Gagliano: no a settimana corta per scuole primaria e secondaria di primo grado

torna-a-scuolaGagliano. Rientrato l’allarme di genitori e insegnanti dell’istituto comprensivo Don Bosco, riguardo alla paventata adozione della settimana corta. Giovedì sera il collegio dei docenti ed il consiglio d’istituto del comprensivo, di concerto con il preside, hanno definitivamente chiarito la questione: niente settimana corta per le scuole primaria e secondaria di primo grado. Solo per Cerami verrà introdotto, il prossimo anno, il tempo pieno su richiesta delle famiglie. Per l’anno in corso tutto rimarrà invariato. “Riusciremo a calibrare l’offerta formativa in base alla territorialità – ha dichiarato il dirigente scolastico, Luciano Maria Sambataro -, accontentando le esigenze delle scuole ricadenti nei tre comuni di Gagliano, Troina e Cerami. Molto proficuo è stato il confronto con genitori e insegnanti”.
La proposta del preside consisteva nell’adozione della settimana corta, fatta di cinque giorni settimanali, anziché sei, con riposo il sabato, ma la proposta non era stata ben accolta da genitori e insegnanti, i quali, nei giorni scorsi, si erano espressi a gran voce nelle assemblee.I genitori interessati avevano persino scritto una lettera al dirigente, spiegando le motivazioni del proprio dissenso. La rimodulazione della settimana avrebbe avuto delle ricadute anche sull’orario scolastico giornaliero, non più basato su ore da sessanta minuti, e questo avrebbe influito persino sui servizi collegati al sistemza scolastico, come trasporto, mensa ecc. Non meno importanti erano considerate le conseguenze sull’organizzazione delle famiglie, firmatarie di un patto formativo stipulato con l’istituto, nel quale era già previsto un monte ore ben preciso, dal quale i genitori non intendevano prescindere. Le perplessità dei genitori derivavano dal timore di un sovraffollamento di nozioni per l’eccessivo numero di discipline nello stesso giorno. A preoccupare erano anche: il rischio di una riduzione dell’offerta formativa; la sovrapposizione dell’orario scolastico con le attività extra-scolastiche, già programmate ed avviate; l’impatto negativo sull’organizzazione delle famiglie che lavorano il sabato. Per tutti questi motivi, i genitori degli alunni avevano espresso ferma contrarietà alla proposta e si ritengono ora soddisfatti del risultato ottenuto.

Valentina La Ferrera





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