Sindacati dei Pensionati CGIL CISL e UIL: Non toccate gli anziani


Audizione dei Sindacati dei Pensionati CGIL CISL e UIL da parte della terza commissione consiliare  del comune di Enna. I Centri Anziani ed in particolare la modifica del loro statuto sono stati gli argomenti trattati.  

Sigfrido Fadda per la CGIL, Enzo Canu per la Cisl e Liborio La Paglia per la UIL, hanno ringraziato la presidente  M. Stefania Marino e i componenti della commissione nonché i capigruppo e i consiglieri intervenuti, per la sensibilità dimostrata sia nei confronti dei Sindacati dei Pensionati, sia nei confronti  degli anziani che costituiscono grande parte della popolazione delle città capoluogo. “L’ audizione, affermano i tre segretari provinciali di CGIL CISL e UIL pensionati, si rivelava  inutile poiché l’Assessorato competente, a mezzo stampa, aveva comunicato che tutti I Centri, tranne uno, avevano  già approvato, tranquillamente, la modifiche allo statuto”. Nonostante ciò i Sindacati , per rispetto dell’istituzione e per “galateo istituzionale”  hanno, comunque svolto il loro intervento.  In particolare :

1)  Hanno evidenziato con forza che i Centri Anziani, come in tutta l’Italia, debbono, comunque, esistere e che le ventilate minacce di chiusura e la sospensione dell’intervento finanziario, da parte del Comune, per come riferito da esponenti dei Centri, sono semplicemente un azzardo.
2) I Centri anziani, non sono bische o centri gioco, sono luoghi di socializzazione, luoghi nei quali si combatte la solitudine, la depressionee l’isolamento, sono luoghi nei quali si realizzano attività culturali, incontri con esperti, corsi di apprendimento, educazione alimentare ed altre attività.
3) Proprio per queste attività svolte e per la loro stessa essenza, i Centri “levano molte castagne dal fuoco” al comune di Enna e agli altri comuni d’Italia. Infatti le spese per la “cura di alcuni anziani”  a domicilio o in istituto costituirebbe un onere veramente molto più pesante. Si pensi, per esempio, che un anziano ricoverato costerebbe circa 40,00 euro al giorno e 14.600,00 euro l’anno e quindi solamente 10 anziani rispetto ai circa 600 che frequentano i Centri costerebbero molto di più delle risorse in atto impiegate.
4)  Gli anziani costituiscono l’asse portante, purtroppo, dell’economia della città capoluogo. Se calcoliamo la loro pensione media in 650,00 euro e la moltiplichiamo  per gli 8.172 anziani  della città con un’età di più di 65 anni, ci rendiamo conto che essi portano, ogni mese, alla città ben 5 milioni e 311 mila Euro. Nessun’altra “azienda” dispone di tale budget finanziario.
5) Sulla gestione dei Centri,  il Comune deve decidere se è ancora valida la deliberazione del C:C che obbligava i Centri stessi a costituirsi in associazione, oppure tornare in Consiglio e decidere di gestirli in prima persona. In tal caso saranno necessari 5/6 impiegati che abbiano la responsabilità gestionale/amministrativa oppure uno solo che sia dedicato solamente ad essi. Noi Sindacati siamo convinti che la gestione autonoma con regole condivise, sia la migliore. Peraltro, ciò avviene già nel 90% dei Centri Italiani. Non siamo convinti delle “le libertà provvisorie o vigilate”.
6)  Non comprendiamo e non troviamo alcuna giustificazione al metodo utilizzato dal competente Assessorato per le modifiche degli statuti. I metodi ultimativi, le minacce di sospensione del sostegno finanziario, le minacce di chiusura, le blandizie per l’approvazione delle modifiche statutarie, non sono da noi condivise. Perché, per esempio, non ha ascoltato consulta anziani ?  perché l’Assessorato non ha  sentito i Sindacati? Quale bisogno c’era dell’esposizione, in prima persona, dell’Assessorato? Per quale “grave motivazione” si è fatto tutto ciò ? Forse il competente Assessorato non è stato in grado o non ha voluto gestire, governare e amministrare, le diatribe, i dissapori, i litigi e quant’altro, fra gli anziani frequentanti i Centri? Situazioni sempre esistite e che i precedenti Assessori hanno sempre saputo governare.

 Giù le mani dagli anziani, chiudono i 3 segretari provinciali Fadda, Canu e Manuella, che nessuno si azzardi a metterli contro i giovani. Questo tentativo rivelerebbe, clamorosamente, l’incapacità e la nonvolontà di programmare azioni positive per entrambi. Il ritornello che gli anziani “rubano il futuro ai giovani”, “che per loro si spende troppo” e quant’altro, è vecchissimo. Se si è capaci si tirino fuori idee, si mettano in campo progetti, si realizzino programmi, chiamando e coinvolgendo le associazioni e le istituzioni interessate ma non per ratificare quanto già deciso dall’assessorato, ma per fornire un contributo fattivo.                  

Enna  28.7.2018                                                                Sigfrido Fadda    Enzo Canu    Filippo Manuella