Muore in incidente sull’Agira – Raddusa centauro diciannovenne

Agira. Il rombo di un motore in una notte di fine maggio insolitamente fresca, una decisione fatale e lo schianto tremendo che non lascia scampo ad un corpo ancora nel pieno del vigore. A soli 19 anni il raddusano Francesco Asero ha perso la vita a seguito di un pauroso incidente avvenuto nella notte tra venerdì e sabato sulla strada provinciale 20/III Agira – Raddusa. Vani i soccorsi visto che il giovane è deceduto durante il trasporto in ospedale. Erano all’incirca le due del mattino quando il ragazzo, nato a Piazza Armerina ma residente nel piccolo centro catanese, a bordo della sua moto Honda Hornet 600 ha sorpassato una vettura nelle vicinanze del cimitero raddusano. Una scelta che Francesco ha pagato con il prezzo più caro perdendo il controllo della sua moto e andando a schiantarsi contro una vettura proveniente dal senso opposto di marcia. Nell’impatto con l’Audi A4 guidata dal 23enne catenanuovese P. T. il ragazzo, che portava regolarmente il casco protettivo, è stato sbalzato violentemente e probabilmente ha battuto la testa. Sul posto sono presto giunti i carabinieri del nucleo radiomobile di Palagonia che hanno allertato gli operatori della locale postazione del 118. Poi il trasporto in ambulanza con la speranza di salvarlo anche se le sue condizioni sono sembrate fin da subito gravissime. Il decesso è infatti avvenuto durante il trasporto all’ospedale Cannizzaro di Catania.
“Ho ricevuto questa terribile notizia stamattina prima di partire per Catania per le celebrazioni del 159° anniversario della polizia – dice il sindaco della cittadina etnea Cosimo Marotta – Francesco è stato compagno di scuola di mia figlia per dieci anni e sapere che è morto mi ha raggelato”. Francesco era fidanzato e lavorava in una torneria. “Era un ragazzo tranquillo con una grande passione per le moto e amava stare con gli amici – dice Emanuele, un suo caro amico- aveva comprato questa moto un anno fa e aveva un’idea fissa”. Proprio ieri sera su facebook Francesco aveva infatti pubblicato due link sulle moto. Uno recitava “la moto non è pericolosa. E’ pericoloso chi la guida” mentre l’altro era accompagnato dalla frase: “la musica che ascolto io è quella che esce dalla mia moto”.

Luca Capuano