Enna. Crocetta annuncia “area metropolitana”, ma è caos

Si prospetta un fine anno con i botti per la politica ennese e siciliana se l’annuncio del presidente Crocetta sull’idea di accorpare Enna con Caltanissetta dovesse trovare conferme.
A far balzare dalle sedie molti esponenti politici è stato l’annuncio di Crocetta fatto ai capigruppo all’Assemblea Regionale Siciliana a cui ha detto che è sua intenzione istituire l’area metropolitana di Enna e Caltanissetta. Per capire meglio la questione bisogna fare qualche passo indietro e tornare alla soppressione delle Province voluta da Crocetta per dare spazio ai Liberi Consorzi di Comuni. Il Presidente inviò allora i Commissari negli enti soppressi con la promessa di varare una legge entro il 31 dicembre. Era marzo quando Crocetta diede l’annuncio in tv ma da allora si è fatto solo un gran chiacchierare senza che il governo regionale maturasse una decisione vera, reale. Solo propaganda e ad oggi l’unica cosa certa è che Crocetta prende tempo prorogando i Commissari.
Martedì l’ennesimo colpo di scena quando Crocetta comunica ai capigruppo che intende istituire l’area metropolitana di Caltanissetta-Enna lasciando, però, un velo di dubbi ed incertezze sulle sue reali intenzioni e progetti perché in realtà il suo annuncio – a cui ancora non è seguita nessuna proposta ufficiale – dice tutto e niente.
Cosa intende per “area metropolitana”? Ma soprattutto come la intende? Come unione di forze o come un Comune (Caltanissetta) che ne accorpa un altro (Enna)? Se nel primo caso potrebbero esserci delle aperture, nella seconda ipotesi c’è già chi anticipa che si tratta di un atto incostituzionale.
Il Governo regionale con Crocetta in testa in questi mesi, a voler essere ottimisti, ha fatto ben poco e c’è chi già subito dopo l’annuncio tele-propagandistico non si nascose dal dire che a quelle parole difficilmente si sarebbe arrivati ai fatti entro il 31 dicembre.
Da poco meno di un mese, invece, l’on. Cracolici ha presentato un ddl secondo cui sei province si trasformerebbero in liberi consorzi di comuni; Palermo, Catania e Messina invece diventerebbero Città Metropolitane.
Per questa mattina, intanto, il sindaco di Enna ha convocato una conferenza alla quale parteciperanno anche altri sindaci.

La reazione dei cittadini
Non è certamente esaltante tra i cittadini ennesi l’idea di un’Area metropolitana che veda Enna essere annessa da Caltanissetta. Pur essendo quella del presidente Crocetta, per ora, un’idea lanciata ai Capigruppo dell’Ars, non piace l’idea di un ruolo da secondari rispetto alla possibilità di fare da regia.
“L’idea non mi piace, per me – spiega Carlo Mingrino, commerciante – è negativo un accorpamento. Già abbiamo ben poco, se poi dovesse esserci il rischio di veder tagliare alcuni uffici andremmo incontro a disagi economici e sociali per l’intera comunità”.
La soluzione migliore, secondo Mingrino, “è quella di accorpare i Comuni più piccoli concedendone una delegazione che li rappresenti”.
Forma di campanilismo o no, sta di fatto che in molti auspicano soluzioni meno invasive. Come Giuseppe Castro, stimato ingegnere ennese il cui pensiero si può dedurre da un detto che gli è ormai caro ed identificabile: “Sono nato a Castrogiovanni provincia di Caltanissetta e temo di morire ad Enna in provincia di Caltanissetta” dice Castro sempre attento alle vicende cittadine.
“L’accorpamento è un fatto estremamente negativo anche se in questa diatriba secondo me è interessata in qualche modo anche Gela”. Enna, secondo Castro, “dovrebbe guardare con più attenzione verso il territorio messinese dove si estendono Comuni più vicini a noi ed inoltre è un buon territorio economicamente parlando”.
Per Giovanni Nicocia sarebbe opportuno “attendere che Crocetta presenti un disegno di legge e poi dare un giudizio anche se, a ben sentire alcuni commenti, l’idea sarebbe quella di un’area metropolitana con Enna sotto le dipendenze di Caltanissetta. Se così fosse allora sarei contrario, altrimenti che si valutino quali vantaggi porterebbe alla provincia ennese”.
A quest’ultima idea si avvicina anche il pensiero di Angela Riviera, insegnante: “Potrebbe rivelarsi una risorsa se resa funzionale alle esigenze dei cittadini purchè l’accorpamento non crei eccessive forme burocratiche, uno spostamento dell’asse dei servizi e un rallentamento dell’erogazione degli stessi. Se deve essere fatto – conclude la docente – avvenga previa un’organizzazione e non improvvisando”.