Piazza Armerina. Fumata nera per elezione presidente Consiglio comunale

Piazza Armerina. Fumata nera per l’elezione del presidente del Consiglio comunale. Il consigliere Giuseppe Capizzi, Pd, si ferma a otto voti nelle due sessioni di votazione che si sono svolte ieri sera a palazzo di Città. Il quadro politico costituito dall’asse Mpa, Udc e la parte del Pd, vicina a Ranieri Ferrara, non va oltre gli otto consensi, pochini per aspirare alla presidenza. Sul nome di Capizzi, i leader Mattia, Lantieri e Ferrara, non sono riusciti a far convergere, nonostante i diversi tentativi, il consenso di tre consiglieri comunali che sarebbero stati sufficienti alla elezione di Capizzi a presidente. La seduta viene sospesa e rinviata a data da destinarsi. Il segretario del Pd, Ranieri Ferrara, a fine Consiglio comunale ha fatto capire che il candidato alla presidenza rimane Capizzi e si è detto soddisfatto perché l’accordo politico Mpa, Udc e Pd ha tenuto esprimendo, per due volte, gli otto voti a favore del giovane consigliere del Partito democratico. Le malelingue sostengono il contrario: Forse il buon Sebastiano Lantieri, che ieri sera ha fatto capolino in aula consiliare, leader maximo dell’Udc, sapeva tutto. Ora, bruciato il nome del consigliere Capizzi può farsi strada con un suo candidato alla presidenza, sul cui nome potrebbero convergere una parte dei voti dei consiglieri del Pd, che sembrano ormai in rotta di collisione con il sindaco Nigrelli, dopo la furibonda lite dell’altro ieri sera a Sala delle Luci su chi dovrebbe ricoprire il ruolo di assessore al bilancio, rimasto vacante a seguito delle dimissioni di Ciccio Restivo. Il quadro politico, nel momento più delicato che vive la città, rimane molto confuso e per certi versi delegittimato dai cittadini, stanchi dei soliti giochini e che da tempo chiedono alle Istituzioni che la politica si avvicini alla città e che sappia ascoltare i problemi della gente. Per la cronaca sono state due le sessioni di voto entrambe hanno registrato: 8 voti a Giuseppe Capizzi, 9 schede bianche, 1 per Rosario Paternicò, 1 per Carmelo Gagliano, 1 per Calogero Centonze. Prima che il vicepresidente, Ilenia Adamo, desse il via alle operazione di voto, ancora una volta si è sollevata la questione se l’aula può legittimamente operare in assenza di presidente. Da una parte hanno sollevato dubbi il consigliere del Pdl, Rosario Paternicò, che ha fatto mettere agli atti un parere dell’assessorato regionale agli enti locali, richiesto nel 2006, in occasione delle dimissioni dell’allora presidente Basilio Fioriglio, parere che sosterebbe che l’aula, per poter continuare a svolgere i compiti istituzionale a cui è chiamata, deve avere eletto il suo presidente. E il consigliere indipendente Basilio Fioriglio che rivendica la necessità di discutere, al più presto, le sue proposte di modifiche allo statuto comunale a cominciare dall’ipotesi dell’assenza dell’istituto del presidente. Di diverso avviso sono stati gli interventi del consiglieri del Pd Azzolina e del vicesegretario che presiedeva l’aula Buscemi.

Guglielmo Bongiovanni