Chi sono i piromani e quali sono i loro obiettivi?
Troina - 06/08/2021
Su chi possano essere stati i piromani che hanno innescato gli incendi che, per due volte nel mese di luglio, hanno devastato oltre 1000 ettari di terreni agricoli e di pascolo a Troina, se ne sentono di tutti i colori.
La stessa domanda si pongono gli abitanti di altri comuni siciliani che hanno subito, o come stanno subendo in questi giorni gli abitanti di Gangi e Mistretta, gli effetti di incendi di natura dolosa. Sui social, c’è chi punta il dito sugli allevatori spiegandone i motivi con la pratica del debbio che consiste nel dare fuoco a sterpaglie per pulire e fertilizzare i terreni. E’, questa del debbio, una pratica rudimentale che una volta era usata senza provocare danni quando l’agricoltura non era meccanizzata. Ma è una pratica ormai in disuso perché, ai giorni nostri, si può pulire e fertilizzare il terreno con altri mezzi più moderni e meno rischiosi. E poi, a pensarci bene, ad essere danneggiati da questi incendi sono allevatori ed agricoltori, che non hanno più foraggio per loro pecore e vacche e hanno visto andare in fumo ettari di seminativi, uliveti e mandorleti. Gli allevatori che hanno le loro aziende attorno alla diga Ancipa di Troina, hanno persino organizzato un servizio di sorveglianza di 24 ore su 24 ore con turni di tre ore per vigilare e prevenire gli incendi. Bisogna invece prestare ascolto e attenzione a quello che dicono questi allevatori ed agricoltori: gli incendi non sono scoppiati a caso, qualcuno l’ha di sicuro accessi, anche se non si sa chi sia stato. Nell’ultimo decennio, di anno in anno, si è enormemente ridotto il numero di capi di bestiame, che pascolando puliscono il terreno dalle erbacce e sterpaglie. Con meno pecore vacche che pascolano, vaste estensioni di terreno conservano in piena estate erbacce secche e sterpaglie, che possono facilmente essere bruciate dai malintenzionati decisi a fare del male ad agricoltori e allevatori. Ci sono altri che sospettano di quelli che si occupano di installare nelle campagne pannelli fotovoltaici e pale eoliche per produrre energia rinnovabile. Mandando in fumo seminati e pascoli, si costringono allevatori e agricoltori a vendere i loro terreni. Nessuno degli allevatori ed agricoltori con i quali abbiamo parlato, ci ha detto di aver avuto pressioni a vendere. E poi che se ne farebbero di questi terreni, una volta percorsi da incendi, quelli che volessero trasformali in campi fotovoltaici ed eolici, se per 15 anni non possono cambiare destinazione d’uso e per 10 anni non possono utilizzarli per costruirvi strutture per civile abitazione e attività produttive, come prevedono gli articoli 10 della legge nazionale 353 del 2000 e 38 della legge regionale 14 del 2006? Per moti aspetti, gli anonimi piromani somigliano a quelli che anni fa lanciavano dai cavalcavia sassi sulle auto che transitavano sulle autostrade. La notizia stimolava lo spirito di emulazione in persone che non avevano la testa a posto. Volevano restare anonimi, ma delle loro gesta insane desideravano che giornali, radio e televisione ne parlassero. Come i terroristi della Brigate Rosse degli anni ’70 del secolo scorso, che invece non volevano restare anonimi, ma con i loro documenti inviati ai mezzi di comunicazione di massa volevano che se parlasse delle loro azioni criminali.
Non aveva torto il sociologo Marshall quando consigliava il black-out totale sulle azioni dei terroristi.
Silvano Privitera