Formazione professionale Sicilia: CGIL e FLC, nuovo flop del governo

“Sulla formazione professionale ancora una volta registriamo promesse che hanno il sapore dell’ennesimo assegno scoperto, da parte di un governo che sulla vicenda dimostra di essere disorientato e di non avere una vera volonta’ di cambiare le cose”: e’ il giudizio di Cgil e Flc Sicilia sulle ultime decisioni dell’esecutivo in materia di formazione professionale. Cgil e Flc definiscono “un paradosso l’ammissione dell’esecutivo regionale durante il confronto di questi giorni con i sindacati della sua stessa incapacita’ e di quella dell’amministrazione di rendere esigibili gli strumenti per portare avanti la riforma e fare ripartire il sistema”. “Ci piacerebbe adesso sapere- dicono Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil Sicilia e Giusto Scozzaro, segretario generale della Flc regionale- a spese di chi e di quali settori sociali e produttivi , di quali infrastrutture, di quali progetti di sviluppo locale saranno reperite le risorse che il governo promette, avendo chiarissimo che il nodo invece di essere sciolto viene solo spostato e di questo ancora una volta ne pagheranno le spese i lavoratori, in termini di diritti negati. Ci piacerebbe inoltre sapere- aggiungono -se tutto cio’ viene fatto per consentire il mantenimento al lavoro di migliaia di persone con una soluzione definitiva e strutturale o per dare risposta alle lobby e alle clientele”. Maggio e Scozzaro sottolineano che “il patto sottoscritto il 14 aprile col governo e’ stato per il Cgil e Flc una scommessa difficile ma ineluttabile vista la gravita’ della crisi del settore.Invece oggi ci si viene a dire – rilevano i due sindalisti- che abbiamo scherzato e che ancora una volta le ragioni del calcolo politico devono avere la meglio sulla volonta’ di cambiare le cose e di risolvere veramente i problemi.Noi- sostengono- riteniamo che la situazione non potra’ che peggiorare”. Di fronte a quello che definiscono l’ennesimo flop sul piano delle riforme, con un progetto che viene ridotto a mero titolo e nei fatti ritrattato dal governo regionale ”, Cgil e Flc tornano dunque a invocare “l’apertura di un tavolo di crisi con il coinvolgimento delle parti sociali e del governo nazionale”.