Maurizio Bruno: già Presidente del Consiglio comunale di Enna

Bruno MaurizioEnna. A parlare Maurizio Bruno, già Presidente del Consiglio comunale durante la sindacatura del Sindaco Paolo Garofalo, che traccia un resoconto degli ultimi anni passati negli scranni di sala Euno, dove anche questa volta ritorna con Maurizio di Pietro Sindaco.

Presidente, dopo aver convocato per l’ultima volta il Consiglio comunale, si sente di fare un bilancio del periodo in cui ha ricoperto la carica?

Quello che a caldo mi viene da dire innanzitutto è che è stata un’esperienza senz’altro positiva nell’insieme. Un’elezione che mi colse di sorpresa, ricca di colpi di scena, che mi proiettò consapevolmente in un percorso irto di difficoltà e carico di responsabilità, dovendo svolgere quel ruolo senza appartenere alla forza di governo. Ciononostante ho cercato di dialogare con tutte le forze politiche, anteponendo il buon senso e il bene della cittadinanza alle barricate dettate dall’appartenenza politica. Non posso dire che è stato facile, anzi. Ci sono stati concitati momenti di scontro, come ci sono stati pure momenti significativi di percorsi unanimemente condivisi. Ho messo tutto l’impegno che potevo, con passione, muovendomi sempre dentro la sfera dei principi morali che mi nutrono. Ho ritenuto sempre che la partecipazione democratica dei cittadini fosse la strada giusta per rinnovare la politica e ridarle dignità, per questo ho tenuto sempre aperte le porte di Sala Euno dove tutti gli ennesi sono rappresentati, mettendo a disposizione di cittadini, scuole, associazioni, non solo i luoghi istituzionali ma soprattutto la mia persona, prima ancora che il mio ruolo.
Per questi anni ringrazio tutti i consiglieri, nessuno escluso, il sindaco Garofalo, la sua Giunta e il Segretario Comunale per il suo prezioso contributo. Non posso non ringraziare il personale tutto dell’ufficio di Presidenza che mi ha collaborato con responsabilità e con spiccato senso del lavoro. Quell’Ufficio è infatti l’anello di congiunzione tra il Sindaco con la sua Giunta e il Consiglio comunale, ovvero l’ufficio dove si coniuga Amministrazione e Politica, e dove purtroppo rischiano di scaricarsi le tensioni di natura politica. A ciascuno di loro va la mia stima e la mia gratitudine.

Quali sono stati i punti salienti della sua Presidenza?

Sono tante le iniziative consiliari consumate durante questo periodo. Tra le più importanti ricordo le prese di posizione nette di tutto il Consiglio nei confronti dell’ATO Enna Euno per la gestione della raccolta dei rifiuti in città e in provincia. Così come un altro momento significativo, a integrazione delle attività della Commissione di indagine iniziata sotto la presidenza Vetri, è stato il forte sollecito nei confronti dell’ATO idrico, per ottenere chiarimenti riguardo la gestione del Servizio idrico integrato che ha permesso, a discapito dei cittadini, uno smisurato aumento del costo dell’acqua.
Ricordo poi il Consiglio Comunale aperto celebrato presso l’Ospedale Umberto I, con appello ai cittadini di partecipare, in cui fu approvato un documento indirizzato ai competenti organi istituzionali per sollecitarli a risolvere le gravi difficoltà e le problematiche legate alle anomalie, alle disfunzioni e alle inefficienze del nostro all’Ospedale ennese. Come pure ricordo il Consiglio aperto celebrato alla Kore con i sindaci e gli amministratori dei comuni del Libero Consorzio e dei comuni nebroidei che avevano manifestato l’interesse a passare col Consorzio ennese. Ricordo anche la posizione forte presa unanimemente in un Consiglio aperto per difendere la nostra Prefettura dal paventato rischio di soppressione.
Con piacere ricordo il Consiglio Comunale celebrato al Teatro Garibaldi in occasione della cittadinanza onoraria conferita al Prefetto Santi Giuffrè e allo scrittore Andrea Camilleri.
Sono stati veramente tanti i momenti significativi in questo periodo; pagine importanti scritte insieme a tutti i consiglieri, che resteranno per sempre impresse nella mia vita.

Tra gli obiettivi raggiunti ce n’è qualcuno che le sta più a cuore?

E’ l’obiettivo che più di tutti mi ero fissato di raggiungere, ed è l’eliminazione della Vª Commissione Consiliare, che permetterà al nostro Comune di risparmiare d’ora in poi non meno di 80 mila Euro l’anno. E’ stato il risultato di un enorme lavoro diplomatico, svolto, è vero, tra incomprensioni e scontri, ma anche che con la preziosa collaborazione della Iª Commissione e di diversi consiglieri sia di maggioranza che di opposizione.

Quale sarà il suo ruolo nella prossima legislatura?

Voglio tornare in Aula a svolgere il mio ruolo di Consigliere, ruolo che mi hanno consegnato i 376 cittadini ennesi che mi hanno eletto, perché possa – come nei 5 anni trascorsi – continuare a prendermi cura della città. Lo farò questa volta a sostegno dell’Amministrazione alla quale cercherò di dare il mio contributo non solo sul piano politico ma anche sul piano delle idee, per migliorare la vita della città e renderla bella, vivibile, attraente come un tempo.
Ho un progetto che insieme ad associazioni, gruppi e movimenti portiamo avanti ormai da sette anni. E’ un progetto dove la partecipazione democratica è il principio guida, il leitmotiv che sostanzia ogni azione. E’ quel metodo che in qualche modo comincia già ad essere riconosciuto nel mondo politico, ma siamo solo agli albori… di fatto ha solo scardinato il sistema dei Partiti che è ormai imploso e che necessita di una totale revisione sul piano strutturale e della presenza nel territorio.

Cosa sente di augurare al nuovo Consiglio Comunale?

Innanzitutto auguro buon lavoro a tutto il Consiglio. Mi auguro che si possa dare tutti un segno di discontinuità col passato, adottando nuovi metodi, abbandonando le vecchie logiche, provando ad abbattere i muri delle divisioni e alzare il livello del dialogo. Le preferenze che tutti quanti abbiamo ottenuto, sono da intendersi “istanze” da parte dei cittadini ennesi perché non solo siano rappresentati in Consiglio ma, penso, soprattutto per assumerci con responsabilità l’onere di costruire la comunità. Col loro consenso ci “impongono” di non guardare solo dentro noi stessi e le realtà che esprimiamo ma la città intera e i suoi bisogni.