Valguarnera. Al via la festa di San Giuseppe

Valguarnera tavolate sGiuseppeValguarnera. Il Popolo valguarnerese ha sempre nutrito una particolare devozione per il patriarca San Giuseppe, dedicandogli fin dagli anni 1500 altari e chiesette, infine trovando il posto per erigere una chiesa, sulla sommità di via Garibaldi, come proteggere il popolo valguarnerese.
La prima pietra fu posta nel 1911 dal Vescovo Mons. Sturzo Mario, il terreno fu donato dal Commendatore Agostino Serra e il progetto è stato creato dall’Arch. Saverio Fragapane di Caltagirone.
Il tempio è in stile neogotico con tre navate e con altari laterali dedicati ai Santi.
Sull’altare centrale, di marmi policromaci, domina la bella statua di San Giuseppe, del 1953
l’opera di un artigiano Trentino.
Il Santo, in braccio il Bambino Gesù, con il volto espressivo di dolcezza e serenità, infonde uno sguardo paterno.
Il Primo parroco della Chiesa è stato Umberto Longo, figura, col suo fare deciso e laborioso e con la sua fiducia in Dio e nell’uomo, che si prodigò tanto per cercare i fondi e quindi realizzare la costruzione del grande Tempio.
Dal 1967 divenne parroco Vullo Antonino che, con impegno e senso di responsabilità, continuò l’opera del suo predecessore nell’ultimare la Chiesa.
Dal 2007 subentra come parroco Ciulo Vincenzo, figura dalle idee moderne e profondamente innovativo sia nella conduzione della chiesa e sia nel contatto con i fedeli.
L’intera comunità valguarnerese, il giorno 19 Marzo, festeggia il Patriarca San Giuseppe con originalità, tradizione e fede.
La Festa di San Giuseppe viene preceduta da un Novenario, le cui meditazione vengono guidate dal Parroco Don Vincenzo Ciulo che invita i fedeli a riflettere sulla figura di San Giuseppe, uomo giusto, protettore della famiglia e dispensatore di grazie. Si prega e si implora il Patriarca sulla protezione delle famiglie, sul popolo, sui Benefattori, sugli emigrati e sugli ammalati.
Il Tempio, sfarzosamente illuminato e addobbato con fiori e drappi di velluto rosso e giallo, accoglie i fedeli, i quali depositano le torce votive ai piedi dell’altare.
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Le “TAVOLATE”
Una delle caratteristiche importante della festa è costituita dalle tavolate, dove vengono poste le pietanze più prelibate e le creazioni di forme di pane più rare e pregiate dal punto di vista di manifattura.
L tavolata porta a compimento un voto personale per grazia ricevuta, ma la sua realizzazione è frutto di una collaborazione sociale ampia e la sua fruizione riguarda l’intero paese, confermandone l’identità e rinsaldandone i legami.
La struttura della tavola è in legno, opera di artigiani del luogo, ed viene allestita nella stanza più grande della casa ed ha una forma di altare con vari gradini, ricoperti con lenzuola e tovaglie di lino finissimi e ricamati, appartenenti al prezioso corredo delle donne. Al centro viene collocato un quadro della sacra famiglia, quale protettrice del ricco banchetto. I gradini in alto simboleggiano l’anelito dell’uomo verso Dio, l’abbondanza del cibo, invece, la ricchezza dei beni che il Creatore elargisce alle sue creature.

Infatti la festa di San Giuseppe coincide con l’equinozio di primavera, quando i contadini, sicuri del raccolto garantito dalle condizioni climatiche della nuova stagione, possono disporre più tranquillamente delle loro derrate.
La preparazione della tavolata è lunga e laboriosa, può protrarsi anche oltre 15 giorni. Al suo allestimento collaborano, in una gara di solidarietà, tutto i parenti e il vicinato.
Il protagonista della tavola è il pane cosiddetto di San Giuseppe, il quale ha bisogno di una preparazione adeguata, lievitazione naturale con il “criscenti” e cotto al punto giusto, costituito da farina di grano duro con sopra spennellato l’uovo e cosparso di “paparina“. Il risultato di questo pane, a cui le donne si dedicano in modo particolare, prende svariate forme dagli attrezzi del falegname la pialla, la sega, il martello, la scala, a tinaglia, ed altri simboli la manu, u vastuni, il pesce, simbolo paleocristiano di Gesù, a spera dell’ostensorio, il calice, gli angeli ed altre forme vegetali, simboli della rigenerazione della natura.
Particolare richiamo destano le ciambelle (picciddati) di 3-4 Kg poste nei gradini in alto della tavola e sono tanti quanti i santi del pranzo che possono variare da tre a 13. Santi vengono chiamati coloro i quali sono invitati a impersonare la Sacra famiglia e altri personaggi biblici, come S. Anna e S, Gioacchino. Nei vari piani della tavola vengono disposti in modo artistico i piatti di porcellana pregiata svariate pietanze a base di verdura. Le verdure spontanee, cardi spinosi, finocchietto, asparagi, cavolfiore, broccoli fritti, carciofi ripieni che costituiscono il residuo più arcaico di una economia primitiva di raccolta, mentre le lattughe e le arance, poste tra un piatto e l’altro adornano in modo raffinato la tavola. Molti si sbizzarriscono nella preparazione di dolci elaborati, ma non si tralasciano le tradizioni quali le sfinge, cassatelle e cannoli di ricotta, pignolata con il miele, torrone, mandorle confette, pan di spagna.
Va ricordato che non trovano spazio le pietanze a base di carne, mentre è molto presente la pasta col miele e la mollica tostata e il baccalà fritto. Sulla tavola troviamo anche le primizie stagionali quali le fave, i piselli, le melanzane, i peperoni, uva, anche i fichidindia che a marzo costituiscono una vera rarità.
I Santi, invitati nelle tavole, devono mangiare a porte chiuse e prima di mangiare l’invitato che rappresenta San Giuseppe, con un rametto d’origano, cosparge con acqua benedetta la tavola e poi invita l’altro invitato che rappresenta il bambino Gesù ad unire il pollice, l’indice, il medio, simbolo della Santissima trinità a recitare un’antica formula:

Biniditta l’azena – Biniditta Maddalena – Biniditta Tutti quanti – U Patri, u Figgi e u Spirit’ Sant’ – A n’quant A n’quant’ – C’è l’angiul’ sant’ – U patri , u figghi e u Spirit’ Sant’.

La Figura di San Giuseppe assume il ruolo di pedagogo che insegna al figlio la fede.
Il bambino, attraverso la benedizione, apprende il valore del bene che ha davanti a sé, tale gesto non è rivolto solo a sé, ma a tutti gli astanti.
Con tale formula si implora la benedizione di Dio sui beni che sta mettendo a disposizione dell’uomo, su Maddalena peccatrice redenta dal peccato, sulla famiglia che ha fatto una promessa e su tutti i presenti. Subito dopo San Giuseppe, sbucciando una arancia, ne distribuisce gli spicchi, accompagnati da pezzettini di pane benedetto, ai componenti della famiglia e li invita a scegliere le pietanze al loro gradite. La padrona di casa serve i santi con devozione e rispetto, soddisfacendo i loro desideri. Sono i Santi che incominciano a offrire le specialità ai presenti che non si possono rifiutare di accettare. A tutti i visitatori viene offerto un “Puppidd’” benedetto di San Giuseppe che viene portato nelle proprie abitazioni come segno della divina provvidenza. Secondo un’antica tradizione in tutte le tavole viene posta una ciotola con l’acqua e una saliera, dove l’indomani mattina verrà trovato l’impronta del dito di San Giuseppe, che è venuto a vistare la tavola.

I ‘Mbraculi
E’ uno spettacolo ricco di suggestione e vera commozione osservare “I ’mbraculi” (Miracoli); Famiglie intere o singoli fedeli a piedi scalzi , con tanta umiltà e con le lacrime agli occhi, recano in mano la torcia votiva, arricchita da fiori di carta colorata e banconote che deporranno ai piedi dell’altare di San Giuseppe. A rendere più festosa l’atmosfera, spesso vengono accompagnati dalla Banda musicale con le sue allegre marce. Un’altra antica tradizione del paese, prettamente agricolo , è sempre stato quello di portare sacchi di grano sul dorso dei cavalli bardati a faste al Patriarca come grazia ricevuta per l’annata prevista abbondante. Tutto il giorno la chiesa continua ad essere metà di pellegrinaggio alla quale i fedeli offrono preghiere, torce e oboli

LA SACRA FAMIGLIA
Il giorno 19 Marzo alle ore 10.30 dalla sacrestia della Chiesa, si snoda il corteo della Sacra famiglia Ansia, tensione, gioia, raccomandazione dei famigliari, accompagnano questi ultimi momenti prima del corteo, i tre Santi che compongono la sacra famiglia.
San Giuseppe è impersonato da un adulto con folta barba bianca ed indossa una tunica azzurra ed un mantello marrone, in mano porta il bastone con in cima il Giglio, simbolo della purezza. La Madonna viene scelta tra le ragazze più graziose del paese, vestita elegantemente con un abito bordeaux e un mantello ricamato e in testa una corona d’argento molto pesante sorretta dal padre e in mano una coroncina e il libretto delle preghiere. Gesù Bambino, un bambino di pochi anni, circa 6, massimo 8, indossa una tunichetta celeste, ha intesta un aureola d’argento e porta in mano un cestino con caramelle e cioccolatini che serviranno addolcire i suoi momenti di irrequietezza.
Questi tre personaggi biblici, seguiti dalla banda musicale, dai parenti e da un folto numero di fedeli, dopo aver percorso le vie del paese rientrano in chiesa per assistere alla messa solenne.
Alla fine della celebrazione eucaristica, la Sacra Famiglia si reca nel salone dove è stata allestita la tavola per solennizzare il banchetto a cui la provvidenza divina l’ha invitata.
U tempo questa tavola veniva preparata in casa di Don Vito Boscarini che agli inizi dell’800 assunse l’impegno di solennizzare la festa. Egli regalò al santo nel 1811 un bastone d’argento. Fu la famiglia Prato, famiglia benestante e proprietaria di terreni, coltivati a frumento, a continuare questa tradizione per molti anni e allestiva la tavola nel palazzo Prato che si affaccia su Piazza Garibaldi, da dove la Sacra famiglia, dopo la cena si partiva per andare nella Chiesa San Giuseppe ed assistere alla messa solenne.

LA PROCESSIONE di SAN GIUSEPPE
La sera dopo la messa ha inizio la processione del Santo che viene portata per le vie principali del paese. La bara, fatta costruire nel 1827 da Don Vito Boscarino e restaurata nel 1922, è un vero capolavoro d’arte. Presenta una cupola con rilievi d’orati e intarsiata di stelle e altri disegni particolari di ottima fattura, non si conosce l’autore, ma doveva essere un grande artigiano.
Alla processione partecipano le confraternite delle varie chiese, vestiti con abiti particolari con i colori delle confraternite, le autorità civili e i fedeli scalzi con le torce votive in mano.

PARROCCHIA DI SAN GIUSEPPE
PROGRAMMA FESTA DI SAN GIUSEPPE DAL 10 AL 20 MARZO 2009

Giorno 10.03.2009
Ore 17.30: Sparo di mortaretti;
Ore 17.30: Pellegrinaggio dalla chiesa Madre alla Chiesa di San Giuseppe accompagnato dal complesso Bandistico “Amici della Musica” con la direzione di G. Tumminaro;
Ore 18.00: Novena di S. Giuseppe;

Giorno 11.03.2009
Ore 17.30: Novena di S. Giuseppe;

Giorno 12.03.2009
Ore 17.30: Novena di S. Giuseppe; rinnovo Professione Confratelli e Consorelle di San Giuseppe

Giorno 13.03.2009
Ore 17.30: Novena di S. Giuseppe;

Giorno 14.03.2009
Ore 17.00: Apertura della Mostra del pane – Circolo Unione a cura dei Panificatori e della Proloco di Valguarnera
Ore 18.00: Esibizione della “Fanfara” dei Bersaglieri in congedo sez. di Caltanissetta;
Ore 18.30: Novena di S. Giuseppe;
Ore 20.00: Sagra della Pasta, fornita dalla Ditta “ I Tesori di Demetra” di Isabella Monaco, preparata dagli Chef del Ristorante Garden, condimenti tradizionali del territorio;

Giorno 15.04.2008
Ore: 17.00 :Esibizione della “Fanfara” dei Bersaglieri in congedo Sez. di Caltanissetta;
Ore 18.30: Novena di San Giuseppe;
Ore 20.00: Degustazione della pagnuccata e delle crespelle, preparata e offerta dal Bar Italia;
Ore 20.00: Esibizione della “Fanfara” dei Bersaglieri in congedo Sez. di Caltanissetta;

Giorno 16.03.2009
Ore 17.30: Novena di San Giuseppe; Consacrazione della Famiglia al Patriarca San Giuseppe

Giorno 17 .03.2009
Ore 17.30: Novena di S. Giuseppe;
Ore 19.00 : Sorteggio Statua di San Giuseppe ;
Ore 19.00: Esibizione del Complesso Bandistico “Amici della Musica” lungo le strade del paese;

Giorno 18 .03.2009
Ore 17.00: Spari di Mortaretti;
Ore 17.00: Apertura Infiorata delle scale – via A. Pavone a cura dei fiorai: Sinfonia Floreale/ Platania e “Gardenia Blu” di Sberna, con la direzione di Totò Denaro.
Ore : 17.30: Esibizione del Complesso bandistico ”Amici della Musica“ con la direzione artistica di G. Tumminaro
Ore 18.30: Mbraculu a San Giuseppe accompagnato dalla fanfara dei Bersaglieri, sez. di Caltanisetta;
Ore 18.30: Novena di San Giuseppe;
Ore 19.00: Solenne messa per il Santo Patriarca
Ore 20.00: Vespri Solenni;
Ore 20.30: Viste delle tavolate di San Giuseppe dalla Sacrestia alle Tavolate;

Giorno 19.03.2009
Ore 7.30-8.00- 8.30-9.00-9.30: SS Messe
Ore 8.00: Spari di Mortaretti;
Ore 8.00: Esibizione del Complesso bandistico “ Amici della Musica” diretto da G. Tumminaro;
Ore 10.00 : Processione della Sacra famiglia, accompagnati dai Carabinieri in grande uniforma;
Ore 11.30: Messa Solenne in onore del Patriarca San Giuseppe, animata dal coro di San Giuseppe;
Ore 12.00: Corteo dei Cavalieri e dei Cavalli : Raduno presso il santuario di Padre Pio, con la presenza dei Carabinieri a cavallo di Palermo, della P.S. Catania, dei VV.UU. di Catania e dell’Ispettorato Forestale di Enna, a cura dell’Associazione Ippica Sportiva F. Vetri;
Ore 17.00: Processione della Categoria dei panettieri- Benedizione del pane per offrire al Patriarca;
Ore 17.30: Processione degli Artigiani – Falegnami e benedizione degli attrezzi da lavoro, chiedendo protezione sul lavoro;
Ore 19.00: Messa Solenne per il patriarca San Giuseppe;
Ore 20.00: Processione lungo le vie del paese del Patriarca San Giuseppe
Ore 22.00: Giochi Pirotecnici

COLLABORATORI della FESTA:
CONFRATERNITE SAN GIUSEPPE
ASSOCIAZIONE BANDA MUSICALE “AMICI DELLA MUSICA “
PROLOCO ASSOCIAZIONE CULTURALE TURISTICA
ASSOCIAZIONE IPPICA SPORTIVA “FILIPPO VETRI”