UIL: abolizione province, ma la politica regionale tutta, non solo quella ennese, dov’è?

“Ritengo opportuno, in merito alla “soppressione delle province”, fare delle considerazioni sullo “stato dell’arte” relative al processo di riforma “impossibile” avviato dal Governatore Crocetta.
Innanzitutto viene spontaneo porsi una domanda: prima di aver deciso di sopprimere le province, il Governatore era a conoscenza delle competenze espletate dagli Enti, dell’entità delle spese sostenute, del numero dei dipendenti, dell’entità dell’indebitamento, dei Km di strade da gestire, del numero delle scuole ed alunni, del patrimonio posseduto, delle partecipate e dipendenti delle stesse, delle modalità di finanziamento (entità dei trasferimenti dallo Stato, dalla Regione e delle entrate proprie)? Si potrebbe continuare nell’indicare ulteriori competenze, ma fermiamoci qui.
Preso atto che la ricognizione di questi dati è stata effettuata solo ad inizio estate, possiamo ritenere che prima è stato deciso di sopprimere le province e poi si è cercato di conoscerle, con le conseguenze che ne derivano.
Se consideriamo, inoltre, che il Governatore, in occasione della sua visita alla Provincia di Siracusa e poi di un incontro avuto con le organizzazioni sindacali, ha affermato che non esiste un problema finanziario per le province ed in modo particolare per gli stipendi dei dipendenti perché “sono finanziati con i trasferimenti statali e lo Stato non ha effettuato tagli”, ci rendiamo subito conto che si naviga nel buio più assoluto.
Il Governatore parrebbe sconoscere che lo Stato ha decurtato alle province siciliane oltre 100 milioni di euro e che la Provincia Regionale di Enna, nella fattispecie, a fronte di un’assegnazione statale che non raggiunge i 2 milioni di euro, sostiene una spesa per il personale di circa13 milioni, per cui ritengo che chi ha deciso la soppressione delle province non ha assunto una decisione consapevole, nella convinzione che queste ultime non avessero avuto bisogno dei trasferimenti regionali, perché erano sufficienti quelli statali. Inoltre, la Regione ha ben pensato di far cassa, ovvero di prendere dalle province risorse da destinare ad altre competenze. Per comprendere questa affermazione basta analizzare dei numeri.
Per il 2012 le province siciliane hanno avuto a disposizione poco più di 100 milioni di euro tra trasferimenti regionali per le funzioni attribuite, pari a 50 milioni, ed entrate per addizionale energia elettrica, pari ad ulteriori 50 milioni (13 incassati direttamente fino al 31 marzo 2012, data dell’avvenuta soppressione e 37 milioni trasferiti dalla regione, che li ha a tal fine ricevuti dallo Stato per la perdita di gettito per i restanti 9 mesi).
Considerato, altresì, che lo Stato ha trasferito alla Regione Siciliana, per il 2013, €. 50.074.612 per essere riassegnate alle nove alle province e che con la L.R. 9/2013 è stata stanziata la complessiva somma di 44 milioni di euro, (10 milioni per trasferimenti regionali e 34 milioni per perdita di gettito della ex addizionale energia elettrica), si desume che la Regione ha sostanzialmente azzerato i trasferimenti regionali(-40 milioni su 50 del 2012) ed ha trattenuto dalle province 16 milioni di gettito della ex addizionale energia elettrica (34 stanziati nel 2013 a fronte di un gettito di 50 del 2012); mancano, pertanto, alle province 56 milioni di euro di cui 16 milioni per ex addizionale energia elettrica e 40 per trasferimenti regionali .
Il problema non è stato certamente risolto con la L.R. 16/2013, la quale incrementa il fondo per le province di soli 5 milioni di euro; anzi, paradossalmente, quest’ultima L.R. ha danneggiato la Provincia Regionale di Enna, avendo abrogato ogni riserva di legge (per Enna era vigente la c.d. riserva aree interne che valeva oltre 2,3 milioni).

Ad oggi, dunque, permane un buco di 51 milioni di euro per le province.
Poiché “ai numeri” sono accostate le competenze istituzionali, ci chiediamo come organizzazione sindacale: come potrà avviarsi l’anno scolastico se le province non hanno le risorse necessarie; come potrà essere garantita l’assistenza ai disabili; cosa succederà a breve, con l’avvicinarsi della stagione invernale, alla viabilità provinciale e come saranno pagati gli stipendi al personale dipendente.
Nonostante le segnalazioni, di rischio dissesto e di tensione sociale, effettuate dai Commissari Straordinari delle province, in occasione dei diversi incontri tenutisi a Palermo con alcuni rappresentanti del governo regionale, agli stessi Commissari sono state prospettate illogiche soluzioni, quali, ad esempio, l’attribuzione della spesa sociale alle ASP e della spesa per le scuole superiori ai Comuni, perché permarrebbe il problema della copertura finanziaria; appare non percorribile il suggerimento del Governatore, cosa alquanto strana se propinata dal latore principe dei temi della legalità, di chiudere i bilanci utilizzando gli avanzi di amministrazione, invitando gli enti a non tener conto delle sanzioni scaturenti dalla violazione del patto di stabilità e considerando tutte le spese, comprese quelle del personale, non ripetitive, stante che dal 1 gennaio le province non ci sarebbero più, il tutto in violazione delle norme previste dal T.U.E.L..
E’ sfuggito, probabilmente, al Governatore, “chiudendo le province semplicemente azzerando i trasferimenti”, che la mancanza di risorse finanziarie impone la messa in mobilità del personale dipendente, così come prescritto dall’art. 33 del D.Lgs 165/2001; infatti, le province, a breve, impossibilitate ad approvare i bilanci dovranno certificare l’eccedenza finanziaria del personale a tempo indeterminato che dopo i due anni di mobilità con l’80% dello stipendio sarà inevitabilmente licenziato.
In merito alla Provincia Regionale di Enna, la cui dotazione organica è in linea con i parametri del T.U. degli Enti Locali se non addirittura sottodimensionata, il tutto rappresenterebbe una doppia beffa. Si precisa, inoltre, che all’interno della dotazione organica è compreso il personale docente ed A.T.A. del Liceo Linguistico Statale “A. Lincoln”, che, al di là di alcune affermazioni apparse sulla stampa locale, è probabilmente quello che rischia meno perché è ben avviata la procedura per un passaggio del personale alle dipendenze dello Stato. Questo almeno sembrerebbe scaturire da un confronto tra la Segreteria Provinciale, la RSU UIL ed i vertici della Provincia, significando, altresì, che non è mai stata messa in discussione l’offerta scolastica in quanto scuola già statale.
Un’altra domanda che ci sorge spontanea: ma la politica regionale tutta, non solo quella ennese, dov’è?
Ci si rende conto che i servizi nel giro di qualche mese si azzereranno? Si vuole prendere coscienza che per contrarre i costi della politica si stanno mortificando, invece, i territori con le loro identità culturali, sociali, economiche ed imprenditoriali?
Ma è proprio vero che le forze politiche non hanno la volontà di contrastare queste scelte per lo più mediatiche?
Presidente Crocetta rifletta ed attui una politica con una progettualità condivisa altrimenti, altro che niente macelleria sociale, si rischia veramente grosso mettendo in ginocchio la sua amata Regione”.

IL SEGRETARIO GENERALE UIL FPL ENNA
GIUSEPPE ADAMO

Comunicato stampa