Emergenza rifiuti e licenziamenti riunione dei Sindaci a Regalbuto

Regalbuto. Si apre una piccola finestra nella vicenda dell’emergenza rifiuti, della messa in liquidazione della società SiciliAmbiente, che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti solidi, e dei 473 licenziamenti di cui c’è già, di fatto una lettera di messa in mobilità. A Regalbuto, su iniziativa del sindaco Gaetano Punzi, si sono riuniti nella sala comunale i sindaci (ne erano presenti 11), l’avvocato Michele D’Amico, in rappresentanza dell’Ato Rifiuti, Giovanni Barbano e Totò Marchì, in rappresentanza di SiciliAmbiente, Giovanni La Valle in rappresentanza delle organizzazioni sindacali e dopo l’introduzione di Gaetano Punzi, si è parlato in termini concreti della situazione di SiciliAmbiente e del sistema rifiuti che è in crisi, dei costi che partono da una base di 21 milioni di euro, di cui 16 sono il pagamento annuo dei dipendenti e 5 milioni vanno alla Regione per il conferimento in discarica dei rifiuti. Una possibile riduzione del personale, 70 dipendenti, potrebbe avvenire con la fine del comando per questi dipendenti, ma è chiaro che non è la soluzione ottimale. Giovanni Barbano ha dichiarato che i tempi per la soluzione del problema sono stretti, che senza autorizzazione all’esercizio provvisorio non è possibile andare avanti, che il 29 luglio prossimo è l’ultimo termine utile per salvare società e dipendenti, la società è senza soldi, non ha la possibilità di pagare niente; che vi è la necessità di approvare il bilancio del 2009. Il commercialista Michele D’Amico, rappresentante dell’Ato, è stato crudo nel senso che ha detto che per ricapitalizzare la società ci vogliono i soldi, che i sindaci non hanno; indire una gara di appalto non risolve il problema, che i 5 milioni di conferimento in discarica potrebbero essere trasferiti all’Ato e ovviamente la Regione, in questa vicenda, ha le sue responsabilità per cui deve fare qualcosa di concreto per cercare di salvare il salvabile, ma è anche vero che bisognerebbe convincere i cittadini a pagare le bollette, perché urge avere delle liquidità. Ci sono stati diversi interventi da parte dei sindaci, da quello accorato di Pino Bonanno di Leonforte, Filippo Buscemi di Nissoria, Gabriele Zaffora di Villarosa, Antonello Catania di Nicosia. Una delle proposte che potrebbe essere valutata con attenzione è stata quella del neosindaco di Valguarnera, Sebo Leanza, che ha proposto la creazione di un comitato tecnico formato dai sindaci e dai vertici di Siciliambiente ed ATO, con l’obiettivo di trovare una soluzione che eviti il fallimento della società SiciliAmbiente. Leanza ha chiesto di poter ragionare con cifre alla mano, per capire quali sono i costi reali e quali sono i margini entro i quali si può muovere l’assemblea. La proposta è stata accolta favorevolmente da tutti. In conclusione si è stabilito un incontro tra i sindaci e i vertici ATO e Siciliambiente, che si terrà probabilmente il 21 giugno in prima e il 22 in seconda convocazione per cercare di trova una proposta condivisa in modo da evitare il fallimento di Siciliambiente e la perdita di 473 posti di lavoro.


A conclusione dell’incontro abbiamo intervistato il Sindaco di Regalbuto Gaetano Punzi, promotore dell’iniziativa.
Sig. Sindaco, quali sono le ragioni che l’hanno portata a organizzare questo incontro?
La situazione di Siciliambiente e dell’ATO Enna Euno rispetto a qualche mese fa è cambiata. Oggi siamo di fronte a un’emergenza e tutti gli attori devono muoversi per evitare la perdita di posti di lavoro e il fallimento delle società. Ho voluto riunire qui tutte le parti per cominciare un cammino, che ci possa portare a trovare la migliore soluzione possibile. Vorrei che questo fosse un primo passo.
Secondo lei, quali sono le soluzioni possibili per evitare che la situazione diventi gravissima?
Innanzitutto il costo della gestione dei rifiuti in provincia deve essere portato da circa 26 milioni di euro a 21 milioni. Per fare questo credo che si debba innanzitutto incidere sui costi del personale, con una riduzione del 25% e poi incidere le altre voci. Fermo restando che gli operatori ecologici devono essere tutelati, dato che da tre anni sopportano già continui tagli e ritardi nei pagamenti. A questo vanno aggiunti altri tre punti importanti: i comuni devono riprendersi il personale, non si può più applicare il contratto collettivo di Federambiente e si devono cominciare ad utilizzare gli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione, per il personale che in un primo momento può risultare in esubero.
In passato si è contraddistinto per le sue posizioni quasi intransigenti nei confronti dell’ATO. Ha parlato spesso di ritorno del servizio ai comuni e di uscita dall’ATO. Allo stato attuale, crede ancora che questa sia la via possibile per risolvere l’eventuale emergenza rifiuti?
Di fatto con la bollettazione ai comuni, che considero una mia conquista, gran parte del servizio sta cominciando a tornare ai comuni. Chiedo di poter tornare a prendere le decisioni su servizi così importanti per il nostro territorio. Solo i sindaci conoscono le esigenze reali del territorio e ne conoscono a fondo le problematiche e possono prendere le giuste decisioni.
Maria Cristina Roccella