso ha visto una crescita a doppia cifra sull’analogo periodo dell’esercizio precedente, fino a quando tutto il sistema fieristico internazionale è stato bloccato dalla pandemia Covid-19. Veronafiere ha reagito immediatamente e oggi è pronta a ripartire in sicurezza con strategie e strumenti per assicurare il business ai nostri comparti produttivi”, sottolinea Maurizio Danese, presidente di Veronafiere Spa.
“Lo strumento fieristico a livello mondiale genera un valore complessivo superiore ai 250 miliardi di euro; le fiere sono l’unico strumento di promozione internazionale per oltre il 75% delle PMI italiane ed europee – prosegue -; le rassegne a carattere internazionale in Italia generano il 50% dell’export delle nostre piccole e medie imprese e producono un indotto fondamentale per le attività commerciali ed artigiane delle aree dove si svolgono. Ora è il momento di riscrivere anche le regole della concorrenza europea, che in questa materia sono assolutamente discrezionali con paesi che hanno ben compreso il valore che l’asset fieristico rappresenta per i settori industriali di riferimento e i territori. E’ fondamentale che le istituzioni in questo momento storico reagiscano a tutela di una leva fondamentale per la ripartenza economica e sociale del Paese”.
“Il 2019 è stato un anno importante per lo sviluppo dell’attività di Veronafiere, sia riguardo all’attività core, sia per la messa a regime di servizi importanti per la stessa attività, come quelli allestitivi che hanno apportato fatturato e redditività al gruppo. Inoltre, sono stati effettuati investimenti importanti per il potenziamento della infrastruttura fieristica, anche in un’ottica sempre più digitale – evidenzia Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere Spa -. Sul fronte estero, è stata attivata la società in Cina che inizierà ad essere operativa già nell’autunno del 2020 e questo è un grande risultato dal punto di vista strategico internazionale per il Gruppo Veronafiere. L’Asia, infatti, secondo il FMI sarà il motore della ripresa post Covid e la Cina, che chiuderà il 2020 con una stima di crescita del 2% rispetto alle economie occidentali previste in forte flessione, sarà il baricentro della crescita per tutti i paesi dell’Asean”.
(ITALPRESS).