Enna/Troina. Unikore e Oasi “Maria Santissima”, gemelli diversi

Enna/Troina. Unikore e Oasi “Maria Santissima”, gemelli diversi
di Massimo Greco


Nella storia dell’ultimo secolo della provincia di Enna, pochi sono gli eventi annoverabili nella categoria dei  “sogni realizzati”. Fra questi vi è certamente, ad opera di Benito Mussolini, quello di avere istituito Castrogiovanni capoluogo di provincia, ripristinandone l’antica  denominazione di Enna e decretandone l’emancipazione del relativo territorio da quello nisseno. A questo è certamente seguito quello di avere dotato il capoluogo di una stazione ferroviaria e quello di avere costruito l’autostrada Catania-Palermo. Sono eventi, patrocinati dallo Stato, che hanno certamente incoraggiato lo sviluppo sociale ed economico di un territorio interno e centrale della Sicilia. Da allora solo altre due azioni antropiche possono essere incluse nella medesima categoria, ma non più, dall’alto, ad opera dello Stato bensì, dal basso, ad opera delle rispettive comunità locali. La prima, in ordine di tempo, è stata ideata e realizzata da Padre Luigi Ferlauto, la seconda, più recente, è stata ideata dall’Ispettore scolastico Cataldo Salerno e realizzata dagli enti territoriali di governo. Per la realizzazione della prima, Padre Ferlauto si è avvalso della collaborazione di quello che lui stesso definiva il “socio di maggioranza”, per la realizzazione della seconda Cataldo Salerno si è invece avvalso di una fortuita amicizia maturata con un Presidente della Repubblica italiana. Entrambe hanno avuto uno sviluppo costante della rispettiva mission, conquistando il titolo di “eccellenza” nei rispettivi ambiti, quello della ricerca medico-scientifica e quello della formazione accademica. Sono state istituite e riconosciute dai rispettivi Ministeri e ancora oggi sono sottoposte a periodici controlli di valutazione per il mantenimento del relativo status. L’una consustanziale al Servizio Sanitario Nazionale, l’altra parte integrante di quello Universitario. Sono le uniche due strutture, non statali, in grado di avere svolto, e di continuare a farlo, una funzione attrattiva di risorse umane, finanziarie e strumentali, generando occupazione e benefici effetti collaterali in termini di indotto. Come tali, sono le uniche “eliche” del territorio provinciale dotate degli standard per implementare geneticamente l’embrione “Policlinico” di cui tanto si parla in questi giorni. Nel panorama complessivo, i due “gemelli diversi”, rappresentano certamente dei big players, capaci d’influenzare “in positivo” il destino dei rispettivi territori a condizione però che le classi dirigenti che vi orbitano ne sappiano ereditare con lungimiranza la vision.