Preoccupazione a Troina per la crisi economica

TROINA. E’ diffusa in paese la sensazione che il peggio della crisi economica debba ancora arrivare. Per molte famiglie di operai ed impiegati troinesi, riuscire ad arrivare alla fine del mese è diventato più complicato. Ma non sono solo i lavoratori dipendenti ad essere minacciati dalla crisi. Non stanno meglio gli artigiani, i commercianti ed i tecnici. Questi ceti medi non rischiano, almeno per il momento, di precipitare nelle condizioni dei lavoratori dipendenti, ma assistono attoniti alla perdita progressiva di potere di acquisto e di status e al peggioramento di posizione sociale. Tra i lavoratori dipendenti e i ceti medi troinesi è diffusa un’incertezza per il futuro, che crea ansia. “Guardo il mio estratto conto e mi accorgo che non sto costruendo il mio futuro, ma sto rosicchiando il mio passato”, ci ha detto un lavoratore dipendente di 40 anni con moglie e figli. A fine mese, nel portafoglio di questo lavoratore non resta neppure un centesimo di euro. “Dopo una vita di duro lavoro e sacrifici, siamo riusciti a farci una casa e a diplomare e laureare i nostri due figli, che sono ancora disoccupati”, ci hanno detto due lavoratori autonomi, marito e moglie, prossimi alla pensione, che temono per il futuro dei loro due figli. “Lavoriamo entrambi ed i nostri due stipendi ci permettono di vivere dignitosamente, ma nulla di più. Come fanno le famiglie dove c’è uno solo che lavora a pagare l’affitto, a comprare da mangiare e mandare i figli a scuola?”, si chiede una giovane coppia. Entrambi sono convinti che, se avessero dei figli, non potrebbero mantenere lo stesso tenore di vita. La crisi morde anche le società che fanno capo all’Oasi Maria, che, con i sui circa mille dipendenti, è la più grande realtà di lavoro dipendente esistente in provincia di Enna. Le voci incontrollate ed incontrollabili di riduzioni del personale, che circolano in paese, alimentano ancora di più quell’ansia per il futuro che abbiamo colto parlando con la gente. L’economia di Troina è fortemente condizionata dalle molteplicità attività dell’Oasi, che spaziano dalla sanità, che è il suo core business, all’agricoltura, meccanica di precisione, tipografia, editoria, televisione, alberghieri e ristoranti. Il top management dell’Oasi Maria SS sta studiando tutte le soluzioni possibili per ridurre al minimo i licenziamenti e contenere gli effetti di quelli che dovrà pur fare.

Silvano Privitera