Leonforte. Associazione antiracket cancellata dall’elenco della Prefettura

associazione racketL’Associazione Antiracket e Antiusura Falcone e Borsellino di Leonforte, sorta, la seconda in Sicilia, nei primi anni ’90, per iniziativa di un gruppo di imprenditori che ha denunciato il racket del pizzo, è stata cancellata dall’elenco prefettizio delle associazioni antiracket. E questo perché rientrata in una più ampia revisione delle organizzazioni antimafia. A rendere nota la cancellazione è stato lo storico presidente Santo Laneri, imprenditore che negli anni ’90 ha rischiato la vita, assieme ad altri soci, dopo aver denunciato il pizzo e fatto condannare gli uomini di Cosa Nostra a Leonforte. Contro l’esclusione, l’associazione ha presentato ricorso al Tar e nel frattempo Laneri ha scritto una lettera al Prefetto Fernando Guida, chiedendo di rivedere la propria decisione. “Quanto da Sua Eccellenza deciso non lo condividiamo, ma lo accettiamo con risentimento, perché il nostro impegno educativo per la legalità nelle scuole ai giovani non viene accettato – scrive Laneri – la prego di perdonare la nostra non condivisione”. L’associazione, peraltro, alcuni mesi fa si è costituita parte civile al processo di rito abbreviato “Homo Novus”, a carico di alcuni presunti esponenti di Cosa Nostra a Leonforte. Ancora una volta, coraggiosamente, l’associazione – che in questi anni è stata impegnatissima nel fronte della legalità, con incontri costanti nelle scuole e varie iniziative pubbliche – si è posta in prima fila contro la mafia. “Negli ultimi anni l’associazione ha perso alcuni soci, chi per la propria opportunità, chi per garantire i propri interessi – afferma Laneri – ma il numero è passato da poco più di una decina, quanti eravamo all’inizio, a oltre sessanta soci: è prova dell’apprezzamento della conduzione dell’associazione. Ci sono marescialli dei carabinieri, professionisti, imprenditori, sindaci, ma anche dipendenti pubblici e semplici cittadini: ci battiamo per l’affermazione della cultura della legalità. Inoltre, in questi anni abbiamo svolto sottotraccia un’attività in favore della denuncia, assistendo direttamente un imprenditore del nord che ci ha chiesto aiuto. Le innumerevoli iniziative concrete, purtroppo, sono coperte da ovvi motivi di privacy delle vittime. Ma siamo presenti, come lo siamo stati in passato; e come saremo in futuro, indipendentemente da ciò che accadrà, perché l’Associazione Antiracket leonfortese ha seminato entusiasmo e fede alla legalità, dando pace ai leonfortesi. Vorremmo che il Prefetto – conclude – ci ascoltasse e valutasse assieme a noi la revoca di questo provvedimento di cancellazione. L’esclusione per noi è un affronto alla legalità, alla lealtà e alla giustizia. Proprio qualche giorno fa sono stato contattato da un signore di un paese limitrofo per un consiglio contro il racket”.