Vescovo Piazza Armerina Mons.Pennisi: In Italia dilaga corruzione e clientelismo

Corruzione e clientelismo sono ”fenomeni di sempre” ma ”hanno assunto in Italia proporzioni quantitative e caratteri qualitativi inediti”.

E’ una denuncia forte quella che mons. Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina, lancera’ questa sera a Venezia dove terra’ una lezione su ”Don Luigi Sturzo e la questione morale” alla scuola di formazione all’impegno sociale e politico promossa dall’ufficio per la Pastorale Sociale del Patriarcato di Venezia.

”La rete della corruzione – osserva mons. Pennisi che ha diffuso oggi il testo del suo intervento, rilanciato dal Servizio di Informazione Religiosa della Cei – si e’ estesa” e ”accanto alle strutture di potere ufficialmente riconosciute vengono consolidandosi forme occulte di potere quali la massoneria, la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta mentre, a livelli meno eclatanti si assiste allo sviluppo della logica perversa della raccomandazione e della bustarella come vie considerate ineluttabili per ottenere favori o anche per far valere i propri diritti. Rispetto a questo fenomeno c’e’ stata la reazione da parte della magistratura e dell’opinione pubblica definita ‘tangentopoli’, ma pare che la corruzione anche se in forme piu’ larvate non sia finita”. Per il vescovo di Piazza Armerina, ”cio’ che impressiona ed allarma e’ lo stato diffuso di acquiescenza e di rassegnazione passiva di fronte a fenomeni gravi dal punto di vista morale”.

Ed aggiunge: ”Da un lato ci si scandalizza per le manifestazioni di corruttela presenti nella classe politica, ma dall’altra si concorre ad alimentarle mediante il ricorso sistematico al clientelismo quando si tratta di affermare i propri interessi, anche a scapito di quelli degli altri”. Il vescovo parla quindi di ”un diffuso senso di disagio tra la gente nei confronti della politica e della sua gestione”.

E osserva: ”La politica oggi e’ malata. E questa malattia ha sintomi evidenti: la caduta delle motivazioni ideali, il rinascere di atteggiamenti qualunquistici: il rifiuto delle responsabilita’ politiche che spesso diventa vero e proprio assenteismo; il rinascere di egoismi corporativistici; la criminalita’ organizzata e i suoi legami, piu’ o meno subdoli, col mondo politico e della pubblica amministrazione.

Il segno piu’ grave di questo malessere sociale e’ la crescente perdita di credibilita’ dei partiti e delle istituzioni pubbliche. La gente non si sente piu’ rappresentata dai partiti ed avverte che il distacco col palazzo e’ sempre piu’ profondo”. Secondo Pennisi occorre lavorare per una ”rinascita della politica”, che ”deve passare attraverso una rifondazione etica della politica che ridisegni il quadro dei valori e degli ideali, se non vuole ridursi a mero affarismo”.