Salento eVoting: la Puglia prova il voto digitale per le elezioni

Dal Messico all’Europa passando per la Puglia. Si è svolto ieri nei comuni di Melpignano e Martignano l’esperimento di voto elettronico Salento eVoting. La carta sparisce quasi del tutto, e con questa matite e personale coinvolto nello scrutinio. Non si tratta, è bene chiarirlo subito, di esprimere la propria preferenza con l’ausilio della Rete, la democrazia liquida di cui si parla tanto dopo il successo tedesco del Partito Pirata e quello italiani del Movimento 5 Stelle, ma di una gestione alternativa – elettronica, appunto – del processo elettorale.

“Ogni seggio fra materiali e personale costa fra i duemila e i tremila euro“, spiega a Wired.it Marco Mancarella, responsabile scientifico del progetto e vice direttore del Laboratorio di eGovernmentdell’università del Salento. Con l’ urna elettronica sviluppata dall’ Istituto elettorale per la partecipazione dei cittadini dello Stato di Jalisco (Messico) per far votare mille persone bisogna spendere solo due euro in carta. La macchina costa 2mila dollari, ma dura tra i 10 e i 15 anni. Come funziona? L’elettore si reca al seggio e per identificarsi compie l’azione canonica: sfodera il documento d’identità. A quel punto gli viene messo a disposizione un schermo touch screen sul quale vengono mostrate le opzioni di voto, compresa la possibilità di consegnare la scheda bianca. L’urna registra la preferenza ed edita un ricevuta cartacea, ecco dove vanno a finire i due euro, che rimane all’interno della macchina stessa.

Nel caso di contestazioni il presidente di seggio può rompere i sigilli e procedere con il tradizionale conteggio delle preferenze, altrimenti l’urna acquisisce, effettua lo scrutinio e l’invio del risultato in maniera autonoma. L’informazione non viaggia su Internet, ma nel Sistema pubblico di connettività, strumento con cui i Comuni gestiscono i dati e che ha un costo di1.800 euro all’anno. “ In Puglia“, spiega Mancarella: “ ne è dotato il 90% dei Comuni, in tutta la Penisola il 10%“.

Con questo sistema, prosegue il responsabile del progetto, “ si rispetta l’ articolo 48 della Costituzione, che vuole il voto uguale, libero e segreto. Votare da casa via Internet non dà le stesse garanzie“. Mancarella ha studiato soluzioni analoghe in Brasile, Colombia e altri paesi del mondo: l’urna messicana ha solleticato la sua attenzione con la possibilità di conteggiare successivamente le ricevute. Nel caso del primo esperimento non è stato necessario e i 400 cittadini coinvolti hanno portato a termine la votazione senza intoppi. Il prossimo passo sarà quello di utilizzarla in un contesto legale. “ Abbiamo pensato di coinvolgere tre seggi della città di Lecce durante le prossime elezioni europee“, spiega. L’obiettivo è di arrivare all’ Europa: “ Abbiamo fatto al Parlamento Ue una proposta per la promozione del voto elettronico durante le elezioni del 2014“.

Per garantire la sicurezza dell’operazione, gli organizzatori di Salento eVoting si sono rivolti alla Clio spa, “ società concessionaria del Sistema pubblico di connettività. Dal 2005 a oggi la Rete non è mai stata hackerata ed è utilizzata da tutti i ministeri, compreso quello dell’Interno, per gestire i dati. La consideriamo quindi ragionevolmente sicura“, spiega il nostro interlocutore. Il pericolo di un attacco esterno nel passaggio finale del voto dal seggio alla prefettura è infatti uno degli aspetti che rendono la questione delicata. Nel 2006 l’esperimento effettuato in occasione delle elezioni politiche nazionali è stato travolto proprio dalle polemiche legate alla sicurezza, i dati venivano inviati al ministero dopo essere stati raccolti su delle chiavette Usb, e ai costi dell’operazione.

A scagliarsi contro la novità, all’epoca, anche Beppe Grillo. A mettere un punto era stato l’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato: “ Abbiamo deciso di fermare la macchina del voto elettronico. Rinunciamo ai benefici dell’evoluzione tecnologica e ci affidiamo al conteggio manuale, che è meno facile da taroccare“, aveva dichiarato. Nel 2008 ci ha provato il Trentino in occasione delle elezioni provinciali, affiancando però la soluzione informatica a quella cartacea, essendo necessaria la verifica a livello legale.

L’urna messicana, con la produzione delle ricevute e la conservazione delle stesse in una parte del dispositivo chiusa da un sigillo governativo, risponde anche a questa criticità.

Fonte: daily.wired