Enna. Il sindaco passa sul Bilancio, ma per il Pd c’è poco da far festa, acuito lo strappo

PD_pezzi spaccatoCon sedici voti a favore, dodici astenuti e due contrari il consiglio comunale di Enna ha approvato il bilancio di previsione 2013. “È un bilancio approntato a favore delle fasce più deboli e che in generale non aumenta le tasse” ha detto l’assessore Vittorio Di Gangi parlando di modifiche apportate di volta in volta che si sono presentate delle novità. “La vittoria è quella di aver presentato un bilancio di resistenza” ha aggiunto Di Gangi ribadendo le difficoltà avute “nei servizi che noi riteniamo essenziali ed a cui abbiamo concentrato i fondi”; l’assessore ha inoltre annunciato l’avvio a giorni dell’assistenza domiciliare e ricordato il sostegno agli indigenti, alla mensa scolastica e al trasporto degli alunni “seppur in compartecipazione”.
L’assessore al bilancio ha quindi chiesto una riflessione sul bilancio 2013, ma soprattutto sul 2014 perché “i momenti difficili non sono passati”. Su posizioni oltranziste i consiglieri Falciglia e Scillia con il primo che ha motivato il suo no “per l’incapacità programmatica ed organizzativa dell’amministrazione su temi quali canile, piscina, gestione della città” ed allontanando l’accusa secondo la quale il no sia frutto di una negazione di un posto in giunta.
No fermo anche da Scillia secondo cui l’amministrazione, inefficiente, ha perso più occasioni per fare cassa. Il resto dell’opposizione si è astenuta pur distinguendosi tra di essa e confermando d’avere molte anime forti ed autorevoli. Da una parte Contino, Bruno, Fussone, Fiammetta, Gargaglione, Di Pietro, La Porta ed Incardone che ha detto: “L’amministrazione non ha ritenuto di coinvolgere tutte le forze politiche durante l’anno; per quanto ci riguarda non c’è nessun elemento di discussione, ma non abbiamo remore per utilizzare delle somme alla solidarietà sociale e per portare un utile a questa città”.

Dall’altra Ferrari della Destra e il Gruppo Federato con Gloria, Palermo e Cardaci che parla di espropriazione “del ruolo che ci appartiene con la’rrivo del bilancio a novembre. La vera manovra politica l’abbiamo fatta con l’approvazione di tariffe ed aliquote”. Cardaci ha quindi parlato di bilancio senza anima, che non produce nulla di innovativo ed è tornato a chiedere la messa in sicurezza l’archivio storico del “Ventennio”.
A non passare inosservato l’intervento di Gravina (Pd) che, pur approvando il bilancio, ha lanciato delle stilettate al gruppo per il mancato confronto interno, accusa a cui hanno risposto Timpanaro – che ha difeso l’amministrazione “efficiente ed ambiziosa” –  e Salamone negando ogni accusa ed aprendo, anzi, una crisi interna.

Gravina non le manda a dire a Salamone
La discussione sul bilancio ha messo in risalto le turbolenze all’interno partito di maggioranza, il Pd. Lo strappo è ben evidente nelle parole di Gianfranco Gravina, area “Liberal Pd”, e nella risposta del capogruppo Angelo Salamone che ha gettato benzina sul fuoco, ciò mentre l’amministrazione si vede comunque approvare un proprio atto. Gravina ha criticato l’assenza di confronto sul bilancio “nonostante gli sforzi per avviare un percorso di coesione e condivisione che secondo me non c’è stata per precisa scelta che ha espropriato della minima possibilità di confronto. È grave – ha proseguito Gravina – perché c’è l’avallo di chi dovrebbe rappresentare il gruppo”. Un riferimento chiaro a Salamone che nella sua brevissima risposta ha detto: “Il mio partito si è riunito più volte parlando del bilancio e all’unanimità si è data piena fiducia all’amministrazione”, una tesi confermata anche da qualche assessore.

“In questa aula – ha poi attaccato Salamone – non si fanno atti di fede, ma politici. Se si sta in un partito, ci si sta volontariamente”.
L’attacco a Salamone arriva anche da Giacomo Falzone, anch’egli “Liberal Pd”: “Il mio capogruppo ha parlato di riunioni, ma a mia memoria se n’è svolto solo uno dove si parlava di primarie e si dava mandato all’amministrazione per dare indicazioni. Non ci sono logiche strumentali al ricatto ed il nostro contributo non è sulla logica delle spartizioni”. Gravina ha poi detto che il suo è stato un atto di fede legato ad una richiesta del segretario provinciale del Pd, Crisafulli.

“Da domani però si apre un’altra pagina, un altro percorso. Suggerisco una presa di coscienza per affrontare i problemi, da domani nulla sarà come prima, se il nostro contributo sarà ben accetto, ok, altrimenti ci sono altre strade”. Di fatto, però, Garofalo dopo la caduta della maggioranza sull’elezione del presidente del consiglio, passa forte – anche nei confronti dei dissidenti – in aula blindando la tenuta del suo governo e mettendo pressione sulla forza decisiva dei dissidenti.

I numeri del bilancio
Il bilancio, dunque, come elemento di rottura. Un bilancio che Di Gangi ha presentato con un pareggio di 71 milioni e 639.715,02 euro. Le entrate tributarie stimate sono 17.918.166,74 euro; trasferimenti di Stato e Regione 6.860.442,68; extratributarie 4.232.834,57; alienazioni, trasferimenti capitali e riscossioni crediti 17.153.681,5; accensioni prestiti 7.028.223,58; servizi per conto terzi 17.817.594,67; avanzo di amministrazione 628.771,28.

Tale avanzo risulta essere suddiviso in 114.601,19 euro vincolato per spese correnti e 514.170,09 euro non vincolato. Le spese correnti per il 2013 sono stimate in 29.072.062,77 euro; in conto capitale 17.486.503; rimborsi prestiti 7.263.554,58 e per servizi per conto terzi 17.817.594,67.

In quattro anni inoltre la spesa del personale è calata di oltre un milione di euro attestandosi ad una previsione di 8.668.002,26 euro. Per quanto riguarda la riscossione delle imposte in genere, e quindi si parla di Imu, Ici, addizionale Irpef l’amministrazione ha previsto un incasso di 7.623.196,31 euro.