Fra Simone da Calascibetta

Beato fra Simone Napoli da Calascibetta

Nacque a Calascibetta, in provincia di Enna, dalla nobile famiglia dei Napoli. Introdusse la riforma francescana in Sicilia per rinnovare lo spirito genuino della povertà di Francesco d’Assisi e a tal scopo gli fu affidato nel 1534 il convento di S. Anna di Giuliana, in provincia di Palermo, dove rimase sino alla morte avvenuta l’11 ottobre 1546. Vari sono i miracoli che la tradizione attribuisce al Beato Simone il cui corpo riposa a Giuliana nel Santuario della Madonna dell’Udienza.

Tre sono gli insegnamenti che ci vengono dalla vita di fra’ Simone da Calascibetta: povertà, penitenza, preghiera
Queste le vie da seguire per una vera adesione al Vangelo

La nascita del beato fra Simone dovrebbe risalire intorno al 1500, ancora giovane e da laico vestì l’abito dei Frati Minori. La sua vita religiosa cominciò nell’erimitario di S.Maria di Gesù, fuori le mura di Piazza Armerina. Viene sostenuto e dimostrato dai ricercatori che si deve al serafico xibetano la fondazione della riforma delle province di Sicilia, concessa con la Bolla di Clemente VII del 16 novembre 1532, che autorizzò i Frati Minori a riunirsi in luoghi eremitici per riscoprire i valori della vita spirituale. E, tra i conventi dell’epoca più importanti sorti fuori le mura, con caratteristica di romitorio, risultano accanto a quello di Piazza Armerina quello di S.Anna di Giuliana e di S.Maria di Gesù di Palermo. Fra Simone ricevette i voti secolari nell’anno 1533; fu guardiano a Piazza Armerina e successivamente trasferito nel convento di Giuliana, trascorreva la sua vita in preghiera, penitenza e sacrifici corporali; andava in giro con miseri abiti e a piedi scalzi, rifiutava di mangiare carne nutrendosi di pane ed acqua, dormiva sulle nude tavole ed risultava essere uno zelante osservatore delle regole. Quindi, una vita dedicata completamente a Dio, lontano da averi e da affezioni e grande imitatore di Francesco D’Assisi. Dalle ricerche si evince che i suoi pensieri erano rivolti costantemente a Gesù, la sua giornata era intensamente piena di preghiera. Questo suo continuo desiderio, lo portava a trascorrere la maggiore parte della notte, in intimo rapporto con Dio, dove durante quelle orazioni, il Signore gli comunicava tante grazie, tanto da essere ritenuto, non solo dai frati, un santo. Risulta che al suo passare la gente correndogli dietro baciava il suo abito e si raccomandava alle sue orazioni.

Per la sua fama di santità, per i miracoli che il Signore tramite lui concedeva, fu amato dalle popolazioni e la sua fama raggiunse tutta l’isola. Operò diversi miracoli ancora in vita e predisse il giorno della sua morte che avvenne l’11 ottobre 1546. Dopo la morte e per volontà del conte Alfonso Cardone le spoglie del frate vennero seppellite nel convento di S.Anna a Giuliana, mentre il mantello fu donato alla città di Chiusa Sclafani. Subito dopo la morte cominciarono i pellegrinaggi da tutta la Sicilia, ottenendo miracoli e, anche, dopo cento anni dalla morte partivano ancora pellegrini da Calascibetta. Tra i miracoli risulta nell’anno 1616 che Giulio Leonardo Seminatore, affetto da un grave morbo alle gambe, posto vicino al feretro del frate, “restò sano e libero da quella malattia”.
Grazie allo studio, iniziato alcuni anni addietro, dal dott. Mario Liberto e dal prof. Giovanni Lo Cascio, che hanno condotto certosine ricerche sulla vita e sui miracoli del frate minore Simone Napoli, studi che hanno suscitato in tutta la comunità religiosa xibetana grande interesse, è stato ‘riscoperto’, dopo cinque secoli questo Beato. Il due dicembre del 2001 la città di Calascibetta ha accolto la reliquia del beato.