Enna. Monaco rientra da incontro a Roma dell’Upi

Enna. E’ stata riunione ricca di prospettive quella che si è svolta mercoledì pomeriggio nella sala riunione dell’Upi a Roma per affrontare il problema della soppressione di alcune province. Un’iniziativa che è partita dall’azione informativa del presidente della Provincia regionale, Giuseppe Monaco, che ha coinvolto tutti i presidenti di Provincia che rischiano la soppressione, quindi quelli che dirigono un territorio provinciale con meno di 300 mila abitanti, sulla base della manovra economica del governo nazionale. Tra i presidenti delle province siciliane non potevano mancare quelli di Enna e Caltanissetta, che sono a rischio soppressione. Tutti i presidenti sono stati concordi sul fatto che debbano essere le regioni ad occuparsi del territorio, istituendo le città metropolitane laddove è condivisibile la modifica dei confini. L’UPI ieri ha presentato 4 richieste: innanzitutto lo stralcio degli articolo 15 e 16 della manovra, che sono quelli che evidenziano la soppressione delle province che hanno meno di 300 mila abitanti e di 3 mila chilometri quadrati di territorio; l’approvazione urgente della modifica dell’ art. 133 della Costituzione , assegnando alle regioni il compito di accorpare le province esistenti se è necessario, l’approvazione subito della “Carta delle autonomie locali”, la previsione di una norma che elimini tutti gli enti strumentali intermedi come gli Ato, i consorzi di bonifica, le società di servizi, con il passaggio delle competenze a comuni e province. Norma che secondo le stime dell’UPI consentirebbe un risparmio immediato quantificabile non meno di due miliardi e mezzo di euro.
Soddisfatto il presidente Monaco, che è rientrato ieri mattina da Roma. “Finalmente si incomincia a trattare su basi che sono concrete e che vanno a rispettare le realtà territoriali – ha dichiarato Pippo Monaco – Non si possono sopprimere province solo perché non hanno 300 mila abitanti o un territorio inferiore a 3 mila chilometri quadrati, sono parametri irrispettosi nei confronti di un territorio ricco di storia, di cultura, di iniziative che hanno un valore notevolissimo. E’ evidente che il documento presentato dall’Upi costringerà il Governo nazionale a riflettere e sicuramente ci saranno delle modifiche sostanziali al decreto, che non era condiviso da nessuno. L’azione dei presidenti delle piccole province si è rivelata tempestiva ed importante.Abbiamo dato motivi al Governo nazionale di riflettere su quello che stava facendo e sui danni incalcolabili che avrebbe provocato”.