Si inaugura la nuova opera dell’artista De Nisco
news - 16/10/2025
Si chiama “Leporinus” la nuova installazione dell’artista ambientale Antonella De Nisco nel museo urbano a cielo aperto di arte contemporanea di Librino che verrà inaugurata mercoledì 22 ottobre, alle ore 10,
nell’Istituto scolastico Angelo Musco, via Castagnola, 6, nel quartiere Librino di Catania, nell’ambito della
Triennale della Contemporaneità, promossa dalla Fondazione Antonio Presti.
Ci sarà Gabriella Bonini
Alla cerimonia d’inaugurazione interverrà Gabriella Bonini, storica del paesaggio, che presenterà l’opera della De Nisco, approfondendo il significato dell’opera nel contesto territoriale e culturale. Sono tre grandi leprotti stilizzati in ferro della “Leporinus” di colore diverso installati a Librino. Nell’arte ambientale sono i luoghi che suggeriscono all’artista cosa fare. E Librino ha suggerito alla De Nisco le sagome di tre grandi lepri in ferro colorate in ferro, dai contorni netti e decisi, che si stagliano leggere e silenziose nel cielo. Il nome “Librino” deriva dalla parola latina “leporarium”, che indicava il luogo popolato da lepri o dove si allevavano lepri in cattività a scopo venatorio.
La memoria
Queste tre grandi lepre riconnettono la memoria del luogo alle sue radici. L’arte ambientale è una forma di conoscenza del territorio, un modo per abitarli. “L’espressione artistica è un’azione civica ancora prima che estetica, l’arte non può prescindere da una dimensione etica ed antropologica”, spiega Antonella De Nisco. Lei lavora ed interviene al di fuori delle galleria “per far leva – come dice lei stessa – sulla partecipazione e su tutte quelle dinamiche che legano il territorio ai suoi abitanti e alle istituzioni con l’obiettivo di intercettare i bisogni della società civile dando loro voce”. Da questo modo di teorizzare e praticare l’arte ambientale ne scaturisce – puntualizza l’artista reggiana – “un uso gioioso e democratico dello spazio con positiva ripercussione sul benessere del singolo e della collettività intera”.
In questo senso, l’arte ambientale è un’arte pubblica volta a creare relazioni con i luoghi ed i suoi abitanti ed un racconto dove memoria la memoria soggettiva si intreccia con la memoria collettiva di una citta, di un quartiere, di un paese e di aree fragili. Gli artisti ambientali sono attratti dalle aree fragili, perché sono territori vergini, colmi di intuizione. Le lepri di Librino, ai margini della città di Catania, sono segni di continuità tra passato e presente, pensati e realizzati come simboli di un’identità condivisa del quartiere.