Decretata la fine del Premio Letterario Città di Leonforte?

Premio Letterario Città LeonforteCronache tavachine a Leonforte. Addolorati per il caso Garko e gioiosi per l’Italicum ci eravamo distratti dalle vicende leonfortesi. La scorsa settimana è stata decretata la fine del Premio Letterario Città di Leonforte, unico momento urbano del paese. Basta così il Premio è stato già fatto e visto e superati i trentacinque rischiava la troppa notorietà. Depennato pure questo dunque, un’altra medaglia sul già ricco medagliere sinatriano. L’amministrazione oberata di impegni ha deciso che data la scarsa adesione al bando non era proprio il caso di insistere oltre. La gente terrorizzata dalla possibilità di mancare alla bibliodiversità si è per tutto il week-end domandata perché? Come è stato possibile far perire un premio che contava trentacinque edizioni, le ultime certo un poco arrancate e sospirate, ma pur sempre memori di nomi come Bufalino, Consolo e Sciascia. Con la cultura non si mangia disse quello e difatti a forza di nutrirsi d’altro i risultati sono sotto gli occhi di tutti. I prossimi candidati al trono sindacale potranno ora argomentare di ospedale, viabilità e centro storico ma anche di rinascita culturale e di recupero monumentale, vuoi mettere? Pazienza ormai è andata così. Prepariamoci all’estate che già bussa alla porta Garibaldi o a quel che della porta rimane. Congiunture astrali e Crisi mondiale con echi universali sfavoriranno ogni possibilità di fare, anche quest’anno e datosi che alla gente i soldi andranno sempre più a mancare e al paese si sarà costretti a permanere, l’amministrazione suggerisce lunghe passeggiate con abbondanti guardate di vetrine, quelle che restano ancora o in alternativa una salita in quel del Casale dove l’allegria impazzerà per ordinanza comunale. Altro non sarà proprio possibile. Certo si potrebbe pure disobbedire e leggersi Sciascia, Consolo e Bufalino magari di nascosto, magari al parco o all’ombra di una fanciulla in fiore, giusto per non farsi trovare impreparati al ritorno del Premio e scoprire magari che Sciascia di tendenza a destra della sinistra scriveva già nel 1978 e che Bufalino lanciava strali contro un popolo incapace di indignarsi per il vizio che lo fa complice. Il rischio però è quello di trovarsi a pensare, conviene? Boh! Forse è meglio di no! Avanti dunque con birra e Karaoke del premio possiamo benissimo fare a meno che tanto c’è molto altro a cui badare: fossi, dossi e tende a esempio o anche ritorni alla casa madre con perdono crisafulliano.