Consorzio Enna Tirreno. Il 30 l’adesione dei Comuni messinesi, poi la “microregione”

Libero consorzio EnnaA partire dal 30 agosto i Comuni messinesi dei Nebrodi e della fascia costiera, emaneranno le delibere di adesione al “Consorzio Enna Tirreno”. Prende corpo l’aggregazione territoriale, che prevede Enna come Comune capofila. Il vertice dei sindaci dei Comuni di Santo Stefano di Camastra, Mistretta, Capizzi, Caronia, ha messo a punto i dettagli tecnici e l’unico Comune dell’ex messinese che ancora è titubante sembra essere Tusa. Il programma che è stato stabilito prevede, come ha dichiarato ieri il sindaco di Santo Stefano di Camastra Francesco Re, che il primo Comune a deliberare, sulla base del principio della continuità territoriale, sia Mistretta, con il consiglio comunale che si riunirà sabato 30 agosto. La delibera verrà immediatamente trasmessa a Santo Stefano che delibera nella stessa giornata, quindi trasmissione a Caronia, delibera e infine toccherà a Capizzi. A deliberare successivamente dovrebbero essere anche Pettineo e Castel di Lucio. Smentite, ad oggi, le voci su un “ripensamento” dei Comuni messinesi sull’adesione al consorzio Enna – Nebrodi – Tirreno. Ovviamente non si possono avere certezze, perché sulle delibere dei consigli comunali possono sempre pesare situazioni politiche locali e contrasti tra la linea dell’amministrazione e quella delle forze di opposizione, ma non dovrebbero esserci grosse sorprese e il mese di settembre dovrebbe aprirsi con una ipotesi sempre più concreta, basata su atti amministrativi, del consorzio che vedrebbe Enna con l’agognato sbocco sul mare e una serie di prospettive di rilancio economico e, soprattutto di fronte comune per il miglioramento di infrastrutture e servizi. Intanto si concretizza anche l’ipotesi di un accordo per la costituzione della “microregione Enna Caltanissetta”. L’idea della microregione, che è sovraconsortile e può riunire città appartenenti a consorzi diversi è nata lo scorso luglio nel corso di un seminario che si è svolto prima a Nicosia e che è poi stato riproposto a Caltanissetta. Riunire i territori interni, deboli per economia e occupazione, infrastrutture e servizi, è una ipotesi per evitare un ulteriore isolamento ed impoverimento delle aree interne. Un accordo che dovrà puntare a rafforzare i territori e dare loro capacità di progettare sviluppo e accedere ai fondi comunitari, considerato che i nuovi indirizzi di politica europea per lo sviluppo quali l’Accordo di Programma Quadro fra la Commissione Europea ed il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del Ministero dello Sviluppo Economico, per il periodo 2014 -2020, ripropongono vecchie divisioni tra Nord e Sud, tra città e aree periferiche. L’accordo che potrebbe essere presentato entro la fine di settembre e sul quale dovrà essere sottoscritto un protocollo di intesa tra i Comuni ennesi e nisseni, prevede la creazione di un “Sistema Sicilia Centrale” che opera con il Gaav, il Gruppo d’azione di Area vasta sulle politiche di sviluppo dell’area vasta attraverso stabili meccanismi di governance diffusa. Una associazione tra gli Enti territoriali della Sicilia centrale che può comprende anche aree costiere tirreniche e del Canale di Sicilia, che hanno in comune i “ritardi” nella crescita economica e che rischiano l’ulteriore marginalizzazione e deprivazione indotta dalla contrazione della spesa pubblica. Il Gaav opera per la promozione la tutela e lo sviluppo dei beni comuni, che possono essere il patrimonio artistico come i tribunali e Corti d’appello, il servizio sanitari, i trasporti e le strade, come anche per la programmazione delle politiche e strategie di sviluppo.

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