Nel castello di Federico II di Giuliana il museo delle pietre dure

Il Museo delle pietre dure dell’area dei monti Sicani troverà ospitalità in alcune sale del Castello federiciano di Giuliana. Sono queste le conclusioni del l’incontro su tale ipotesi progettuale al vaglio dell’Amministrazione comunale, che ha voluto ascoltare in merito, storici ed esperti del settore,rappresentanti di Salvalarte Belice, studiosi, per le prime determinazioni, in attesa di concordare le linee di convergenza, le peculiarità, le distinzioni dei musei situati nei comuni sicani di Bisacquino, Contessa Entellina, Sambuca di Sicilia, Chiusa Sclafani, Roccamena e Giuliana, per le sempre più intense relazioni economiche e turistiche.
Alla manifestazione, svoltasi al Castello di Federico II, nel quadro degli incontri programmati, per renderlo concreto ed armonico strumento didattico e turistico per i comuni del comprensorio, per la proiezione di una identità storica, economica, scientifica, culturale, dalle forti radici nel territorio, del Belice e del Sosio, hanno relazionato Gianfranco Zanna, responsabile Beni Culturali di Legambiente Sicilia, Giuseppe Campisi Sindaco di Giuliana, Giuseppe Provinzano Vice Sindaco di Giuliana e lo storico del corleonese Antonio Giuseppe Marchese. (1) Presenti,numerosi consiglieri e gli assessori Campisi, Fazio, Musso ed il presidente del Consiglio Scarpinato.
Il Castello federiciano, recentemente restaurato dalla Soprintendenza di Palermo con un intervento che ha ridato piena dignità al monumento nella sua complessa identità costruttiva, salvaguardandone l’integrità e riconducendo la sua immagine ad una leggibilità nitida e completa, si sta prestando, sempre più, per la sua posizione geografica e paesaggistica, dopo gli incontri internazionali sulle relazioni di Giuliana e i Peralta, con la Spagna (3) a convegni promossi dall’associazionismo dell’Isola ,nel settore ambientale ,storico , tecnico e produttivo nell’ agro alimentare (vedi recenti studi sulla olivicoltura, nocellara del Belice e sulla cultivar Giarraffa, studi e ricerche sulla cipolla di Bisacquino, iniziative sulle ciliegie di Chiusa Sclafani) ed ora sulla pianificazione museale del territorio.
Il Sindaco e il dott. Marchese, hanno illustrato, aprendo l’incontro, la possibilità, adesso realizzabile, di utilizzare il Castello per ulteriore stimolo al turismo culturale ed ambientale non solo della città di Giuliana ma dell’intero comprensorio , in una convergenza di iniziative atte a valorizzare la già diversità espositiva dei musei presenti o in fase di allestimento nel territorio del Belice.
Sono noti, per il crescente interesse mostrato, il Museo antropologico di Bisacquino, il museo ed archivio storico di Chiusa Sclafani, in fase di allestimento presso la restaurata “ Badia”, IL museo di Sambuca di Sicilia su Adranone e la cultura punica e greco selinuntina, il museo di Contessa Entellina su Entella ,il museo di Roccamena su lle scoperte archeologiche di Maranfusa.
Per quanto riguarda Giuliana ed “il suo più atipico castello di Sicilia, per le soluzioni planovolumetriche che presenta”, come scrive Rodo Santoro (1) e come lo presenta A.G.Marchese,(2) (4) si prospetta ora agli studiosi,da parte degli amministratori comunali, l’idea progettuale di ospitare in alcune sale del castello un Museo delle pietre dure, con particolare riguardo alle agate e ai diaspri, ampiamente presenti nel territorio.
I diaspri di Giuliana, di cui il De Borch (1778/80) ne ha enumerato ben 46 varietà, vennero massicciamente stilizzate in età barocca per la decorazione a marmi “mischi” delle chiese palermitane e vennero richiesti anche dalla corte medicea di Firenze e da quella borbonica di Napoli. Fu negli anni trenta il prof.Bella ad invitare le scolaresche a raccogliere le pietre dure delle contrade giulianesi ed a stimolare successivamente gli studi dello storico A.G.Marchese.
A sostegno dell’idea museale sulle pietre che traducono l’origine geologica del territorio, l’Amministrazione si servirà del prof. Smith ,esperto di Diaspri e direttore di un museo di Pietre dure in Svizzera, e del contributo della prof. Maria Clara Ruggieri Tricoli per l’allestimento museografico di una sala specificatamente destinata a tale risorsa di cui ha fruito il territorio per la sua origine vulcanica.
Negli impegni dell’amministrazione di attivarsi, intanto, per sistemare il giardino nel cortile del Castello , il terreno confinante al Castello con il monumento monastico olivetano e ciò al fine di consentire, facilitandolo, l’accesso al pubblico per ammirare la vista dell’intera torre pentagonale che domina dall’alto sulla città. Ora si attendono i contributi e le proposte di quanti vorranno sottoscrivere questa idea museale, che nasce nel cuore della Sicilia, apportando esperienze professionali e scientifiche , che partendo dalla geologia dell’Isola vuol fare della storia del territorio un’altra occasione per conservare la memoria ed educare alla salvaguardia dell’ambiente.

(1)A.G.Marchese Il Castello di Giuliana –Storia e Architettura-Ila palma Palermo
(2)M.A.Russo (a cura di) Giuliana e i Peralta –Tra Sicilia e Navarra –Incontro Internazionale di studi –Giuliana 2000
(3)R.Santoro La Sicilia dei Castelli,Edizioni Petaso,s.r.l. 1986 Palermo
(4)A.G.Marchese Il Castello di federico II a Giuliana in Bollettino dell’Istituto storico e di cultura dell’Arma del Genio n.130 Roma 1976,pp.277-287