Enna. Lavoratori ATO: “svegliare chi fa finta di non essere responsabile, dov’è la Procura?”

Enna. È stato un lunedì nero per i dipendenti dell’Ato rifiuti perchè mentre nella sala riunioni dell’ex Provincia i pochi sindaci presenti attendevano di iniziare l’assemblea, in corso Sicilia – sede di “EnnaEuno” – scoppiava la protesta dei lavoratori rendendo necessario l’intervento delle forze dell’ordine e dei sanitari per la minaccia di buttarsi già nel vuoto.
Un grido di disperazione che non ha risparmiato nessuno e non può essere diversamente di fronte a dieci mesi di spettanze arretrate. L’ultimo acconto lo hanno ricevuto un mese e mezzo fa ed era il 40% di giugno ma è la disparità di trattamento che li fomenta ancor di più: «Pur pur essendo tutti figli della stessa madre altri (i cantieri ndr) hanno avuto pagato già febbraio». La tensione negli uffici di corso Sicilia era palpabile tra chi parlava di «situazione drammatica e c’è chi sta giocando sulla nostra dignità, ma questa volta non ci fermeremo». Ai sindaci e alla struttura chiedono risposte «perchè sono trascorsi ormai troppi anni e la pazienza è finita». A dar fuoco alle ceneri, racconta quale altro, «le utenze staccate a casa dove non possiamo guardare più in faccia la nostra famiglia. La mattina usciamo per andare a lavoro ma a casa non portiamo nulla»; tra loro c’è pure chi ha difficoltà a raggiungere gli uffici perchè non ha più la copertura assicurativa o i soldi per il carburante. «Vogliamo risposte certe e nessuna presa in giro. Lo hanno fatto per troppo tempo» continuano tra la rabbia i dipendenti e tra loro c’è chi si sente istigato ad azioni che mettono a rischio la loro salute o, come dice qualche altro dell’impianto di compostaggio, «a licenziarci come ci ha detto in estate il sindaco di Nissoria». Ma la loro non è un’accusa al singolo sindaco ma a tutti «perchè sono tutti responsabili, versano i soldi solo per i cantieri e chi negli anni ha fatto il presidente ha seguito i propri interessi». Quegli stessi cantieri che i tecnico-amministrativi e i lavoratori delle officine, servizi provinciali ed impianto di compostaggio minacciano di bloccare già da oggi. Il loro è poi un coro unanime quando dicono «dov’è la Procura? Non vedono quanto accade? Perché nessuno paga per i Piani economici più bassi del dovuto approvati dai consigli comunali? E non parliamo di chi ha responsabilità penali». Per troppi anni, dicono i lavoratori, «siamo stati trattati come schiavi e ridotti quasi al capolarato». Tutta la mattinata hanno invocato un intervento del commissario Alfano e ricordano che «in passato ci siamo detti disponibili ad abbassarci lo stipendio ma è rimasto inascoltato». Adesso però, con la società ad un passo dal fallimento, la loro pazienza è finita ed è per questo che hanno annunciato nuove azioni di protesta «per svegliare chi fa finta di non essere responsabile».

William Savoca per La Sicilia