Calascibetta. Festa Patrono San Pietro, Sindaco non partecipa a processione No alla pesante “vara” una “ferita” tra Chiesa e Amministrazione comunale

Calascibetta. La scelta di portare in processione l’antichissima e pesantissima “vara”, con il simulacro del patrono San Pietro, ha causato un vero e proprio “terremoto” nelle relazioni tra le autorità civili e la Chiesa xibetana, con il sindaco Piero Capizzi che ha deciso di onorare il patrono di Calascibetta, prendendo parte alla celebrazione eucaristica di lunedì mattina, ma di non partecipare alla processione religiosa.

Una dura presa di posizione, quella del primo cittadino, che non si era mai vista. Per la prima volta è mancata la fascia tricolore dietro il simulacro del patrono. A rappresentare l’amministrazione comunale l’assessore Mario Colina, il presidente del consiglio Salvatore Cucci e alcuni consiglieri di maggioranza. Presente tutta l’opposizione. Il sindaco, per motivi di sicurezza dovuti alle dimensioni della “vara” e dei baiardi, aveva auspicato che venisse portato in processione il simulacro senza il maestoso fercolo poichè l’uscita di quest’ultimo richiedeva molta attenzione. Riunioni prima di decidere, polemiche a non finire che, la settimana scorsa, hanno portato anche alle dimissioni di Luca Leonora, presidente della confraternita “San Pietro” e, di conseguenza, del direttivo. Una decisione, quest’ultima, scaturita sia dal rifiuto dei “portatori” (si ritrovano una volta l’anno per portare il santo) di farsi i tamponi che dalla mancata firma di una liberatoria di assunzione di responsabilità nel portare la “vara”. Perché – si chiedono in molti – l’autonomia della confraternita non è stata rispettata? La risposta, di questa brutta pagina fatta di forti polemiche, potrebbe essere legata – sostengono molti fedeli – nella mancanza di buon senso. E la devozione? “Probabilmente – dicono gli xibetani – non è così forte. Enna, che onora Maria Santissima della Visitazione, dovrebbe essere da esempio”. Una riflessione, questa, che va fatta. Intanto, a incrociare le braccia sono stati molti confrati di “San Pietro”, i quali hanno partecipato alla processione ma senza portare il pesante fercolo, portato a spalla esclusivamente dai soli “portatori” che hanno voluto a tutti i costi che uscisse la grande “vara” del 1700. “Libera Chiesa in libero Stato”, verrebbe da dire, stavolta sfociato in un braccio di ferro tra il governo locale e la Chiesa. Da sottolineare che la processione religiosa, “benedetta” dal vescovo Giuseppe Sciacca, presidente dell’Ufficio del Lavoro della sede Apostolica, che ha officiato la celebrazione eucaristica di lunedì sera, si è conclusa senza nessun intoppo.

Solo tanta fatica fino allo sfinimento, da parte dei portatori, come accadde nel 2019. Appalusi degli xibetani al passaggio della “vara” da piazza Umberto I. E prima che il Santo Patrono rientrasse in Matrice, l’arciprete Giuseppe Di Rocco, ha detto: “Ci sono state polemiche, ma io mi sono affidato al Signore, l’ho pregato affinchè tutto andasse bene, così è stato”. Poi a tutti i portatori, don Di Rocco ha detto: “Grazie di vero cuore”. La serata si è conclusa con uno degli spettacoli musicali più belli dell’ultimo decennio a Calascibetta: un tributo a Tiziano Ferro da parte della band padovana “Xverso” che è riuscita, con il suo leader Devis Manoni, a infiammare sino a tarda notte la piazza gremita di persone. Adesso rimane solo da sanare la “ferita” tra il sindaco e la Chiesa.
Francesco Librizzi