Rumena costretta a prostituirsi, seviziata e ridotta in schiavitù: chiesto annullamento sentenza

Il Pg della Cassazione ha chiesto di annullare con rinvio la sentenza della Corte d’Appello di Catania sulla storia di Julia, rumena di 28 anni che arrivata in Italia con la promessa di lavoro, è stata poi costretta a prostituirsi, seviziata e ridotta in schiavitù all’interno di un circolo “culturale” di Ramacca, dove la ragazza sostiene di esser stata letteralmente segregata. Gli imputati per questo processo sono l’aidonese Giuseppe Donato e la rumena Joana Marinela Chiss, che sin dall’inizio hanno professato la loro innocenza. In appello erano stati condannati a 14 anni Donato e 9 anni per Chiss. Il ricorso in Cassazione è stato presentato dagli avvocati Curcuraci e Dominici per Donato, Luca Di Salvo e Renata Accardi per la Chiss.
Ieri il pg ha chiesto di rimandare tutto il carteggio alla Corte d’appello di Catania e quindi annullare le condanne per un nuovo esame. Il pg, sostanzialmente non sarebbe convinto pienamente della ricostruzione fatta e che ha determinato la sentenza. Secondo la difesa, questo perché la giovane si sarebbe contraddetta molte volte in momenti “decisivi” del suo racconto e poi, quando il pm ha chiesto per ben tre volte di reinterrogarla, si sarebbe rifiutata, inoltre ci sarebbe stata una testimone sentita in Romania , che l’avrebbe smentita categoricamente. Le difese insomma hanno posto seri dubbi sulla ricostruzione fatta da Julia; messo in dubbio la ricostruzione di una storia che ha dell’incredibile. Secondo l’accusa, formulata dalla procura catanese, i due avrebbero attirato la giovane in Italia proprio per costringerla a prostituirsi e ridurla in schiavitù. Lei, madre di due bambini e sposata con un disoccupato, si sarebbe fidata di un annuncio, che parlava di un lavoro da cameriera da svolgere in Italia, e nel dicembre 2008 sarebbe giunta a Catania, dove poi sarebbe finita nelle spire dei due imputati. In appello agli imputati è stato concesso uno sconto di pena. Ma i due si sono sempre professati innocenti dall’accusa di induzione e sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù, sequestro di persona e violenza sessuale. I difensori, per questo, adesso chiedono alla Suprema Corte di annullare la condanna e assolverli con formula piena. Il pg ha chiesto semplicemente l’annullamento con rinvio. La difesa chiede di rivedere l’intera storia, perché molto è stato costruito su falsità. La storia di Julia si chiuse il 22 gennaio 2009, quando la rumena presentò denuncia.