Enna. Medicazioni piaghe da decubito a pagamento. Galvagno (Pd): danneggiate fasce deboli

Enna. A totale carico dei cittadini i farmaci e i presidi per fronteggiare le piaghe da decubito e le altre “ferite difficili”. Lo scorso 19 dicembre, infatti, l’Assessore per la Sanità, Massimo Russo, ha disposto la revoca del decreto n. 36773 del 27 dicembre 2001, relativamente alle disposizioni concernenti “medicazioni per piaghe da decubito”. “Ancora una volta la tutela della salute delle fasce sociali più deboli viene sacrificata sull’altare di un piano di rientro che rischia di far pagare ai cittadini il conto di una gestione dissennata della sanità siciliana, con un deficit disastroso di oltre un miliardo di euro”. Elio Galvagno, deputato regionale del Pd, interviene ancora una volta sulla questione sanità, con un’interrogazione all’Assessore regionale, sulla revoca di un decreto che prevedeva il rimborso dei presidi sanitari utilizzati in condizioni di disabilità. “La revoca del decreto – si legge nel testo dell’interrogazione- ha già prodotto un impatto sociale estremamente negativo sulla popolazione più debole, considerato che le “medicazioni per piaghe da decubito” vengono utilizzate prevalentemente dalla popolazione anziana, costretta, a volte per anni, a permanere a letto o su una sedia a rotelle”.
“I fruitori delle predette prestazioni – dice Elio Galvagno, primo firmatario dell’interrogazione, – percepiscono, nella maggior parte dei casi, pensioni o assegni minimi che non superano la cifra di 500 euro e pertanto, non sono in grado di provvedere all’acquisto delle medicazioni di cui sopra. Per questo – continua il deputato del Pd – è necessario ed urgente procedere alla modifica del predetto decreto, inserendo, per esempio, una esenzione per fasce di reddito o per le persone che non sono in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”. “Assistiamo, ancora una volta, a tagli indiscriminati – conclude Galvagno – che non incidono sui tanti sprechi della Sanità siciliana ma cancellano prestazioni essenziali, penalizzando soltanto le fasce più deboli della popolazione e gli anziani in particolare”.