Leonforte: Consiglio boccia proposta atto deliberativo costituzione S.R.R. ATO 6

Leonforte. Il Consiglio Comunale è stato chiamato a votare un Odg proposto dall’Amministrazione: la modifica delibere del C. C. n. 45 del 26/05/2011 e n. 87 del 24/09/2012- Costituzione Società Consortile per Azioni denominata Società per la regolamentazione del servizio di gestione ATO n°6. Approvazione Statuto ed Atto Costitutivo, lo scorso 23 settembre.

A seguito della mancata adesione del Comune di Piazza Armerina alla SRR di Enna a favore della SRR di “Caltanissetta Sud”;  il Consiglio comunale di Leonforte avrebbe dovuto votare  la modifica di    delibera per  applicare  le  quote di Piazza Armerina agli altri Comuni.  Tuttavia, il C. c.  D’Agostino chiedendo  chiarimenti all’Amministrazione riguardo la  differenza tra SRR e ATO,  ha ribadito che bisognerà  prima definire le ARO (Aree di Raccolta Ottimale  da intendersi come: singoli Comuni con popolazioni superiore 5000 abitanti oppure Comuni che fanno delle convenzioni per raggiungere economie di scala) elaborando il piano d’intervento e poi verificare l’ingresso nella SRR.  Il Gruppo Arca-Mpc  ha redatto un documento politico che ha presentato e letto invitando tutti a sottoscriverlo. E si è espresso sin dapprincipio contrario alla proposta.

Dopo ampie discussioni e titubanze, dei sedici consiglieri presenti, in nove  hanno votato contro la modifica dell’atto deliberativo di costituzione della S.R.R. ATO n. 6 (Arca/Mpc/Megafono, Centro destra, e il consigliere indipendente D’Agostino);  in sette  si sono  astenuti (Progettare Futuro e Pd). Voti favorevoli 0, bocciata dunque la proposta di modifica della delibera.

 

Di seguito il testo integrale del documento presentato dal gruppo Arca-MPC:

DOCUMENTO POLITICO PER UNA SOCIETA’ CHE REGOLAMENTI E GESTISCA RISORSE E NON RIFIUTI!

Oggi, ventitre settembre duemilatredici, ci troviamo a dover votare delle modifiche ad alcune delibere (già approvate dal precedente Consiglio Comunale) di costituzione della Società Consortile per Azioni denominata Società per la regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti ATO n. 6.

Riteniamo che questo Consiglio Comunale debba esprimere con forza una volontà popolare diversa, ferrea, di opposizione ad un sistema inefficiente, lucrativo e clientelare che non ha mai tenuto adeguatamente in considerazione l’igiene e la salute di bambini, donne, anziani, cittadinanza tutta, non ha mai tenuto in considerazione una adeguata tutela dell’ambiente ma ha solo alimentato una società consumistica e, quindi un capitalismo relazionale (economia – finanza – politica). I cittadini ci chiedono: come fate a votare sapendo che se le persone sono e saranno sempre le stesse il sistema inefficiente era, inefficiente è e inefficiente sarà? Sta cambiando solo la forma, qualcuno starà cambiando cravatta, coordinate bancarie, tessera di partito, ma la sostanza (da sub-stantiam, ciò che sta sotto) difficilmente sarà ALTRO dal percolato politico e burocratico che hanno dovuto ascoltare, respirare, toccare, pensare e vedere i cittadini nell’ ultimo decennio.

Quale garanzie, studi, pareri sono stati dati al massimo consesso civico che si trova a dovere prendere una decisione importantissima che caratterizzerà per un trentennio la vita di una comunità? Non può questo Consiglio disconoscere che si gioca al ribasso con i valori costituzionali, con la salute, con la legalità, con l’ambiente, con la vita dei cittadini, soprattutto quelli più deboli e che non hanno voce, tartassati annualmente da tariffe, tasse, imposte senza mai vedere migliorare i servizi e la qualità della vita in generale, senza mai vedere la realizzazione della maggior parte dei servizi che le società per contratto stipulato e per oggetto sociale dovevano e dovrebbero ancora erogare (raccolta differenziata, spazzamento delle vie, delle aree e degli edifici pubblici, scerbamento e sterramento di strade od aree comunali e provinciali aperte al pubblico, pulizia delle caditoie stradali, dentro e fuori i centri urbani etc…). La gente, forse, sarebbe disposta a pagare quanto richiesto se vedesse un impegno serio delle gestioni amministrative pubbliche e private nell’erogazione dei servizi, nel miglioramento della qualità della vita, in una gestione trasparente e non partitica, in  una gestione del ciclo dei rifiuti che porti alla riduzione, al riciclaggio, al riutilizzo e al compostaggio che è la migliore opzione ambientale (da preferire largamente all’incenerimento!) anche in considerazione di quanto dicono le direttive comunitarie; in assenza di conflitti di interesse tra raccolta dei rifiuti e gestione delle discariche.

Il Consiglio Comunale di Leonforte formalmente non sa nulla su molte cose: chi pagherà i debiti pregressi, che fine faranno gli operatori spesso vittime del sistema, che fine faranno gli amministratori/dirigenti che hanno diretto con scadenti obiettivi la gestione? D’altro canto si dice che i dirigenti hanno lamentato l’assenza dei Sindaci e il fatto che questi hanno solo chiesto sconti sui piani di gestione e non servizi! Chi pagherà i danni ambientali, i danni igienico-sanitari, il danno erariale dovuto al mancato risparmio per avere continuato a conferire l’indifferenziato in discarica, il danno economico e d’immagine che hanno subito i territori e gli operatori economici, i danni per avere indotto molti comuni a richiedere l’anticipazione di cassa e quindi il pagamento degli interessi su tali prestiti, i danni per non avere fornito alla cittadinanza la trasparenza del servizio con bilanci sani, prudenti, veri, approvati e tanti altri danni?

Cosa è stato fatto dal 4 aprile 2013? L’Assessorato Regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità aveva emanato e inviato le “Linee di indirizzo per l’attuazione dell’art.5 comma 2-ter della L.R. 9/2010 nelle more dell’adozione dei Piani d’Ambito”: “In base alle disposizioni previste dall’art. 5 comma 2-ter della L.R. 9/2010, i comuni singoli o associati possono procedere all’affidamento del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto, sulla base di perimetrazioni territoriali da loro stessi definite (Aree di Raccolta Ottimali, ARO) e di un corrispondente Piano di Intervento che dimostri che l’organizzazione del servizio nell’ARO rispetta i principi di differenziazione, adeguatezza ed efficienza. Nelle more dell’adozione del Piano d’Ambito, considerata la situazione emergenziale riguardante la raccolta dei rifiuti urbani in Sicilia, nonché l’approssimarsi della cessazione definitiva delle attività in capo alle Società d’Ambito (prevista per il 30 settembre 2013), si ravvisa la necessità di individuare un iter finalizzato ad avviare tempestivamente il disegno organizzativo definito dall’art. 5 comma 2-ter della L.R. 9/2010, con particolare riferimento all’affidamento del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto da parte dei comuni In fase di prima attuazione degli adempimenti di cui alla citata Direttiva 1/2013, è opportuno, dunque, prevedere un percorso operativo che tenga conto anche di quanto appena evidenziato.”

Sapete cosa avrebbe dovuto contenere il Piano d’Intervento? Dalle linee d’indirizzo:

“In particolare, il Piano di Intervento dovrà contenere i seguenti elementi:

1. una ricognizione dello stato di fatto del servizio, con riferimento al segmento di spazzamento, raccolta e trasporto di rifiuti urbani e assimilati;

2. l’individuazione delle criticità eventualmente emergenti dalla ricognizione di cui sopra;

3. il dettaglio delle modalità organizzative del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto;

4. la pianificazione economico-finanziaria, con la valutazione dei costi del servizio.”

Perché nelle more dell’adozione dei Piani d’Ambito non è stata definita una Area di Raccolta Ottimale (ARO) e non è stata fatta una ricognizione dello stato di fatto del servizio, con riferimento al segmento di spazzamento, raccolta e trasporto di rifiuti urbani e assimilati e una pianificazione economica-finanziaria, con la valutazione dei costi del servizio corredata da pareri tecnici, contabili e di quelli dei revisori? Se si fosse fatto tutto ciò la futura SRR avrebbe dovuto tenere conto dei contenuti dei Piani d’Intervento redatti dai Comuni, inclusa la scelta in merito alla modalità di gestione! Concludiamo con alcune proposte avanzate dal Prof. Ord. di Fisica generale dell’Università di Messina Ginatempo Beniamino della Rete Rifiuti Zero Messina:

4 proposte sostenibili per i rifiuti in Sicilia

Abbandonare l’idea dell’incenerimento ed usare i fondi per la costruzione degli inceneritori per realizzare almeno un centro di recupero materiali e compostaggio per provincia (ad esempio: modello di Vedelago);

Affidare la formazione dei cittadini sulla corretta gestione del ciclo dei rifiuti a cooperative sociali e organizzazioni di volontariato;

Incentivare la costituzione di piccole imprese cooperative per l’utilizzo, il riprocessamento e la ricommercializzazione delle varie specie merceologiche recuperate (vetro, plastica, metalli, legno, elettronica, etc…);

Posti di lavoro: sistema di tariffazione/tassazione meno iniquo, che penalizzi i consumi e l’eccessiva produzione di rifiuti, premi il riuso, il recupero ed il riciclo dei materiali;

Suggerimenti per l’immediato ai Comuni

Incentivare il compostaggio domestico della frazione umida cedendo compostiere a prezzo simbolico, semplificando procedure e ampliandone i requisiti di chi può richiederle;

Mettere in funzione le isole ecologiche;

Prendere i contatti diretti con i consorzi obbligatori (COREPLA, CONAI, etc…) per monetizzare i rifiuti;

Campagne di informazione e formazione per riduzione, riuso, recupero e riciclo, con meccanismi a premi per i cittadini virtuosi, sponsorizzati da ditte commerciali;

Raccolta porta a porta con progressiva abolizione dei cassonetti;

Contattare il Centro Riciclo di Vedelago per una visita al Centro Riciclo e per valutare la realizzazione un impianto di riciclo gemello convenzionato con gli altri Comuni.

Non si tratta di sola teoria ma di pratiche (Rifiuti Zero) che al 27 Marzo 2012 coinvolgevano 72 Comuni Italiani (2.230.560 abitanti) mentre al 10 Settembre 2013 coinvolgevano 141 Comuni (3.692.889 abitanti) dei quali 10 sono Comuni siciliani che hanno sperimentato l’importanza di questa risorsa fortemente appetita dalla lobby degli inceneritori e da quella delle discariche. Ma cosa conterà di più per la politica il bene comune dei cittadini o le pressioni politiche di questi potentati economici?

 

Livia D’Alotto