Tragedia di un artigiano ennese che non può vedere i suoi due figli

Per un artigiano ennese di 67 anni la disperazione è veramente tanta perché il tribunale per i minori di Caltanissetta ha deciso che lui non può vedere i suoi due figli un maschietto e una femminuccia, sino a nuovo ordine , anzi i due bambini devono restare a vivere con le famiglie affidatarie, almeno per un altro anno e mezzo. L’anziano artigiano ha ricevuto ad inizio di settimana la notifica del provvedimento del tribunale minorile, ed ora lo stesso cerca qualche altra via per non perdere i suoi figli. “E’ una decisione che non accetto, è un’ingiustizia , che senso ha che questi bambini continuino a portare il mio cognome, se non devono vivere con me? Tanto vale che mi tolgano la paternità”. L’artigiano vuole fare conoscere la sua vicenda, afferma con la voce piena di pianto di voler bene ai suoi figli e di voler vivere con loro. Nel corso del procedimento penale al tribunale di Caltanissetta sono intervenuti degli esperti che hanno parlato a lungo con i bambini, quindi hanno fatto sapere che i due bambini non potranno incontrare il padre; solo il maschietto potrà avere qualche contatto, almeno una volta ogni due settimane, con la madre. Ovviamente tutto questo perché prevale l’interesse superiore che è quello della salvaguardia dei bambini. Il tribunale scrive che “il padre non può esigere, allo stato attuale della comunicazione e relazione familiare, un rapporto affettivo dai figli ma lo può sperare, ricostituendolo nel tempo, accogliendo quali condizioni opportune e migliori, le decisioni a cui il tribunale perverrà”. L’artigiano ha lottato con tutti i mezzi, ha pregato, preteso, ma c’è davanti un muro eretto dalla giustizia. “Vorrei che qualcuno si interessasse al mio caso – dichiara l’artigiano ennese – Faccio appello a tutti parenti, amici, alla stampa, alle tv. Chi può mi aiuti, perché quello che è capitato a me potrebbe succedere a qualche altro”. Il tribunale minorile, nella sentenza definisce i ragazzini “ben inseriti nelle rispettive famiglie affidatarie, le quali si prendono adeguatamente cura degli stessi”, quindi per l’artigiano non c’è niente da fare, se ne parlerà almeno tra un anno e mezzo.