Consiglio C. M5s Enna: Gli avvisi di accertamento Tarsu 2009 e 2010 devono essere annullati

CC 14-01-2016Queste la richiesta effettuata dai  consiglieri 5 stelle Davide Solfato e Marilina Frattalemi, in occasione della discussione tenutasi in Consiglio Comunale giovedì 14 gennaio, scaturita a seguito della mozione del PD sulla tariffa Tarsu 2009/2010, che ha fatto registrare una notevole affluenza di pubblico.

In particolare, tale mozione chiedeva di fare chiarezza sulla situazione di confusione che si è venuta a creare a seguito dell’invio di un accertamento a tappeto relativo alla tassa in questione, sia per gli anni 2009/2010 (che non risultavano pagati da circa il 50% dei contribuenti a seguito dei dubbi di legittimità sulla stessa e che a breve sarebbero andati in prescrizione per la scadenza dei 5 anni) e per il 2015, con ammonti di particolare rilievo.

Ammissione di errore da parte del sindaco Di Pietro che, come anticipato a mezzo stampa, ha chiarito che non dovranno essere pagati gli accertamenti pervenuti a coloro che hanno già pagato e a coloro che hanno vinto il ricorso presentato alla commissione tributaria. Errore attribuito al sistema operativo che non ha escluso, come avrebbe dovuto, queste due categorie ma per ovviare al quale lo stesso sindaco si è assunto l’impegno di provvedere all’accertamento e al ritiro tramite gli stessi uffici che hanno sbagliato, esonerando i cittadini dall’onere di chiedere il ritiro in autotutela.

Rimane il problema degli accertamenti pervenuti a coloro che non avevano, invece, pagato la Tarsu 2009/2010, sui quali permane l’ombra della illegittimità della tariffa applicata (illegittima perchè stabilita da una delidera di Giunta e non di Consiglio Comunale) e per i quali da più parti viene invocata l’equità sociale.

Questo aspetto è stato ben precisato dal portavoce del M5S Davide Solfato che, sulla scorta delle svariate violazioni imputabili alla Giunta in tale tematica, chiede che gli accertamenti vengano ritirati in toto in autotutela dall’amministrazione e che si proceda all’invio di avvisi di pagamento legittimamente e correttamente calcolati, riscuotendo così le quote dovute. “Non si comprende come mai l’Amministrazione non abbia ricalcolato le tariffe in questione sulla base dell’ultima aliquota legittima, ossia quella risalente al 2003, e abbia invece preferito rinviare ai cittadini avvisi di pagamento dello stesso tenore di quelli impugnati e dichiarati con sentenza illegittimi, per di più maggiorati di sanzioni e interessi legali ed errando anche nella quantificazione dei metri quadri ubicativi”, spiega lo stesso Solfato.

Il Sindaco, il Vicesindaco e il dirigente Lipari chiariscono che, a questo riguardo, si è deciso di chiedere una consulenza esterna ad un tributarista palermitano di chiara fama, al fine di valutare la validità degli avvisi sia in senso formale che materiale e stabilire, quindi la procedura più opportuna da adottare sia per l’Ente che per i cittadini.
Proprio per questo motivo tali accertamenti sono stati sospesi in attesa dell’esito del consulto.

Occorre ricordare, infatti, che l’Amministrazione ha valutato più opportuna la scelta dell’accertamento a tappeto piuttosto che quella di ridefinire l’aliquota nella sua legittima sede e cioè in Consiglio, proprio in vista dello scadere della prescrizione quinquennale e il conseguente danno erariale per il Comune.
Ora, però sorge la necessità di valutare se conviene mantenere lo status quo, poichè se, come detto, l’aliquota è illegittima tutti faranno ricorso e, in vista di una nuova disposizione di legge, il Comune in caso di sentenza sfavorevole è chiamato anche al pagamento delle spese legali.

sanita diritto saluteTra gli altri punti all’ordine del giorno del Consiglio di ieri, la mozione sul Pronto Soccorso dell’Ospedale Umberto I di Enna la quale, pur toccando il tema prioritario del diritto alla salute, che dovrebbe essere garantito ai cittadini, si traduce ancora una volta in una mera disquisizione sulle numerose criticità del nosocomio ennese.

In particolare, questa volta si punta l’attenzione sulla sofferta situazione del Pronto Soccorso che ad oggi consta di due sale visite nelle ore diurne (quindi due medici ed un solo infermiere), ed una di notte, quando l’unico medico presente deve dividersi tra visite, astanteria ed emergenze.
A questo proposito si ricorda la mancata apertura della cosiddetta shock room predisposta proprio per i codici rossi e ancora i numerosi lavori, soprattutto all’impianto elettrico, lasciati in sospeso.

Ma oltre a sottolineare (come ha fatto l’assessore Giusy Macaluso) che non esistono giustificazioni ammissibili al fatto che non si riesca a garantire un diritto costituzionale; oltre a ricordare (come ha fatto il consigliere Dante Ferrari) che il problema cronico della sanità ennese è dovuto al management dell’azienda sanitaria che rimane sordo alla situazione di grave sofferenza del pronto soccorso ennesse, punto di riferimento dell’intero territorio provinciale; e oltre a richiamare il senso civico dei cittadini affinchè la sala d’attesa del P.S. non venga affollata da pazienti che non necessitano di interventi urgenti; oltre a discutere e denunciare, cosa può realmente fare il Consiglio Comunale?
L’unica soluzione concreta appare quella di trasferire tutte queste criticità all’Osservatorio sulla sanità appena costituitosi, affinchè chi di competenza possa dare loro delle risposte concrete. Ed infatti, con questa precisazione la mozione è stata approvata all’unanimità.