Per un giovani di Villarosa sei anni per dimostrare la propria innocenza

Enna. Ci sono voluti sei anni e tutti i gradi di giudizio perché un giovane di Villarosa, Nicola Rizzo di 39 anni, all’epoca dei fatti sorvegliato speciale, per dimostrare che era innocente e che per l’ora della rapina in casa di un villarosano non vedente, lui aveva un alibi certo. Infatti, il giorno della rapina Nicola Rizzo era andato a pranzo dalla sua fidanzata e poi i due erano rimasti a casa sino nel tardo pomeriggio, quando si presentarono i carabinieri che lo cercavano. Anche la fidanzata, accusata di favoreggiamento, era finita in carcere. I giudici della Corte di Cassazione hanno accolto il ricorso che era stato presentato e discusso dall’avvocato Antonio Impellizzeri, ed alla fine hanno annullato la condanna a 3 anni che era stata inflitta a Nicola Rizzo in primo grado e poi confermata in secondo grado. Ora è venuta fuori l’assoluzione con formula piena “per non aver commesso il fatto”. La ragazza era stata condannata a quattro mesi ed è stata assolta “perché il fatto non costituisce reato”. L’avvocato Impellizzeri, molto soddisfatto, ritiene che si tratti di una sentenza “eccezionale”, in quanto la Corte di Cassazione ha esercitato appieno i suoi poteri di legittimità, riconoscendo l’estraneità del ragazzo alle accuse, annullando di fatto le due precedenti sentenze. Rizzo era stato accusato nel novembre del 2007. Secondo l’accusa, Rizzo era andato a casa di un non vedente, gli aveva tappato la bocca con forza per non fargli chiedere aiuto e lo aveva derubato di circa 70 euro che l’uomo teneva in un sacchetto di plastica nel tavolo. La rapina era aggravata dallo stato della vittima ed il ladro, quello vero, non si era impossessato solo dei 70 euro, ma aveva cercato di prendere altre cose commerciabili, ma le grida della vittima lo avevano impaurito ed era scappato, lasciando tutto.