Inanellati 123 uccelli a Pergusa

Pergusa/Enna. Le operazioni di inanellamento svoltesi nei giorni scorsi presso la Riserva Naturale Speciale del Lago di Pergusa hanno portato a risultati soddisfacenti; sono stati inanellati 123 uccelli appartenenti a varie specie; tra questi la Cannaiola e il Cannareccione, uccelli tipici del canneto, il Cardellino, la Cinciallegra, la Cappellaccia, la Passera sarda, la Passera mattugia, il Verzellino, l’Usignolo di fiume, il Saltimpalo, il Merlo, la Sterpazzolina, il Verdone, lo Storno nero, la Capinera e la Tortora. Dai censimenti, tra i tanti volatili presenti quali il Germano reale, il Moriglione, la Folaga, etc.., è risultata la presenza dell’Airone rosso (Ardea purpurea); un precedente avvistamento era stato fatto nell’aprile del 2006 ed era dal 1994 che ufficialmente non veniva avvistato nella Riserva pergusina. Si tratta di una specie appartenente alla famiglia degli Ardeidi. Raggiunge un’altezza da terra di 78 centimetri ed è caratterizzato da becco lungo e sottile, collo sinuoso ed esile, zampe e dita lunghe. Presenta la testa e il collo di colore bruno rossiccio con strie longitudinali nere, il dorso di colore grigio con piume ruggine fulvo. Esso preferisce i densi canneti, in mezzo ai quali sa districarsi grazie alle lunghe dita prensili; ha un comportamento schivo che lo rendono difficilmente osservabile. E’ un migratore regolare e la migrazione lo porta a svernare in Africa a sud del Sahara o nella valle del Nilo.
Un altro uccello, che con il suo particolare canto ha allietato il lavoro degli inanellatori è il Pollo sultano (Porphyrio porphyrio), la cui presenza è ormai continua dal 2006 e che ormai a Pergusa è nidificante.
La stazione di inanellamento presso la Riserva è attiva periodicamente dal 2003; è un’iniziativa che si inquadra nell’ambito dello studio sull’ornitofauna di Pergusa coordinata dal prof. Bruno Massa, docente di Zooecologia e Biodiversità dell’Università di Palermo. Le operazioni sono state svolte dal dott. Natalino Cuti, inanellatore autorizzato dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, e dalla Dott.ssa Rosa Termine, biologo dell’Università Kore di Enna.
L’inanellamento a scopo scientifico ricopre un ruolo importantissimo, non solo quando si vogliono studiare specie difficilmente contattabili, ma anche quando si vogliono studiare le differenti popolazioni che si alternano durante il flusso migratorio. Questa attività oltre a consentire di conoscere la fauna ornitica del posto, permette di definirne le rotte di migrazione ed identificarne le aree di sosta, fornendo quindi informazioni cruciali per la pianificazione di sistemi integrati delle aree protette utili a varie specie. Inoltre, dalle ricatture scaturiscono altre indicazioni rappresentate dai parametri di popolazione (ad esempio stime di sopravvivenza, successo riproduttivo ecc.), che risultano essenziali per determinare i motivi delle variazioni numeriche all’interno delle popolazioni stesse.