Guardia Finanza Enna scopre 2024 persone decedute in carico al servizio sanitario nazionale

Enna. Enna. Erano morti da anni, alcuni anche da quasi un ventennio, ma l’Azienda Sanitaria n. 4 di Enna ha continuato ad erogare ai loro medici di famiglia i compensi previsti per l’assistenza di base ponderata per ogni assistito iscritto nella propria lista.
2.024 persone decedute, per le quali però è stato sostenuto dalla collettività il costo dell’assistenza medica di base nel periodo compreso fra il 1990 e il 2007, provocando un danno patrimoniale per l’Erario di circa 614.000 Euro: questo è il consuntivo dell’operazione portata a termine nei giorni scorsi dagli investigatori del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Enna.
Le indagini dei finanzieri, iniziate nel 2007, si sono avvalse dei dati degli assistiti acquisiti presso gli uffici della stessa ASL n. 4 di Enna e di quelli anagrafici richiesti ai vari uffici competenti dei 20 comuni della provincia di Enna.
Le fiamme gialle, in particolare, dopo aver passato sotto la lente di ingrandimento la regolare iscrizione di 200.000 cittadini della provincia ennese nelle liste del servizio sanitario nazionale, sono riusciti a scoprire un danno all’Erario causato da una cronica disfunzione nell’attività di controllo gestionale dell’Azienda Sanitaria Locale n. 4 di Enna, determinato dalla mancata applicazione della revoca d’ufficio, prevista dall’Accordo Collettivo Nazionale che disciplina i rapporti con i Medici di Medicina Generale, nei casi di morte dell’assistito.

Tale mancata cancellazione nei termini previsti delle persone defunte ha comportato che 180 medici di famiglia, appartenenti ai vari distretti sanitari della provincia di Enna, incassassero mensilmente circa 6 euro per ogni “paziente estinto”, senza ovviamente erogare o poter erogare alcuna prestazione assistenziale in suo favore: un compenso costituito da una quota costante annua e da ulteriori quote variabili aggiuntive (indennità di collaborazione informatica, di collaboratore di studio medico, di personale infermieristico, la medicina associata, etc), di particolare impegno professionale (medicazioni, suture, vaccinazioni, attività di prevenzione, tutela dell’anziano, etc), ed altre voci diverse che riguardano le prestazione aggiuntive, quali gli accessi e l’assistenza domiciliare integrata, programmata e residenziale.
Le cause di tale danno cagionato sono da ricondurre, probabilmente, al vecchio sistema di gestione meccanizzato utilizzato sino ai primi anni 90’ dagli uffici comunali di residenza degli assistiti deceduti che, a volte, non consentiva una puntuale comunicazione all’A.S.L. dei soggetti defunti per la cancellazione dalle liste del servizio sanitario nazionale; in altri casi, tale invio dei dati anagrafici avveniva in maniera incompleta o inesatta. E’ stato rilevato infatti che tale verifica avveniva principalmente incrociando unicamente i codici fiscali degli assistiti, a volte risultati inesatti.

Anche se i comuni non hanno alcun obbligo di comunicazione, statisticamente il maggior numero di pazienti defunti ancora iscritti nelle liste dell’A.S.L. n. 4 di Enna si rileva nei comuni di Enna, Piazza Armerina e Nicosia, seguiti da Valguarnera Caropepe, Centuripe e Villarosa.
Gli esiti dell’attività investigativa sono stati trasmessi alla competente Procura Regionale della Corte dei Conti per le valutazione dei profili di responsabilità amministrativa ed il conseguente recupero del danno patrimoniale causato.
Le indagini sono tuttora in corso per la valutazione degli eventuali profili di rilievo penale.