L’ipocrisia della Sicilia in materia di cani e il caso studio di Gliaca di Piraino

Come ben si sa l’estate è il periodo in cui la stragrande maggioranza degli italiani va al mare. Ed è anche, ahinoi, il periodo in cui è in forte aumento l’abbandono degli animali nelle strade. I nostri animali, soprattutto i nostri cani (ci sarebbero anche i gatti abbandonati ma nessuno ne parla), sono parte integrante delle nostre famiglie. Loro vivono per noi con l’affetto immenso che ci danno. Ed è disumano, anzi disanimale (perché i cani hanno una sensibilità di gran lunga maggiore della nostra), abbandonare un così grande affetto. L’estate è comunque anche il periodo in cui, per contrastare questo abbandono, vi sono tante campagne di sensibilizzazione anche in televisione. Peccato che queste campagne alla fine celano un’enorme ipocrisia in quanto sembrano quasi una lavata di coscienza da parte dell’Autorità quando è la stessa Autorità a mettere i bastoni fra le ruote ai proprietari (ovviamente adesso ci direte che ce l’abbiamo con lo Stato perché lo consideriamo inutile ma ancora non ha dato prova della sua utilità nell’esistere). Prendiamo, dato che ci viviamo, il caso della Sicilia. La Regione vanta di essere turisticamente accogliente, ma mente sapendo di mentire o, ancora peggio, mente non sapendo di mentire (e non si chiama buona fede ma incompetenza). Spulciando, infatti, nei vari decreti, ne troviamo uno (476 del 2007) in cui all’articolo 3 si legge che è fatto divieto di transito, sosta ed il bagno di cani ed altri animali, anche se al guinzaglio, sulle spiagge e presso le strutture balneari (per fortuna sono esclusi dal divieto i cani di salvataggio e i cani guida per i non vedenti). Quindi la Regione ci dice nella campagna pubblicitaria di non abbandonare gli animali, nei fatti di “imbalsamare” quell’animale perché se uno va in località marine certamente non ci va per non andare in spiaggia e il nostro amico cane lo dobbiamo lasciare segregato in casa. Quindi, cari Siciliani e cari Turisti: il cane è un membro della famiglia dappertutto tranne nelle spiagge siciliane… una siffatta ipocrisia potrebbe portare ad una ribellione da parte dei turisti e disertare totalmente la Sicilia. Ma, fortunatamente, esistono delle Amministrazioni locali che mai come ora potremmo definire “illuminate” dato che hanno istituito dei luoghi in cui poter fare entrare gli animali. Purtroppo, ad esempio, non è questo il caso di Piraino. Questo Comune, magari sconosciuto ai più, è molto frequentato dagli abitanti della zona Nord della provincia ennese soprattutto la frazione di Gliaca. Ebbene, qui vi è tanto di cartello fieramente in bella vista (anche se con scrittura alquanto piccola) in cui viene vietato l’accesso agli animali. Chiedendo informazioni, ci è stato comunicato che tutte le spiagge hanno questo divieto coprendosi dietro al fatto che è una cosa regionale. E vabbè, nella vita c’è chi ha bisogno di nascondersi dietro altri e chi, come altri comuni, affrontano il problema in maniera ben diversa. Ma sapete qual è la cosa simpatica? Che tutti si riempiono la bocca di questo vergognoso decreto regionale, un’altra cosa è averlo letto e quindi vedere che in realtà non vi è solo il divieto per i nostri amici a quattro zampe. Infatti, nel rigo di sotto sono anche vietati i giochi che possono recare danno o molestia a persone, quali palloni, tamburelli, frisbee, etc. Ancora è vietata l’accensione di qualsiasi fuoco sulla spiaggia (avremo i controlli per Ferragosto?). Peccato che appena qualcuno introduce un cagnolino un attimo già è pronta una vecchia lingua biforcuta a pontificare sulle regole non vedendo però che la stessa vecchia lingua biforcuta ha magari accanto a sé una platea di marmocchi che giocano con i tamburelli facendo fastidiosi schiamazzi per la spiaggia (se son regole son regole per tutti). Perché, vorremmo tanto capire, quale fastidio può dare un cane al guinzaglio con le deiezioni prontamente raccolte dai padroni? Al più potrebbe essere l’abbaiare ma anche a quello vi sono rimedi. E per, invece, il fastidio arrecato dagli schiamazzi dei marmocchi o dalla maleducazione degli adulti che gettano spazzatura in spiaggia nessuno si indigna? Nessuno si alza a dire “vi è una legge da rispettare”?
D’altronde basta vedere la cartellonistica che si trova sulle spiagge di Gliaca. Si, ok, niente animali, ma di tutto il resto del decreto vi è un enorme “chissenefrega”! Bè, che qualcuno ci venga a dire “si sono insediati da poco” è una presa in giro: qualunque Amministrazione dal momento insediamento deve dare 100 e non è esente dalla critica costruttiva. Quindi, signor Sindaco (così le facciamo il “battesimo” dell’insediamento), magari con la scusa abbiamo noi fatto conoscere a Lei il nostro spazio online, sappia che noi siamo attenti osservatori e se c’è da fare un’obiezione noi non ci tiriamo indietro. Al presidente della Regione che verrà auguriamo di essere più “illuminato” e rivedere questa disposizione altrimenti, con (per fortuna) una sempre più presa di coscienza che un amico a quattro zampe è un membro della famiglia, i turisti balneari potrebbero rivolgere il proprio interesse in altri luoghi più sensibili a questa tematica (o se proprio si vuole rimanere in Sicilia basta andare nei comuni virtuosi).
P.s. ovviamente in mezzo a tutta questa storia vi è il “colpo di genio”. Infatti a pochi metri dal cartello di divieto (attraversando la strada) vi è un cartello con su scritto che vi è una colonia felina protetta e che i gatti vivono liberi. Gliaca, quindi, può fregiarsi di una colonia di gatti così educata e attenta alle norme tanto che i suoi membri non oltrepassano la linea di demarcazione con la zona “vietata” (quindi o vi è un muro invisibile che solo i gatti vedono e neanche vi riescono ad arrampicarsi, o i gatti hanno imparato a leggere i cartelli o semplicemente è l’ennesimo esempio di paradosso all’italiana!).
Alain Calò