Enna. Cortese, portavoce F.I.: ‘Ci vuole il federalismo politico’

Enna. Non poteva mancare la presa di posizione di Forza Italia, dell’on.Ugo Grimaldi, in questa ‘scorribanda’ politica-amministrativa della e sulla Provincia regionale di Enna. Questa volta interviene il portavoce degli azzurri l’avv.Giampiero Cortese:
“In questi giorni argomento all’ordine del giorno, almeno a livello di politica nazionale, fra gli altri è il dibattito sul federalismo.
Il Senato ha approvato il disegno di legge governativo che introduce il federalismo fiscale, nella prospettiva di un risparmio di risorse e di una diminuzione del peso contributivo sui cittadini, oltre che per consentire una distribuzione del prelievo maggiormente aderente rispetto alla comunità di riferimento.
Siamo convinti che sia una buona strada, prova ne è che anche il principale partito di opposizione non ha votato contro, intendendo aprire un dialogo propositivo e mostrando di condividere i principi di una equa distribuzione delle entrate negli stessi territori che le producono.
Da queste scelte, ovviamente, discendono alcune conseguenze, in primis una maggiore responsabilizzazione dei governatori degli enti locali ai vari livelli.
E’ chiaro, infatti, che federalismo vuol dire anche che il cittadino potrà direttamente chiedere conto ai propri sindaci, presidenti di provincia e di regione circa la gestione del denaro pubblico proveniente dalla contribuzione locale.
L’amministratore dell’ente locale è soggetto istituzionale meno distante rispetto allo Stato per gli elettori ed essi avranno un metro di valutazione in più da utilizzare nei loro confronti, nel momento in cui valuteranno complessivamente l’azione amministrativa delle singole giunte locali.
Ciò significa che gli amministratori locali, a loro volta, dovranno fare scelte molto più oculate, utilizzando le risorse prelevate dai cittadini in maniera produttiva e destinarle per bisogni effettivamente collettivi.
Insomma, sono finiti i tempi in cui ogni comune o provincia poteva lasciarsi andare con la finanza allegra e deresponsabilizzata, perché tanto poi arrivavano i contributi statali e regionali a ripianare i bilanci: gli amministratori locali dovranno dare prova di responsabilità, senso del dovere e, possibilmente, dovranno gestire la cosa pubblica non per interessi personali o per garantire le proprie grandi o piccole corti, bensì nell’interesse di tutti.
Crediamo che sia un grande successo di democrazia ed un passo avanti di civiltà, verso una reciproca legittimazione e responsabilizzazione fra eletti ed elettori, che risulta peraltro assolutamente coerente con il sistema di elezione diretta dei vertici delle amministrazioni locali.
Accanto a questo, intravediamo anche un ulteriore elemento di novità, di natura squisitamente politica, cioè l’invito alle forze politiche locali ad atteggiarsi in maniera differente rispetto alla formazione delle liste nelle elezioni amministrative ed alla selezione del personale politico.
Infatti, se è vero che il principio della buona amministrazione locale deve essere la guida rispetto alle scelte politiche dei partiti è vero anche che, nelle situazioni locali, almeno a livello di comuni e provincie, non sempre il risultato più efficace è costituito dallo scontro fra coalizioni di destra o sinistra, rigidamente incapsulate nello schema politico nazionale, cui è impossibile sottrarsi: il governo degli enti locali dovrà essere legittimato, più di quanto accade adesso, dal consenso degli elettori, espresso non solo e semplicisticamente sulla base di appartenenze politiche, bensì sulla valutazione di quale sia la particolare formula politica che, a livello locale, possa esprimere il meglio possibile, in termini di uomini e mezzi, per la realizzazione di una buona amministrazione e di una reale azione a garanzia della comunità locale.
In soldoni: nella nostra provincia, a causa di una ottusa e miope gestione politica da parte di alcuni esponenti del centro destra, improvvisamente folgorati sulla via del potere, taluno ha ritenuto di poter gestire, al di fuori da ogni logica democratica, l’amministrazione provinciale, improntando la propria azione ad un dilettantismo di basso profilo, preoccupandosi solamente di gestire il quotidiano, con finti tagli e veri sprechi, obbedendo non alle logiche dei partiti, da cui pure l’esperienza vincente delle elezioni del 2008 proveniva, bensì rivolgendosi a clan più o meno attrezzati di consenso spicciolo, anche numericamente consistente, ma con una evidente carenza di progettualità, che non sia quella, limitata di escludere taluni per consumare vendette anche personali, anche a costo di piazzare in ruoli di grande responsabilità personaggi che cavalcano ondate di protesta senza avere la minima conoscenza della gravità che comporta amministrare, che vuol dire, anzi tutto, assumersi le responsabilità.
Tutto perché le candidature e le coalizioni debbono obbedire a logiche di collegamento e coalizione provenienti dall’alto, che a volte impongono di doversi unire a compagni di viaggio che non condividono il merito di determinate questioni, costretti da uno schema che, se a Roma ha un senso, nel nostro territorio non lo possiede affatto.
Allora, anche in vista del rinnovo dell’amministrazione comunale di Enna, riteniamo che occorrerà spogliarsi dall’armatura della coalizione e verificare, in piena ed assoluta libertà, quali siano le migliori alleanze possibili per il bene della città, non certo per compilare elenchi di famelici aspiranti occupatori di poltrone, qualunque sia la loro adeguatezza o inadeguatezza a ricoprirle, solo perché facenti parte della consorteria vincente.
Non è più tempo di scegliere gli amministratori in base alle appartenenze, il federalismo impone scelte diverse, chiama i cittadini e la classe dirigente a scegliere non il Sindaco della propria parte politica, ma quello che meglio si ritiene possa gestire la città, razionalizzando le risorse e dando conto con onestà dei soldi dei cittadini, affinché vengano spesi nel loro interesse: insomma, dopo il federalismo fiscale, ci vuole il federalismo politico e noi lanciamo la sfida a coloro che vorranno seguirla, abbandonando le appartenenze e le ideologie, che a volte possono creare aggregazioni male assortite, bensì confrontandoci sui temi concreti, sui problemi reali e sulla loro migliore soluzione possibile, attraverso l’elaborazione ed il rispetto di un programma elettorale che non sia solo carta straccia o noioso adempimento di legge, bensì il canovaccio di cinque anni di amministrazione vera”.

Giampiero Cortese