Assoro, arrestato Giuseppe Di Marco responsabile di rapina ad una ottantenne condannato da Corte Appello ad anni 1 e mesi 9

Giuseppe Di MarcoNel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Assoro hanno tratto in arresto Giuseppe Di Marco, trentaduenne assorino, in esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Caltanissetta.
E’ stato riconosciuto colpevole del reato di rapina aggravata commesso ad Assoro nel mese di marzo 2016, dovrà scontare la pena di anni 1 e mesi 9 di reclusione, oltre a procedere al pagamento di una multa di 800 euro.
L’arrestato, ultimate le formalità di rito, è stato tradotto dai militari presso la Casa Circondariale di Enna.
Giuseppe Di Marco, nato a Nicosia ma residente ad Assoro, classe 1986, era stato tratto in arresto in quanto responsabile del reato di concorso in rapina aggravata. In particolare, verso le 14:30 del 23marzo 2016, due giovani con il pretesto di consegnare delle immaginette sacre in occasione delle festività pasquali, si sono introdotti all’interno dell’abitazione di una assorina ottantenne e, dopo averla immobilizzata e colpita con calci e pugni all’addome, le hanno chiesto dove custodisse i soldi e i gioielli. Sorpresi dalla reazione dell’anziana, che ha chiesto aiuto a gran voce, i due, dopo averle strappato dal collo la collana d’oro che indossava, si sono allontanati dall’abitazione. Dalla visione dei filmati degli impianti di videosorveglianza di un esercizio commerciale e di una banca, siti nelle vicinanze dell’abitazione della vittima,la Polizia di Stato ha individuato l’autovettura con la quale i rapinatori erano giunti sul luogo teatro dell’evento, che risultava essere di proprietà di Giuseppe Di Marco.
In particolare, è stato accertato come i malviventi si fossero recati presso l’abitazione della vittima a bordo di una Fiat Punto di colore bianco, condotta da una terza persona che, dopo averli lasciati davanti casa della vittima, si allontanava. Gli operatori hanno appurato, inoltre, che i malviventi avevano pianificato l’atto nei confronti dell’anziana, conoscendone probabilmente la condizione di solitudine e le abitudini; infatti gli stessi, a bordo del veicolo, effettuavano un sopralluogo presso l’abitazione della vittima qualche minuto prima della rapina.