Enna. Dipendenti di SiciliAmbiente non hanno diritto alla normale mobilità

Enna. Da oggi e per la prima volta partono le procedure per accertare la responsabilità dei comuni, che non abbiano destinato al funzionamento del ciclo dei rifiuti gli stanziamenti straordinari assegnati dall’amministrazione regionale. La nuova normativa introdotta con la legge finanziaria regionale, la legge regionale 9 del 2010, prevede dure sanzioni a carico delle amministrazioni che si dimostrino incapaci nella gestione delle risorse. Addirittura si prevede lo scioglimento delle amministrazioni e la nomina di un commissario. In provincia di Enna la situazione dell’Ato Rifiuti e di SiciliAmbiente continua a rimanere molto delicata perchè, allo stato attuale, rimane confermata la messa in liquidazione della società per il prossimo 29 luglio e di conseguenza il licenziamento dei 473 dipendenti. Domani si riunisce l’assemblea dei sindaci per valutare la situazione, ma sarebbe auspicabile che i sindaci, per una volta tanto, si impegnino a trovare delle soluzioni valide che consenta di salvare i lavoratori di SiciliAmbiente e nel contempo attivarsi per iniziare quel lavoro che avrebbero dovuto tanti anni fa, invitare gli utenti a pagare le bollette, magari con le tariffe del 2003, perché c’è la necessità di avere liquidità per pagare le spettanze arretrate ai lavoratori che, allo stato attuale, devono ricevere tre mesi di stipendio. E’ inutile che il sindaco di Regalbuto, Gaetano Punzi, dichiara di voler gestire per conto proprio il servizio di raccolta dei rifiuti, non lo può fare per legge e poi gli verrebbe molto difficile perché non avrebbe i mezzi ed il personale. Nella lettera, inviata dal Rappresentante legale di SiciliAmbiente Giovanni Barbano si parla di avvio di procedura per collocazione dei dipendenti in mobilità, ma SiciliAmbiente, essendo una società di servizi, non ha diritto alla mobilità, potrebbe avere diritto a mobilità in deroga, ma questa è subordinata al finanziamento dell’assessorato regionale al lavoro ed ha la durata di un anno, ma già le somme a disposizione per il 2010 sono state impegnate, l’unica possibilità che i lavoratori potrebbero avere è quella della disoccupazione. Poi sarebbe opportuno che Giovanni Barbano e l’AD Totò Marchì verificassero attentamente il bilancio della società dove il deficit non è quello che appare, ma decisamente molto meno. Si è mossa l’Api, la quale sostiene “che l’auspicio è che Sicilia Ambiente eviti l’ennesimo colpo all’occupazione in provincia di Enna, ritirando le lettere di preavviso di licenziamento ai 473 lavoratori ed invece avvii con i lavoratori e le organizzazioni sindacali il necessario dialogo per salvaguardare il diritto al lavoro di numerose famiglie. E’ auspicabile invece che a prevalere siano il buon senso e la responsabilità delle parti , affinchè si arrivi al più presto a soluzioni condivise.