Enna: Primi interrogatori ‘Operazione antidroga Clapton’

Enna 15/02/07 – Enna sta vivendo, dopo l’operazione antidroga “Clapton”, effettuata dalla squadra Mobile di Enna, coordinata dal dirigente Tito Cicero, giornate di grande tensione e ricca di sospetti. Tutti vogliono sapere chi sono i cento e passa personaggi della Enna bene che faceva uso di cocaina ed hashish, che si riforniva quotidianamente presso i pusher, guidati dalla guardia forestale, Filippo Bellomo, 44 anni, difeso dall’avvocato Giuseppe Paolo Piazza, visto che Bellomo viene ritenuto il coordinatore del gruppo più sostanzioso degli spacciatori.
Ieri pomeriggio Filippo Bellomo, ed altri cinque imputati, sono stati interrogati dal Gip presso il tribunale di Caltanissetta, Fabrizio Nicoletti, alla presenza dell’avvocato difensore. Gli altri interrogati di ieri pomeriggio, sono stati Rosangela Cammarata di 35 anni, difesa dall’avvocato Patrizia Di Mattia, che non ha alcun rapporto di parentela con Giuseppe Cammarata, l’altro arrestato nel corso dell’operazione. Carlo Colaleo, 46 anni, il maresciallo della Guardia di Finanza di stanza a Caltanissetta, che sarà difeso dall’avvocato Walter Tesauro, mentre il fratello gemello Vincenzo sarà interrogato per rogatoria a Napoli. Virgilio Mantenga di 43 anni, difeso dagli avvocati Mauro Di Natale e Nino Grippaldi, Luca Milazzo, difeso dall’avvocato Giuseppe Ragusa, Eleonora Sollami, difeso dall’avvocato Gianluigi Assennato. Gli altri arrestati, che si trovano ristretti nelle carceri di Caltanissetta sono stati interrogati martedì pomeriggio e tra questi c’era l’ispettore capo della polizia, l’ennese Angelo Messina, che si trova agli arresti domiciliari, difeso dall’avvocato Patrizia Di Mattia. Angelo Messina, dopo circa un’ora di interrogatorio ha respinto ogni addebito, sostenendo di essere estraneo a tutta la vicenda, di conoscere le persone implicate nell’operazione Clapton, essendo ennese, ma niente di più. Gli altri imputati interrogati da Salvatore Bonfirraro, a Giuseppe Cammarata, ad Alessandro Colombo, a Daniele Urso hanno cercato di scagionarsi dall’accusa di spacciatori ed in qualche caso c’è stato l’ammissione di essere assuntori di sostanze stupefacenti. Diversa è la posizione di Michele Guglielmino, il trentottenne pregiudicato catanese, vicino al clan dei Cappello, che era il punto di riferimento per Bellomo e compagni nell’acquisto della droga, così come è stato accertato alle indagini della quadra Mobile ennese, dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali. Ovviamente anche in questo caso Michele Guglielmino ha cercato di respingere tutte le accuse sostenendo che la conosceva con il gruppo, guidato da Bellomo, era solamente casuale ed estemporanea.