Troina. Ancora un dibattito sulle “aree interne”

Troina. Ancora un dibattito sulle “aree interne”
di Massimo Greco

Ancorchè dal sapore elettorale, l’incontro promosso dai gruppi parlamentari all’ARS di Diventerà Bellissima e Attiva Sicilia sulle “aree interne” non può che essere apprezzato, così come interessanti sono stati gli interventi dei relatori che si sono avvicendati su un tema tanto annoso quanto attuale. Al netto del “testa coda” diplomatico che si è registrato per l’evidente assenza del Sindaco di Troina, irritualmente escluso dai tradizionali saluti, tutti gli interventi hanno avuto un comune denominatore, la mancanza dell’Istituzione di area vasta, quale unico ed indispensabile ente sovra comunale capace di dare voce alle aree interne e centrali della Sicilia. Doveroso il dito puntato su chi ha voluto “uccidere” questo importante ente intermedio sull’onda demagogica del contenimento del costi a danno della democrazia e dell’auto governo dei territori. Dalle relazioni dei due rappresentati del governo regionale Falcone e Razza è emersa con evidenza la capacità di focalizzare la questione puntando, rispettivamente, su un’infrastrutturazione viaria adeguata ad uscire dall’isolamento e alla valorizzazione dei servizi a cominciare dalle due eccellenze già presenti (l’IRCCS di Troina e l’Università Kore di Enna) e da quella che sorgerà a breve a Pergusa. Suggestiva la diagnosi fatta dal Presidente della Kore Cataldo Salerno, chiamato a suggerire il segreto che ha consentito la trasformazione di un sogno in una realtà: il quarto polo universitario siciliano. Incoraggianti anche le rassicurazioni del Presidente Musumeci, impegnato a stornare fin da subito 500 milioni per lo sviluppo delle aree interne, con priorità per quelle non individuate dalla SNAI. Decisamente carente la fase della proposta. Non si è infatti compreso chi dovrà assumere l’iniziativa di aggregare queste aree interne in assenza dell’ente di area vasta e chi dovrà farsi carico di elaborare un progetto di sviluppo di queste aree. Le pur lodevoli iniziative messe in campo dal governo regionale non possono essere il risultato di scelte estemporanee e scollegate da un progetto complessivo di sviluppo. Occorre una cabina di regia che sappia programmare e coordinare tutti gli interventi pubblici, anche per evitare sovrapposizioni di competenze e dispersione di risorse.
In tale contesto, lacunosa è apparsa l’analisi sul versante istituzionale, richiami disordinati alle “sbloccate” unioni dei comuni e agli “inceppati” liberi consorzi comunali hanno, di fatto, distratto l’attenzione sullo strumento dell’associazionismo comunale più efficacie per dare un vestito istituzionale al progetto, il “consorzio delle aree interne”, l’unico in grado di bypassare la “stretta e sgradita” camicia del libero consorzio comunale imposta dal legislatore e consentire la partecipazione di quei territori nebroidei e nisseni accomunati dalle medesime esigenze.
Non è più il tempo per cantori solisti. La sfida si potrà vincere solo se a suonare le corde “molli” di questi territori sarà un unico coro formato da attori istituzionali e non sintonizzati, tutti sulle medesime frequenze.