Piazza Armerina. Mons. Pennisi al convegno regionale: “Educare in Sicilia: risorse e problemi”

La Conferenza Episcopale Siciliana, Centro regionale per l’educazione cattolica la scuola e l’università ha organizzato un convegno regionale dal tema: “ Educare in Sicilia: risorse e problemi”. Questa la relazione del vescovo della Diocesi di Piazza Armerina, mons.Michele Pennisi: “Un sentito ringraziamento per la passione con cui vi impegnate nella pastorale educativa e scolastica che deve caratterizzarsi per un maggiore slancio nel prossimo decennio, che in seguito alla decisione della 59° Assemblea Generale della CEI, avrà il tema dell’educazione come l’asse intorno a cui costruire il futuro cammino pastorale della Chiesa in Italia.
Questo convegno, organizzato dal Centro regionale per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università, sul tema “Educare in Sicilia: risorse e problemi” è stato pensato da alcuni anni in collaborazione con gli Uffici diocesani di pastorale scolastica e per l’insegnamento della religione cattolica e con le aggregazioni ecclesiali impegnate nel campo educativo e nella fase finale ha voluto coinvolgere anche la pastorale familiare e giovanile in vista della realizzazione di una pastorale integrata.
Scopo del Convegno è quello di analizzare la situazione della Educazione Cattolica , della Scuola, dell’Università, dell’istruzione e della formazione professionale in Sicilia
– in vista dei problemi connessi con la realizzazione del federalismo fiscale in una regione a statuto speciale come la nostra
-per far conoscere le buone pratiche come risorse da valorizzare in vista della realizzazione di uno sviluppo integrale della nostra isola.
La sfida educativa va affrontata tenendo presenti alcuni recenti documenti del Magistero della Chiesa: L’Enciclica Caritas in Veritate, i documenti della CEI Per un Paese solidale. Chiesa Italiana e Mezzogiorno e il documento programmatico per il prossimo decennio: Educare alla vita buona del Vangelo in riferimento alla situazione della nostra Isola.
Mi pare fondamentale quanto affermato nel documento al n. 17:”Sin dal 1996 i Vescovi siciliani hanno additato la sfida educativa come la più decisiva per lo sviluppo integrale del Sud. Essi hanno spiegato chiaramente che le metamorfosi sociali ed economiche che si sono attuate anche nel Mezzogiorno hanno reso sempre più incerto sia il senso della socialità sia quello della legalità. Il deficit di senso della socialità “ha prodotto tendenze egoistiche, gonfiando il catalogo dei diritti e delle pretese dei singoli, esaltando l’individualismo, lasciando in ombra i doveri, le relazioni, le responsabilità”.
[…] Per far maturare questa particolare sensibilità, spirituale e culturale a un tempo, è necessario impegnarsi in una nuova proposta educativa, rigenerando e riordinando gli ambiti in cui ci si spende per l’educazione e la formazione dei giovani. La questione scolastica dev’essere affrontata come espressione della questione morale e culturale che preoccupa tutti in Italia e che nel Mezzogiorno raggiunge livelli drammatici.
La sfida dell’educazione, deve tradursi in una vera passione per le giovani generazioni, alle quali va sempre nuovamente offerta la proposta del Vangelo come risposta alle attese della ragione e del cuore in un felice intreccio tra educazione dell’uomo ed educazione del cristiano.
Non dobbiamo dimenticare che al centro di ogni processo educativo e di ogni Pastorale scolastica o universitaria ci debbono essere i giovani come soggetti.
A questo proposito desidero richiamare quanto ha detto il card. Angelo Bagnasco nella prolusione al Consiglio permanente della Cei lunedì scorso.
La questione educativa è strettamente connessa con la questione sociale di uno sviluppo autentico ed integrale che presuppone una “cultura del bene comune, della cittadinanza, del diritto, della buona amministrazione e della sana impresa nel rifiuto dell’illegalità”.
Per questo nel programma del nostro convegno abbiamo inserito una citazione del n. 16 del Documento della CEI “Chiesa Italiana e mezzogiorno”: “rivendichiamo alla dimensione educativa, umana e religiosa, un ruolo primario nella crescita del Mezzogiorno: uno sviluppo autentico e integrale ha nell’educazione le sue fondamenta più solide, perché assicura il senso di responsabilità e l’efficacia dell’agire, cioè i requisiti essenziali del gusto e della capacità di intrapresa. I veri attori dello sviluppo non sono i mezzi economici, ma le persone”.
Tutto questo richiede un impegno corale da parte di tutti i soggetti cristiani nella scuola e nell’università, tenendo presente quanto è scritto nel documento. La comunità cristiana offre il suo contributo e sollecita quello di tutti perché la società diventi sempre più terreno favorevole all’educazione. Favorendo condizioni e stili di vita sani e rispettosi dei valori, è possibile promuovere lo sviluppo integrale della persona, educare all’accoglienza dell’altro e al discernimento della verità, alla solidarietà e al senso della festa, alla sobrietà e alla custodia del creato, alla mondialità e alla pace, alla legalità, alla responsabilità etica nell’economia e all’uso saggio delle tecnologie.
Ciò richiede il coinvolgimento non solo dei genitori e degli insegnanti, ma anche degli uomini politici, degli imprenditori, degli artisti, degli sportivi, degli esperti della comunicazione e dello spettacolo. La società nella sua globalità, infatti, costituisce un ambiente vitale dal forte impatto educativo; essa veicola una serie di riferimenti fondamentali che condizionano in bene o in male la formazione dell’identità, incidendo profondamente sulla mentalità e sulle scelte di ciascuno.
Ci auguriamo che questo convegno rilanci la pastorale scolastica e universitaria, collegata in una prospettiva di pastorale integrata con la pastorale giovanile e vocazionale, con la pastorale familiare e sociale”.