Scuola/Enna. Ancora in stato di agitazione i precari

Enna. Dopo il sit-in davanti la Prefettura e la consegna di un documento al prefetto, dottoressa Giuliana Perrotta, prosegue lo stato di agitazione dei docenti e del personale tecnico ed amministrativo della scuola, che domani pomeriggio vedrà la manifestazione di protesta più rappresentativa, la costituzione di una tendopoli davanti l’Ufficio scolastico provinciale, tendopoli che accoglierà docenti e personale Ata decisi a rimanere notte e giorno in protesta sino a quando non ci saranno notizie confortanti da parte del Governo nazionale e del ministero della Pubblica Istruzione in particolare. Una protesta civile ma concreta da parte di chi è in preda alla disperazione. Per il 10 settembre è prevista un’altra convocazione, la quarta, presso l’aula magna dell’Istituto Tecnico “Duca d’Aosta”, il dirigente provinciale Matteo Bonfiglio ed i suoi collaboratori, distribuiranno gli ultimi posti disponibili, per lo più fatto da ore di insegnamento e non da cattedre. Il taglio delle cattedre è troppo consistente e penalizzante per non provocare le giuste rimostranze dei docenti e del personale Ata, che rischiano di uscire definitivamente dal mondo della scuola, dopo essere stati strutture portanti nella formazione dei giovani. Insegnanti che, dopo tanti anni di insegnamento, si trovano fuori o sono stati costretti ad accettare altre sedi oppure avere assegnata una cattedra costituita da ore in diversi istituti. C’è anche il problema del super affollamento delle classi con la presenza anche di 28-30 alunni in istituti superiori con l’impossibilità per i docenti di seguire dal punto di vista del rendimento tutti gli alunni con grave danno dal punto di vista pedagogico e con riduzioni di classi parallele e, quindi, di posti di insegnamento. Nella scuola per l’infanzia si sono costituite classi con 24 bambini per classe, e, nonostante l’incremento di bambini, addirittura in Italia sono 28 mila in più, i posti sono diminuiti in maniera molto sensibile. Da parte della quasi totalità dei docenti e dei rappresentanti sindacali c’è fortissimo dissenso rispetto ai contenuti della riforma della scuola voluta dal ministro Gelmini e dal presidente Berlusconi “perché la scuola, come dicono i docenti, non può essere una voce di spesa da tagliare perché rappresenta l’investimento fondamentale per il futuro sociale, culturale ed economico dell’intero paese”. Gli insegnanti e il personale Ata chiedono al Governo il ritiro della riforma Gelimini e l’avvio di una serena e costruttiva discussione in ordine ad una vera riforma che rilanci e restituisca la centralità che merita alla scuola italiana, all’Università; l’immediato rientro dei tagli operati nel corso di quest’anno scolastico.