Per l’olio e l’oliva Giarraffa di Giuliana approvato il disciplinale DE.C.O.

La crisi economica, il federalismo fiscale, la disoccupazione giovanile e la globalizzazione dei mercati stimolano i consigli comunali dei paesi sicani ad occuparsi maggiormente delle risorse agricole peculiari del territorio d’appartenenza per la loro valorizzazione, segnando una svolta dei dibattiti assembleari.

A Giuliana, il comune estremo della provincia di Palermo, al confine con quella d’Agrigento e Trapani, su delibera, proposta dal vice sindaco Giuseppe Provinzano e sostenuto dagli assessori Gino Fazio, Pietro Musso, Antonella Campisi e dal Sindaco Giuseppe Campisi, è stato approvato dal Consiglio comunale, presieduto da Francesco Scarpinato e da Anna Colletti, il “Disciplinare De.C.O. di produzione e commercializzazione dell’Olio Giarraffa”.

E così, nella prestigiosa sala del Consiglio Comunale, nel Castello di Federico II° (1 ) e di Eleonora d’Aragona, (2 ) l’oliva e l’olio Giarraffa di Giuliana sono tornati da protagonisti nel dibattito sulle
produzioni agricole tradizionali e sulla loro attualità economica.

Narra la tradizione che alla corte dei regnanti, che abitarono il Castello, agli ospiti d’onore fosse offerto pane nero di tumilia, abbrustolito e condito con olio e olive nere Giarraffa, riscaldate nei bracieri di rame e di terracotta, utilizzati per riscaldare gli ambienti e rendere più appetitosi alcuni cibi, dalle uova, alle cipolle, coltivate nel territorio di Bisacquino, alle olive stesse prodotte dai Giulianesi.

Ed ora, nei ricevimenti del Comune di Giuliana e nel mercato del contadino dell’estate, si tende ad imitare gli usi dell’antica ospitalità del maniero greco-romano-normanno, facendo gustare ai visitatori l’olio e le olive locali.

La produzione dell’olio fruttato leggero di Giuliana da sempre si caratterizza e si differenzia per i sapori di mandorla, di carciofo e di foglie di pomodoro, ed è quindi indicato per condire in maniera eccellente le insalate, tra l’altro per una sensazione di dolce, che si accompagna ad un leggero, piccante e amaro e per l’uso, crudo, per il pesce, ed anche per rendere più appetitose le focacce.

La cucina di classe, come gli agriturismi isolani non possono farne a meno.

La coltivazione e la produzione dell’oliva e dell’olio Giarraffa si perdono nella notte dei tempi, quando i Greci di Selinunte e di Naxos e gli Elimi di Segesta portarono ai Sicani, presto in fuga verso le montagne dell’Etna e della Sicilia centro occidentale in cerca di lavoro e di sicurezza, le prime piante d’ulivo Giarraffa, che iniziarono così la loro penetrazione e diffusione, consolidate poi nei secoli delle dominazioni musulmane. I Greci punivano con sanzioni pesanti coloro che estirpavano gli ulivi.

Oggi la Giarraffa è una cultivar diffusa nella Sicilia centro occidentale, che s’incontra negli oliveti, ma la sua massima concentrazione si registra nel territorio di Giuliana ed in quello coltivato da Giulianesi, nei comuni di Caltabellotta, Sambuca di Sicilia, Bisacquino, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Burgio, Lucca. Nell’area del Belice, invece, lungo le vie di penetrazione dei selinuntini, l’olivo prevalente è quello della cosiddetta “Nocellara del Belice,” che ha avuto il riconoscimento DOP. A Giuliana, terra d’origine vulcanica, cosi come in alcuni comuni sicani dell’ennese e delle falde dell’Etna, per qualità e per costituzione dei terreni, si è storicamente imposta l’oliva Giarraffa.

Che siano stati i Sicani, ad impiantare i primi ulivi Giarraffa è quindi probabile. La pianta, in ogni modo, grazie alla sua capacità di rigenerarsi dalla “ceppaia”, sembra portata alla diffusione ed all’immortalità, anche quando le ricorrenti crisi l’hanno, specie in certi periodi della storia delle dominazioni, trascurata.

I Romani, in ogni modo, a prescindere dalle origini delle piante e dei frutti, amarono l’olio della Sicilia, così come il grano, per le loro caratteristiche organolettiche e per le anticipate,”preistoriche“ coltivazioni biologiche “ante litteram”. Ed i loro autori, Catone e Columella, scrissero volumi sulla coltivazione degli oliveti e su come realizzare l’olio migliore. I monaci benedettini e i Cistercensi portarono poi importanti innovazioni e favorirono la diffusione dei frantoi ed i Normanni e gli Svevi svilupparono in Sicilia la coltivazione degli ulivi. Gli storici locali, stimolati, in particolare, dal capofila, il letterato dottor Antonino Giuseppe Marchese, autore tra le sue numerose pubblicazioni d’opere sulle tradizioni, sulla storia sanitaria del territorio, sull’alimentazione dei numerosi abitanti “centenari da primato“ (1) che vivono nei comuni di Giuliana, Sambuca di Sicilia, Bisacquino, soggetti di recenti studi dell’Università di Palermo, studiano le possibili rifluenze sulla longevità delle caratteristiche medicinali dell’olio locale.

Non è, infatti, improbabile che ai dna genetici dei centenari si unisca come coadiuvante l’olio d’oliva. Che sia stato inconsapevole fattore di medicina preventiva l’uso fatto dalla popolazione, anche senza conoscerne le proprietà antiossidanti, le ricette dei dietologi e le caratteristiche organolettiche più attuali, in ogni modo, confermano alcune peculiarità sanitarie dell’olio.(10)
E’, infatti, dotato di proprietà in grado di equilibrare la pressione sanguigna, le disfunzioni glicemiche, il tasso di colesterolo nel sangue e quindi di prevenire l’artereo sclerosi.
Composto essenzialmente d’acidi grassi monoinsaturi, molto digeribili, che aiutano a mantenere alto il livello di colesterolo buono HDL e riducono l’effetto del colesterolo cattivo LDL.
Mentre l’altissimo valore nutrizionale è stato evidenziato sin dall’antichità da Democrito.

Nel paese di Giuliana, capitale dell’oliva Giarraffa, sta, di fatto, l’olio “salva – salute” va a ruba, e i numerosi Centenari, che vi abitano, ne hanno fatto largo uso. Per non parlare della naturalezza dei cosmetici a base oleosa, tramandati dall’antichità. E gli emigrati nelle diverse parti del mondo, che tornano in estate a Giuliana, se ne partono con qualche bottiglia d’olio “originale” in più di quello autorizzato e concesso dalle autorità portuali, per condire le insalate per le grandi occasioni in USA, in Canadà, in Argentina, in Australia, in Germania, in Gran Bretagna, in Francia ed ora nei paesi Orientali, anche perché in commercio l’olio Giarraffa si trova, in genere, non certificato e originario ma miscelato negli oli extravergine.

Non è, infatti, peregrina l’ipotesi di trovarne parte, nell’olio Val di Mazara DOP, Valle del Belice DOP, e può essere nell’olio extravergine d’oliva Colli Niscemi Dop e delle colline ennesi Dop. (8).

Gli Amministratori Locali, appaiono motivati, pertanto, dalla consapevolezza di salvaguardare
le coltivazioni esistenti, le produzioni peculiari e prevalenti del territorio agricolo di Giuliana, anche per salvare il valore ambientale, paesaggistico e antropologico degli uliveti, simboli mediterranei per eccellenza (9). Alto è inoltre il valore sociale per l’occupazione prodotta nelle settimane e nei mesi della raccolta delle olive, che dura fino a gennaio, quando uomini e donne sono occupati per un notevole numero di giornate nel settore olivicolo.

Si nota il crescente interesse mostrato da quanti acquistano direttamente dai produttori e dagli oleifici le olive e l’olio Giarraffa e che, in assenza di strutture per la conservazione e valorizzazione del prodotto, i commercianti fanno incetta del prodotto da utilizzare per correggere e modificare altri olii, con l’ olio giulianese, e pertanto gli amministratori hanno deciso ora di mettere, finalmente, ordine nel settore.

Già, dalla Giunta comunale Russo- Campisi- Altamore, (7) negli anni novanta, l’Amministrazione comunale, seguita poi dalle successive, ha, infatti, attenzionato i problemi dell’olivicoltura, rilevando, in una prima relazione predisposta per il Piano Regolatore del Comune, il censimento sulla consistenza degli impianti ed avviando alcune iniziative. Ed è in corso, da anni, il primo riconoscimento IGP per l’oliva Giarraffa. Si sono allertati, nel frattempo, gli Enti di formazione professionale, con diverse sedi nell’area interessata alla coltivazione d’ulivi Giarraffa, per programmare nelle sedi di Giuliana, Bisacquino, Sambuca di Sicilia, Caltabellotta, Palazzo Adriano, Lucca, anche con ATS con le Scuole,l’Università ed i Comuni, iniziative sulle piante medicinali, su l’ulivo, su la cipolla, per coltivatori e capi aziende.

L’Amministrazione comunale si è adoperata, da parte sua, a svolgere un’azione promozionale per la diffusione delle piantagioni d’ulivi Giarraffa, al fine di un’integrazione dei vuoti nelle aree del territorio con nuove piantagioni. E la produzione dell’olio e delle olive Giarraffa è aumentata. Ora è allo studio dell’Amministrazione un centro di ricerca, con docenti universitari e tecnici locali sulla cultivar Giarraffa, che sarà ospitato al Castello di Federico II, e non mancano le proposte per concorsi di idee per rappresentazioni museali della storia e della coltivazione di questa pianta immortale. L’attuale Giunta comunale, Campisi-Provinzano, sostenuta da un sensibile Consiglio comunale, presieduto da Francesco Scarpinato, dopo avere consultato i titolari d’alcune aziende produttrici dell’oliva Giarraffa e constatata la vocazione d’alcuni terreni e l’intraprendenza di provetti coltivatori come il prof.Santo Musso, il sig.Michele D’Aiuto, le ditte Cacioppo Michela, Collura Paola, Calandrino Antonino, Guella Gaetano, Ciravolo Antonella, Rizzo Salvatore, Sparacino Vincenzo, Campisi Maria Concetta, Antonino Scaturro, Di Natale e tanti altri, considerata l’esistenza di nuovi impianti significativi, come in contrada S.Giovanni, ha organizzato le prime giornate di studio con la Soat di Chiusa Sclafani (3).
Dopo avere interpellato molti imprenditori agricoli e studiato i tentativi consortili messi in atto dai produttori, ora per proposta della Giunta comunale, il Consiglio ha approvato il primo Disciplinare DE.C.O. La normativa predisposta definisce i requisiti che devono essere soddisfatti per potere utilizzare la “Denominazione Comunale d’Origine Oliva Giarraffa di Giuliana” nella commercializzazione del prodotto lavorato in olive verdi e nere.
Esso mira: alla valorizzazione della produzione dell’oliva da mensa “Giarraffa” attraverso il marchio, a rendere riconoscibile il prodotto al consumatore finale, garantendone la tipicità e qualità; a garantire il mantenimento e la miglior diffusione in loco delle tecniche tradizionali di produzione e di trasformazione; a rendere possibile la costituzione di un circuito di qualità locale a cui partecipino produttori, trasformatori e distributori a vario titolo.
Il Consiglio Comunale, dopo un ampio dibattito, nell’approvazione definitiva, con la quasi unanimità dei consiglieri, (di maggioranza e minoranza), ha esteso l’utilizzazione del DE.C.O. proposta dalla Giunta, ai coltivatori giulianesi che operano in aziende viciniore a quelle del comune.
Gli interessati troveranno, il Disciplinare con le modalità richieste per il riconoscimento nel sito del comune di Giuliana.(4)

E’ augurabile, che l’Unione dei Comuni del Sosio e il Parco dei Monti Sicani, adottino similari disciplinari per ulteriori sviluppi e per la successiva verticalizzazione dell’iniziativa, come per altri prodotti locali e sostengano le proposte volte alla rappresentazione, ricerca, valorizzazione della produzione. Vanno ricordate nel comprensorio in questione la cipolla di Bisacquino, le ciliegie di Chiusa Sclafani, i garufi di Giuliana, gli asparagi di Campofiorito, le pesche di Bidona, prodotti solo in parte attenzionati.
La Regione e le istituzioni competenti non potranno ritardare, oltre, la certificazione degli oli e tra questi, innanzi tutto, per il valore che detiene, “l’Olio Giarraffa”. Non ci si può meravigliare del fatto proprio che l’olio “certificato” in Sicilia sia ancora in percentuali bassissime (era 1% nel 2005), mentre crescono, a livello nazionale e internazionale le richieste degli oli caratteristici di origine controllata ed aumentano le richieste di olive da mensa di eccellente qualità.

Ferdinando Russo
onnandorusso@libero.it

1) A.G.Marchese, Il castello di Giuliana Storia e Architettura, presentazione di Maria Giuffrè, IlaPalma, Palermo 1996

2) A.M.Russo, Giuliana e i Peralta tra Sicilia e Navarra, Aiello, Bagheria 2002

3) Orizzonti Sicani, vedi sito www.orizzontisicani.it alla voce Giuliana, Soat N.110 Corso sulle olive da mensa a Giuliana

4 ) Il sito del comune di Giuliana www.comune.giuliana.pa.it

5) Sapori e gusti di Sicilia in www.saporiegustidisicilia.eu/rintracciabilità

6) F.Russo, in articoli su I centenari di Giuliana studiati dallo storico A.G.Marchese in www.maik07.wordpress.com- Anni 2009-2010

7) F.Russo, Ricordando Giuseppe Altamore in CNTN-Palermo -2007-

8) P.Boni in rivista ARS-12-7-2008

9) P.M.Musso, nel giornale on line Vivienna…Il Comune di Giuliana si candida a studiare l’olio Giarraffa, vedi www.vivienna.it e www.giuliana.comune.pa.it

10) P.Coricelli, L’arte italiana dell’olio d’oliva –www.coricelli.com/cottura.htm