Commissariato il PD! – ad Enna si cambia verso?

Commissariato il PD! – ad Enna si cambia verso?
di VINCENZO CIMINO

si cambia versoIl commissariamento del PD ennese, dopo quello messinese, non dovrebbe cogliere di sorpresa. Anche se non scontato, tutt’altro, si presenta come un atto dovuto per bloccare un congresso federale stretto dalla morsa del crisafullismo, tramutato in partito ad personam e sprangato nel fortino di un potere già nocivo.

Si dovrebbe dire “era ora!“, dopo anni di rifiuto all’adesione al PD di centinaia di persone perbene; di porte chiuse a personalità come Galvagno e Termine; di veti all’iscrizione al partito di chi poi viene eletto Sindaco a Enna, Leonforte e Nicosia. E’ più vero affermare che l’idea di partito personale (“Il PD sono io”) e blindato (“il mio PD non è una porta scorrevole”) – al punto di mettere fuori dalla porta chi dissente e chiuderla a chi non si sente yes-man non è più praticabile nel futuro. Il PD, pertanto, si dovrà aprire a chi vorrà farne parte accettando programma e regole; dovrà sentirsi pluralistico ammettendo autonomia di pensiero politico compatibile solo con gli indirizzi generali.

Si dovrebbe dire “mai più il partito dal solo filo diretto con taluni presidi del potere pubblico e di gruppi privati“. È più utile asserire che il PD ennese dovrà riscoprire il senso vero della Politica, quella che indirizza il buon governo della Vita pubblica; che custodisce e diffonde idee innovative sul Territorio; che fa del rigore nelle condotte pubbliche il tratto forte dei suoi esponenti. Dalle nostre parti questa Politica è un contenitore vuoto. Un PD rinnovato può aiutare a riempirlo, a poco a poco, prendendo di petto, da subito, i mali strutturali della Sicilia Interna, da noi più volte ricordate con 3I: Invecchiamento sociale, Inaridimento territoriale, Inviluppo economico.

Si dovrebbe dire “mai più il PD locale che sfida il suo segretario Renzi e fa da testa d’ariete di quello siciliano”, ormai dominato da cacicchi e notabilati interni, limitrofi ed esterni ma insieme ancorati alle politiche crocettiane. È più opportuno affermare che dovrà costruirsi un Partito modulato da un rinnovato gruppo dirigente che, superando un presente appiattito sulle politiche avventurose di chi è stato ritenuto impresentabile, ingombrante ed invadente, si propone al suo diffuso elettorato aperto e protagonista con la forza delle idee.

Si dovrebbe dire “anche in Sicilia si cambia Verso“, ove il PD isolano è stato un tenace tutore del continuismo perdente di Bersani, oltreché con il rac(h)itismo politico del suo segretario è ininfluente sul Governo Crocetta e manca di spinte riformiste. È più prudente pensare ai Democratici che, dopo il voto disastroso di giugno scorso, hanno deciso di mettere mano, meglio dire testa, su realtà (Messina ed Enna) che possono apparire locali, ma in realtà sono la parte più esposta di quella regionale anch’essa al limite della sostenibilità.

Ci sono state proteste sul commissariamento. Era scontato poiché lo strappo c’è, e questo non può piacere a chi è persuaso che il crisafullismo può vivere senza Crisafulli segretario. Sono in errore, comunque, poiché perdono di vista le opportunità che s’offrono per partecipare al processo di rinnovamento che i fatti impongono a prescindere dall’azzeramento degli organi direttivi. Tutti possono entrare in campo, a condizione che ci si cimenti sui tanti temi che pesano come macigni. Alcuni li poniamo in forma d’interrogativi:
– Si vuole un partito dell’elettore democratico, e non del cacicco di turno e dei capicordata?
– Va costruito un partito inclusivo, partecipe e pluralista, o si tiene in vita quello chiuso, che respinge apporti positivi?
– C’è spazio per un PD della Sicilia Interna che contrasta la politica di Crocetta la quale di fatto pensa di desertificarla?
– Si è decisi ad aprirsi ai molti Sindaci respinti da noti esponenti, così pure a ridare ruoli e compiti a figure di prestigio messi fuori o tenuti ai margini.
– Si renderà trasparente il tesseramento e si creerà l’albo degli elettori alle primarie ?
Domande sparse e schematiche di certo, ma necessarie ed ineludibili insieme ad altre. Buon lavoro, on. Carbone!