Regalbuto. Dato alle fiamme durante la notte l’immobile destinato ad accoglienza migranti

regalbuto panorama foto raisiDato alle fiamme durante la notte l’immobile destinato a centro di accoglienza per migranti che avrebbe dovuto aprire a Regalbuto. Le fiamme hanno interessato il primo piano della “ex Asl” dove erano già stati trasportati alcuni arredi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri ed i vigili del fuoco. Un gesto molto grave, segno di una tensione che cresce da giorni nella cittadina del lago Pozzillo. A Regalbuto da pochi mesi opera già il centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo, che ospita una quarantina di migranti. Dopo le iniziali tensioni il centro è stato accettato dalla cittadinanza e i migranti sono relativamente inseriti. Nei giorni scorsi però la protesta era montata per la paventata apertura di un centro di accoglienza gestito da privati a Regalbuto in Piazza San Vito nei locali privati sede della ex Asl. Lo stesso sindaco Francesco Bivona fautore dell’apertura del cento per richiedenti asilo aveva segnalato al Prefetto di Enna le tensioni tra i cittadini allarmati dalle notizie sui privati che l’avevano affittato la struttura per attivare un centro di accoglienza con 100 posti sui 600 previsti in tutto l’Ennese.
Nella notte l’incendio doloso appiccato con benzina della quale sarebbero state trovate tracce.
In serata si riunirà un Consiglio comunale straordinario, richiesto dal gruppo consiliare “Uniti per Regalbuto” che ha raccolto oltre mille firme.
Il Sindaco Bivona, attualmente è assente.

Dalla Prefettura di Enna la seguente nota stampa di precisazione: Con riferimento alle notizie del primo cittadino di Regalbuto secondo il quale non ci sono condizioni di sicurezza “L’emergenza umanitaria derivante dai massicci sbarchi sulle coste della Sicilia ha determinato – già dall’ottobre dell’anno scorso – la necessità di individuare strutture temporanee di accoglienza anche sul territorio della provincia di Enna.
A tale scopo, questa Prefettura ha provveduto – all’esito di una rapida consultazione del territorio effettuata per il tramite dei Sindaci dei Comuni della Provincia – ad individuare delle idonee strutture operanti nel pubblico o nel privato sociale per la temporanea accoglienza. Successivamente, per garantire una maggiore apertura al mercato – data l’esigua presenza di strutture pubbliche – si è provveduto all’indizione dal 28 luglio scorso di una nuova gara rivolta indistintamente ad enti pubblici, privati e del privato sociale. Tutte le amministrazioni locali sono state, pertanto, coinvolte nella ricerca di tali strutture (7 strutture pubbliche o del privato sociale e 3 private) presso le quali 410 cittadini stranieri sono accolti grazie all’impiego di risorse appositamente stanziate soltanto dall’Unione Europea e dallo Stato italiano. Non può, pertanto, condividersi l’affermazione secondo cui il Ministero dell’Interno darebbe indirizzo alle Prefetture “per la gestione di un problema così delicato affidandolo ai privati, che fanno business” “senza coinvolgere i comuni”. Di contro, non può sottacersi che la presenza dei cittadini stranieri richiedenti asilo abbia determinato positive ricadute in termini occupazionali (nuove assunzioni di operatori nel settore della mediazione culturale e dell’assistenza) ed economici (incremento di richieste ai fornitori delle diverse strutture) per le imprese operanti sul territorio della provincia. A ciò si aggiunga, per quanto attiene alle preoccupazioni sulle condizioni di sicurezza delle strutture, che l’individuazione delle stesse avviene all’esito di una verifica specifica che viene svolta da questa Prefettura avvalendosi di apposita commissione.
A tali fini si ritiene pertanto utile la preannunziata attività di verifica predisposta dall’Amministrazione comunale di Regalbuto. Infine, con riguardo alle preoccupazioni in termini di sicurezza ed ordine pubblico – sottoposti per competenza alle valutazioni della Prefettura di Enna – viene evidenziato che, ad oggi, risulta che i cittadini stranieri accolti non si siano resi responsabili di particolari atti criminali ma, al contrario, molti di essi – grazie alla professionalità dei diversi operatori dei centri nonché allo spirito di profonda collaborazione ed al senso ospitalità dei cittadini dei Comuni di Enna, Piazza Armerina, Aidone e Regalbuto – risultano in fase di graduale integrazione nelle rispettive comunità senza determinare alcuna tensione sociale.