Enna: Condannato a 30 anni omicida di Valguarnera

Enna. E’ stato condannato a 30 anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, stato di interdizione legale e decadenza della patria potestà per Giuseppe Ferrera, 56 anni, di Valguarnera ma residente a Torre Melissa (Calabria), in atto ristretto nelle carceri di Enna, perché riconosciuto colpevole di omicidio volontario premeditato, avvenuto nel novembre del 2006. Ieri mattina, nel corso dell’udienza preliminare, tenuta presso il tribunale di Enna dal Gup David Salvucci, lo stesso magistrato ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero, il Procuratore Calogero Ferrotti, e degli avvocati di parte civile, Nino Grippaldi e Biagio Scillia, che aveva chiesto la condanna dell’imputato a 30 anni di reclusione. Giuseppe Ferrara, il 20 ottobre del 2006, uccise con 7 colpi di pistola calibro 7,65 e a colpi di spranga Salvatore Prinzi, 56 anni, alla periferia di Valguarnera, poco distante dalla baracca in cui lo stesso viveva, lungo la provinciale che da Valguarnera porta a Raddusa, a poche centinaia di metri di distanza dalla caserma dei carabinieri. Era stato un prete a scoprire il cadavere di Salvatore Prinzi ed ad avvertire i carabinieri della locale stazione e della compagnia di Piazza Armerina. Salvatore Prinzi era personaggio rissoso, solitario, che per vivere vendeva verdure ed altri ortaggi nei mercati di Valguarnera e dei comuni viciniori. La lite, che precedette l’omicidio, fu veramente violenta tra Salvatore Prinzi e Salvatore Ferrera, nonostante i due fossero compagni di scuola c’erano stati continui contrasti erano stati provocati da gelosia. Secondo una prima ricostruzione, fatta dai carabinieri, Giuseppe Ferrera, dopo la lite, inseguì per circa trecento metri Salvatore Trinci, colpendolo con un bastone e poi uccidendolo sparandogli 7 colpi di pistola calibro 7,65. Per compiere questo omicidio Giuseppe Ferrera era partito da Torre Melissa, in provincia di Crotone, in macchina, alle 10,30, quindi commesso l’omicidio, intorno alle 19, era ritornato nel paese di residenza. I carabinieri del comando provinciale e della compagnia di Piazza Armerina per nove mesi effettuarono indagini particolareggiate sino ad arrivare all’individuazione dell’omicida, al suo arresto ed alla sua confessione nel corso di un interrogatorio, avvenuto nelle carceri di Crotone, anche se si ritiene che l’omicidio sia stato commesso almeno da tre persone. In un primo momento venne fermato il nipote di Giuseppe Ferrera, Luca Pitta, come complice dell’omicidio, difeso dagli avvocati Gabriele Cantaro e Sinuhe Curcuraci, ma dopo cinque ore di interrogatorio il ragazzo fu rilasciato. Il Gup David Salvucci, oltre a condannare Giuseppe Ferrera a 30 anni di reclusione, gli ha applicato la libertà vigilata per la durata di tre anni, lo ha condannato al risarcimento dei danni, liquidati in 4 mila euro più Iva ed ha disposto che l’estratto della sentenza di condanna venga affissa nei comuni di Enna, Valguarnera e Torre Melissa.