Comitato cittadini contro abolizione Provincia Enna
Enna-city - 24/08/2011
Enna. Stando a quanto stabilito dalla recente manovra dello scorso 12 agosto che ha fatto grondare di sangue il cuore del Presidente del Consiglio, la nostra provincia, avendo meno di 300.000 abitanti, verrà cancellata. Moltissime sono state le reazioni da parte del mondo politico ennese al quale si aggiunge ora anche quella del Comitato promotore per i diritti dei cittadini che in una nota ricorda come “ha sempre difeso la Provincia fin da quando petalo dopo petalo è stata spogliata del Distretto Militare e, più recentemente, dalla Banca d’Italia e dalle più importanti strutture aziendali come Telecom e Enel per non parlare del declassamento della Stazione ferroviaria”. Denunce –dice il coordinatore Gaetano Vicari- che abbiamo fatto puntualmente attraverso i quotidiani, senza tralasciare di volta in volta di interessare anche i rappresentanti istituzionali e parlamentari. Purtroppo nulla è stato fatto per evitare questa emorragia”. Il comitato, quindi, ricorda “le avventure che Enna ha dovuto percorrere per diventare capoluogo di provincia”. “Avventure che iniziano ancor prima dell’Unità d’Italia, nel 1812 quando si discuteva nel Parlamento siciliano la riorganizzazione amministrativa dell’Isola e della sua ripartizione in distretti che avrebbero sostituito la tradizionale suddivisione, decisa dagli arabi, in tre Valli: Val di Noto, Val Demone e Valle di Mazzara. Una aspirazione motivata per la posizione geografica centrale di Enna, per la maggiore facilita di accesso e per la salubrità della sua aria. Un riconoscimento che venne dato nel 1926, ma che subito dopo la seconda guerra mondiale fu messo in discussione, tanto che vi fu una mobilitazione generale della città capeggiata dall’allora sindaco Paolo Lo Manto e da tutti i partiti politici. Un’altro tentativo –ricorda ancora la nota- vi è stato qualche anno addietro in quanto la provincia non raggiungeva i 200 mila abitanti. Apprezzabile in quell’occasione fu la dichiarazione di alcuni comuni del messinese di voler far parte della nostra provincia. Ma tutto fini lì. Eppure erano intenti di adesioni che se portate avanti con impegno dai nostri politici probabilmente oggi avrebbero scongiurato il pericolo di soppressione della nostra Provincia. Ora che fare? –si domanda il Comitato cittadino. Quindi lancia l’appello: “Dobbiamo essere tutti in trincea a difendere la nostra Provincia con tutte le armi che ci dà la democrazia, la Costituzione ed il buon senso. Sarebbe una completa sciagura perdere definitivamente la Provincia dalla quale diverrebbero perdita di posti di lavoro, difficoltà per i comuni e per l’economia del territorio. Insomma, sarebbe un disastro ecco perchè tutti insieme, nessuno escluso dobbiamo difendere la nostra Provincia”.
Pietro Lisacchi