Enna e Barrafranca: ‘Operazione SIM Card’ Polizia sequestra cinque centri TIM

Enna. A conclusione di laboriosa e complessa attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile ennese, a seguito di specifico provvedimento emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Enna, su richiesta della Procura della Repubblica, la Polizia ha proceduto al sequestro preventivo, ex art. 321 c.p.p., dei sotto specificati centri di attivazione e vendita di telefonia mobile:

1) “Centro T.I.M.” sito ad Enna in via Falautano nr.1;
2) “Centro T.I.M.” sito ad Enna in via IV Novembre;
3) “Centro T.I.M.” sito ad Enna in via R. Livatino;
4) “Centro T.I.M.” sito a Barrafranca (EN) in via Gen. Cannada s.n.c.;

esercizi gestiti, congiuntamente, da G. L., classe1960, e da D. B. G., classe1981, entrambi indagati, in concorso, per i reati di cui agli artt. 81, 485-61 nr. 2, 640 C.P. ed art. 167 D. Lgs. nr. 196/2003 (falso, truffa e violazione della normativa sulla privacy – per avere trattato dati personali di soggetti privati senza il consenso di questi – reati aggravati e continuati);

5) “EUROTEL s.r.l.”, corrente a Barrafranca (EN), in via Tripoli nr.49;

esercizio gestito da G. F., classe1971, persona sottoposta ad indagini per i reati di cui agli artt. 81, 485-61 nr.2 C.P. ed art. 167 D. Lgs. nr. 196/2003.

Le indagini in argomento ebbero inizio nel Febbraio 2007, allorquando una cittadina ennese aveva denunciato, presso questa Questura, che, dopo essersi recata presso il suddetto centro T.I.M. di questa via R. Livatino, al fine di acquistare un telefono cellulare in promozione, si era vista negare la possibilità di accedere a tale offerta promozionale, in quanto già intestataria di quattro utenze cellulari della società di gestione di telefonia mobile in parola, numeri telefonici, questi, assolutamente sconosciuti alla stessa.

Il mese successivo, un’ulteriore similare denuncia, relativa, in questo caso, all’attivazione di tre utenze cellulari della società di gestione “VODAFONE”, disconosciute dall’interessato, aveva indotto all’intensificazione degli accertamenti in ordine alle vicende rappresentate.

Al termine di verifiche esperite presso sedi centrali delle società nazionali di gestione di telefonia mobile e dopo avere sentito circa 70 persone informate sui fatti, si riusciva ad accertare che i titolari de succitati “Centri T.I.M.” acquistavano presso altri negozi di telefonia cellulare partite di schede telefoniche di diverse Società di Gestione e che, successivamente, in totale spregio della normativa sulla tutela della Privacy, venivano fatte intestare, a soggetti ignari di tali operazioni e, pertanto, certamente non consenzienti.

Questo stratagemma si è reso possibile grazie alla giacenza in quei “Centri T.I.M.”, delle copie fotostatiche di molti documenti d’identità a suo tempo presentati da veri clienti allo scopo di effettuare regolari attivazioni di “sim card”.

Tali operazioni fraudolente venivano realizzate in occasione di offerte promozionali della TIM, sicché gli indagati effettuavano, sulle “riserve” di “sim card” di altro Gestore, che come prima detto avevano acquistato, altrettante fittizie cd. “portabilità” di tali schede verso “T.I.M.”, assicurandosi, così, per queste fraudolente operazioni di “esportazione”, laute indennità in denaro dalla, a sua volta danneggiata ed ignara, Società che rappresentano (TIM).

A seguito di perquisizioni effettuate presso i suddetti centri, erano state rinvenute numerose pratiche di “portabilità” contenenti firme palesemente false, a cui erano allegate schede telefoniche, dei quattro principali Gestori di Telefonia Mobile, ancora sigillate, mai utilizzate.

In diverse di queste pratiche di “portabilità” figuravano allegati scontrini fiscali attestanti il falso acquisto, a prezzo scontato, di telefoni cellulari offerti in promozione e quindi “vincolati”, apparecchi, questi, quasi certamente venduti, in un secondo momento, a prezzo pieno, con evidente guadagno maggiorato, a persone diverse dagli effettivi titolari dei dati anagrafici illecitamente utilizzati.

Con le successive informazioni rese da un campione di diverse decine di soggetti intestatari di sim card sequestrate, si traeva conferma che circa il 70% delle relative pratiche di attivazione era stato istruito in maniera fraudolenta.

Stante la mirata attività d’indagine in corso, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna delegava ulteriori investigazioni traendo spunto da una comunicazione di notizia di reato contro ignoti redatta dai Carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro (KR) per fatti avvenuti in Barrafranca (EN), nel Maggio 2006; dopo accertamenti, il predetto G. F., titolare del suindicato negozio di telefonia “EUROTEL s.r.l.”, veniva indagato per i reati di cui sopra, per avere intestato falsamente, a scopo di lucro, in capo a soggetto amministratore delegato di una S.r.l. corrente in Lazio, circa 2000 schede telefoniche della Società di Gestione di Telefonia Mobile “H3G”.