Lo scandalo sulla sanità, Cuffaro intercettato “Noi abbiamo Enna, Palermo e Siracusa”
Enna-Cronaca - 05/11/2025
“Noi abbiamo Enna, Palermo e Siracusa”. Così, non sapendo di essere intercettato, l’ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro parlava dei posti di vertice della sanità dei tre capoluoghi. E’ quanto emerge nell’inchiesta della Procura di Palermo su presunti appalti pilotati ed assunzioni nel campo della sanità per cui i pm hanno chiesto l’arresto per lo stesso ex presidente della Regione ed altri 17 indagati, tra cui il capogruppo della Dc, Carmelo Pace, ed il leader di Noi Moderati, il parlamentare nazionale Saverio Romano.
Il risiko sulla sanità
Quella frase intercettata dai carabinieri del Ros, nella tesi dei pm, dimostrerebbero “l’influenza e l’ingerenza nella gestione strategica dei posti di maggiore responsabilità nel mondo della sanità regionale”.
Nell’inchiesta non è coinvolta l’Asp di Enna ma l’Azienda sanitaria di Siracusa per via di una gara d’appalto vinta da un’impresa per cui si sarebbe speso Cuffaro che, in cambio, avrebbe chiesto posti di lavoro.
“L’impegno di Cuffaro sulle nomine dei manager”
Nella richiesta di arresti domiciliari i magistrati descrivono “l’alacre impegno dell’ex presidente della Regione nella questione della nomina dei dirigenti della sanità, le cui ragioni sono di immediata intuizione e vanno ravvisate nell’enorme quantità di risorse economiche, e non solo, che circolano in questo settore, sulla cui regolamentazione, gestione e normazione, peraltro, la competenza è regionale”.
Il progetto dell’ex governatore era secondo le indagini di accaparrarsi un terzo delle posizioni di vertice delle Asp siciliane nello specifico, quelle di Palermo, Enna e Siracusa. Nel mese di agosto 2023, era stata pubblicata la graduatoria dei quarantanove professionisti idonei all’incarico di direttori generali nella sanità pubblica della Regione Sicilia. Il governo regionale, su proposta dell’allora assessore alla Salute Giovanna Volo per garantire la continuità gestionale e funzionale degli enti, con due decreti aveva prorogato gli incarichi in fino a gennaio 2024.
“Dunque, l’iperattivismo registrato, durante l’estate del 2023, da Cuffaro e Carmelo Pace (deputato Dc all’Ars ndr) e dalle fila dei soggetti a loro vicini, anche e soprattutto politicamente, – ritengono i magistrati – si collocava in un contesto di febbrile intermediazione fra la politica e il mondo della dirigenza sanitaria, finalizzata a collocare ai vertici delle Asp questo o quel dirigente, ciascuno sponsorizzato da una fazione politica piuttosto che da un’altra”. “Fidelizzare un dirigente, sponsorizzandone e propiziandone la nomina, come intuibile, – spiegano – voleva dire, a cascata, acquisire credito per incidere sulla nomina dei direttori amministrativo e sanitario e, consequenzialmente, per ingerirsi nella gestione amministrativa della struttura sanitaria”.